Non è facile parlare di eventi in Francia in questi giorni, come è possibile che il programma presentato cambi. Ma chi scrive crede fortemente nel ruolo dell’arte. Non salverà il mondo, ma il nostro mondo almeno per un po’ lo cambia. Per questo vi parlo oggi del Festival de Danse di Cannes, perché coniuga tradizione ventennale e futuro, ma soprattutto sguardi differenti sulla contemporaneità, senza fare politica, ma solo arte.
Creato nel 1984 dalla stessa città, il Festival de Danse di Cannes si è ormai stabilito nell’elenco dei più noti festival dedicati a quest’arte, soprattutto per il suo legame con il Centre de Danse International Rosella Hightower dal 1961. Diventato festival biennale dal 1993, si è spostato verso la danza contemporanea sia con nomi emergenti sia compagnie affermate. Per le edizioni 2015 e 2017 la direzione artistica va a un nome celebre della danza francese: Brigitte Lefèvre.
Si parte il 20 novembre alle 20.30 con il CIE Nationale de Danse di Corea, con lo spettacolo Vortex, una première per l’anno della Corea in Francia, creato dal coreografo finlandese Tero Saarinen, una danza che è un mormorio che nasce dell’oscuro e si fa sempre più chiara.
Il sabato 21 novembre si parte alle 18 invece con la serata mista che ha in programma Palimpseste della Compagnia Michèle Noiret, che costruisce una coreografia sulla memoria seguendo l’idea del palinsesto, cioè di una pergamena medievale cancellata e riscritta più volte, e Dentro della Compagnie Catherine Diverres che esplora la memoria e la storia dei due interpreti in scena. Alle 20.30 in scena un incontro tra la danza e il post rock svedese: Waves, una coreografia in cui i corpi si muovono come onde seguendo le alterazioni continue della musica, composta dalla NorrlandsOperan e coreografata da Héla Fattoumi ed Eric Lamoureux del CCN Franche-Compte.
Domenica 22 tutti danzatori alle ore 14 con Bal Flash per festeggiare la ventesima edizione, imparando una coreografia ispirata alle opere presentate durante le passate edizioni. Alle 15 invece i futuri danzatori della Scuola di Danza dell’Opéra de Paris porteranno sul palcoscenico le loro lezioni quotidiane e i brevi Aunis di J. Garnier e Soir de fete di Léo Staats. Alle 18 il CCN di Montpellier diretto da Christian Rizzo presenta ad noctum, un inno alla notte, alla reverie, in cui i movimenti plastici dei danzatori incontrano la poesia delle opere di Iuan-hau Chiang, artista amico di Rizzo, conosciuto durante una residenza artistica a Taiwan.
Giovedì 26 novembre in scena il Ballet du Capitole con La Bete et la Belle, la nota fiaba rivisitata dal coreografo Kader Belarbi, che prende ispirazione dalla fiaba firmata Madame Leprince de Beaumont, ma in cui sottolinea il passaggio di Belle da bimba a giovane donna, senza dimenticare quei momenti di contrasto tra la bellezza e il lato più selvatico delle cose.
Il 27 novembre si apre di nuovo alle 18 con il Groupe Grenade, fondato dalla coreografa Josette Baiz, che presenta numerosi titoli, tra cui un omaggio a Trisha Brown, una coreografia di McGregor e una di Emanuel Gat per fare solo tre dei nomi in programma. Segue, alle 20.30, la première della Compagnia Deborah Colker, una coreografa brasiliana fuori dagli schemi, che in Tatyana rivisita il classico di Pushkin, Onegin, narrandolo dal punto di vista di Tatiana, ma moltiplicando i quattro personaggi principali, per indagare i loro caratteri, spesso contraddittori.
Il sabato alle 15 si inizia con una carrellata sulla scena della danza contemporanea indipendente europea con il programma misto di Studiotrade, organizzato da Eric Oberdorff. Alle 18 la Compagnia Hiatus di Daniel Linehan presenta dbddbb, un’indagine sui passi, sul camminare, sul marciare in ordine, ma filtrata dallo sguardo Dada, che si esprime anche in canti e poesie dadaiste che accompagnano i movimenti in scena. Alle 20.30 protagonista il Ballet de l’Opéra de Lyon in una serata dedicata a Jiri Kyliàn, il cui repertorio è padroneggiato con facilità dalla compagnia francese, dai classici Heart’s Labyrinth e Bella Figura, al nuovo (composto nel 2002) 27’52’’.
L’ultima giornata, domenica 29 novembre, si apre alle 15 con Les Nuits barbares ou Les premiers matins du monde, di Hervé Koubi, messo in scena dalla stessa compagnia del coreografo, che crea in danza un’ipotesi immaginaria sulle origini mediterranee della civiltà, nella mescolanza di oriente e occidente, nei miglioramenti che arrivano dalle culture barbare e poi assimilate, e nell’affresco di Cocteau a Menton. Il compito di chiudere la programmazione è affidato alla Compagnie Nationale de Danse d’Espagne, guidata dall’ex danzatore dell’Opéra di Parigi José Martinez, ma che presenta qui la Carmen di Johan Inger, coreografo svedese che unisce così nord e sud d’Europa, portando l’eroina di Bizet (o della novella…) in una Siviglia indefinita, in cui il torero è più una rockstar e la fabbrica di tabacco una fabbrica qualunque, ma in cui soprattutto viene messa in luce la protagonista, eroina d’infanzia del coreografo, che la presenta qui attraverso i suoi occhi (e ricordi) di bambino.
Una programmazione varia e interessante, sia per i coreografi e le compagnie presentate, sia per i contenuti, come al solito per l’arte performativa, attuali più dell’attualità.
ORARI&INFO:
Festival de Danse – Cannes
Dal 20 al 29 novembre,
vari luoghi della città.
Per tutte le info aggiornate, per gli alloggi e i consigli sulla partecipazione, rimandiamo al sito
www.festivaldedanse-cannes.com
Greta Pieropan
Foto: L. Ballani, D.Herrero
www.giornaledelladanza.com