Find the latest bookmaker offers available across all uk gambling sites www.bets.zone Read the reviews and compare sites to quickly discover the perfect account for you.
Home / Attualità / Zerogrammi: “Elegìa delle cose perdute”

Zerogrammi: “Elegìa delle cose perdute”

Venerdì 15 marzo 2024 “Il Cinemino” di Milano ospita la proiezione di Elegìa delle cose perdute, un progetto di danza, filmico teatrale e fotografico, co-firmato dal coreografo e regista Stefano Mazzotta e dal cineasta Massimo Gasole. Nato nel 2019 nel corso delle residenze coreografiche sarde nel merito di INTERCONNESSIONI (a cura dell’associazione Tersicorea) è stato girato tra Settimo San Pietro, le sue antiche case campidanesi e le spiagge della costa sud-orientale.

Presentato in anteprima nel 2021 al Festival Oriente Occidente di Rovereto è stato selezionato in numerosi festival internazionali tra Europa, Stati Uniti, Canada e Emirati Arabi, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Soggetto, regia e coreografia di Stefano Mazzotta, il progetto è una riscrittura da Os Pobres di Raul Brandao, creato con e interpretato da Alessio Rundeddu, Amina Amici, Damien Camunez, Gabriel Beddoes, Manuel Martin, Miriam Cinieri, Riccardo Micheletti. Collaboratori alla drammaturgia Anthony Mathieu, e Fabio Chiriatti, disegno luci Tommaso Contu.

Prodotto da Zerogrammi, in coproduzione con Festival Danza Estate – Bergamo (It), La meme balle – Avignon (Fr), La Nave del Duende – Caceres (Sp), con il contributo di Residenza artistica artisti sul territorio INTERCONNESSIONI/Tersicorea/ Sardegna, Comune di Settimo S. Pietro, Comune di Selargius, Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna, Regione Sardegna, Regione Piemonte, MIC – Ministero della Cultura, FONDAZIONE Banco di Sardegna, in collaborazione con CASA LUFT, Ce.D.A.C Sardegna – Centro Diffusione Attività Culturali Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo, PRIFERIE ARTISTICHE – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio – Supercinema, Tuscania.

 Ispirato a I Poveri, romanzo aspro e doloroso dello scrittore portoghese Raul Brandão, popolato di derelitti attanagliati da domande esistenziali insolute, il film di Stefano Mazzotta e della sua troupe si spinge all’indagine del tema dell’esilio, della condizione morale di chi si sente estraneo al mondo in cui vive, sospeso tra speranza e nostalgia. Figure ai margini e goffe, accomunate dal medesimo sentimento malinconico e nostalgico vagano avvolte nel paesaggio affascinante della Sardegna meridionale, sulle sterminate spiagge bianche e le dune, tra le antiche case campidanesi: lo spazio naturale fa da eco al loro animo, lontananza e sospensione rendono teso il susseguirsi delle immagini. Vuoto, vertigine, orizzonte. Cose perdute o mai state.

L’obiettivo della camera mette a fuoco e tesse insieme le storie solitarie di figure derelitte e però goffe al limite del clownesco.  Lo spazio che intercorre tra l’osservatore e queste storie (e tra queste storie e il sogno condiviso cui tendono) è una lontananza dal sapore leopardiano, la misura di un Finibus Terrae che è senso di precarietà, di sospensione nel vuoto. Come se ci si potesse aspettare a ogni istante lo sbriciolamento della terra sotto i piedi, lo sprofondare nell’abisso, il naufragare in un mare che corteggia la terra come un innamorato paziente. Questa misura, che non sappiamo concepire, rende il lontano vivo, teso, vibrante.

È l’elenco di ciò che i personaggi non possono più vedere o che vorrebbero poter toccare per la prima volta, è il lontano che si mostra in forma di confine, presenza dell’altrove, vertigine. Su questo orizzonte aperto, in questo racconto di immagini danzanti, di corpi in attesa, si stagliano profili di creature e memorie di storie che ci raccontano il tempo e lo spazio degli addii, il paesaggio, la luce, l’esilio. Le loro storie ci invitano a spogliarci di ogni nome, fermarci al limitare, al punto in cui la terra si distende sopra il mare. Tra un bisogno bruciante di Itaca e l’ansia di un altro viaggio, tra un confine reale e uno sconfinamento immaginario, un rifugio e un miraggio.

La proiezione sarà preceduta da un incontro con Stefano Mazzotta che in questa occasione presenta Elegìa delle cose perdute – un diario fotografico, volume contenente le fotografie da lui stesso realizzate durante le riprese del film.

 ORARI & INFO

Venerdì 15 marzo 2024, ore 21:00

IL CINEMINO

Via Seneca 6, Milano

Infoline: +39 011 19 70 65 07

info@zerogrammi.org

www.zerogrammi.org

Lorena Coppola

www.giornaledelladanza.com

Photo Credits: Stefano Mazzotta

Check Also

Selezione straordinaria Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma

È indetta una selezione straordinaria per l’ammissione al corso preparatorio professionale per l’anno scolastico 2024/2025 ...

Audizione per la compagnia di danza Marie Chouinard

La Compagnie Marie Chouinard, compagnia di danza di fama internazionale, con sede a Montreal, Canada, ...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. E maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Puoi consultare per maggiore informazione l'apposita pagina sulla nostra Privacy Policy

Chiudi