Alessandra Ferri è ritornata trionfalmente a calcare le scene del tempio del Piermarini – la Scala di Milano – nel suo ruolo d’elezione “Giulietta” regalando un’eccezionale rientro, al pubblico scaligero, che l’aveva salutata nel lontano 2007, quando l’étoile, aveva deciso di abbandonare le scene artistiche interpretando con grande maestrìa “La Dame aux camélias” di John Neumeier e che ora, ha chiuso il 2016 dando nuovo impulso, speranze e beneauguranti auspici all’arte tersicorea, riabbracciando nuovamente Milano con una sola attesissima recita accanto ad Herman Cornejo (principal all’American Ballet Theatre) e al Corpo di Ballo del Teatro alla Scala nella storica coreografia di Kenneth MacMillan.
Un evento sottolineato da manifestazioni imponenti di giubilo e di approvazione entusiastica a corona di un riconoscimento unanime.Alessandra Ferri ebbe modo di affermare che “Giulietta è il suo ruolo eterno”. Infatti lo danzò la prima volta alla tenera età di 19 anni con il Royal Ballet di Londra e oggi, a 53 anni compiuti, ha saputo restituire tutta la magia e l’incanto proprio nel teatro in cui vide muovere i suoi primi passi, frequentando da allieva la scuola di Ballo milanese ricevendo in seguito la nomina a Prima Ballerina Assoluta e il conferimento, a più riprese, del titolo di “Ballerina dell’Anno” presso le più importanti nazioni mondiali.
La sua Giulietta ha conquistato, ancora una volta, il pubblico e gli addetti ai lavori con una interpretazione da manuale antologico, una sorta di Lectio Magistralis sull’arte della Danza, contrassegnata dall’eccezionalità destinata ad un ricordo indimenticabile e duraturo nel tempo. Un’artista tanto completa da riempire totalmente il palcoscenico solo con la sua professionalità, in una suggestione superbamente espressiva, che in ogni alzata di sipario rinnova i “passi” e le fasi di una scintillante carriera sulle scene internazionali ed in questo frangente in quelle milanesi, sua città nativa. Alessandra Ferri, a detta dei più esperti, ha infuso nuove sfumature coreutiche ed innovative visioni interpretative al personaggio disegnato da MacMillan.
Un classico della coreografia sulle immortali note di Prokof’ev, musica sublime, particolareggiata da potenti emozioni e dettagli descrittivi incastonati in un allestimento da “teatro nel teatro”. Questa versione di “Romeo e Giulietta”, in repertorio alla Scala da tanti anni, ha visto così riaccendere i riflettori sul genio shakespeariano mediante gli amanti veronesi, che MacMillan ha trattato con lirismo e tensione psicologica per restituire l’intera loro essenza. Una serata d’eccezione voluta dal maestro e direttore ad interim del Corpo di Ballo scaligero Frédéric Olivieri (anche direttore della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala).
Recentemente in una mia conversazione telefonica con la signora Ferri, sfociata in un’intervista per il Giornale della Danza, l’étoile dichiarò a proposito di Giulietta: “Per me questo è un ruolo ‘simbolo’ in cui sono stata riconosciuta e mi sono affermata nel mondo. È un ruolo che si trova nel mio DNA, in qualche modo sono nata Giulietta perché ne conosco e ne capisco ogni sua sfumatura. È una parte che mi viene ancora richiesta, perché evidentemente ho una connessione interiore tale con questo personaggio che mi accompagna nella vita, e ogni volta che lo ballo mi si rivelano nuovi dettagli, entrando così sempre più in profondità. È anche un modo per confrontarmi, per riflettere durante il trascorrere degli anni… vedo i miei cambiamenti di donna, di ballerina, di artista attraverso questo ruolo che muta con me. È una continua rinascita, come spero ogni giorno della nostra vita, sia tale.” E a proposito del Teatro alla Scala affermò: “Ricordo benissimo la mia audizione per la Scuola di Ballo, a dieci anni, è stata l’autentica partenza ed il mio inizio. Rammento ancora la sensazione nel trovarmi davanti ai maestri della commissione che mi osservavano, mi alzavano le gambe per capire la flessibilità e le attitudini e ho ancora oggi vivida quella percezione nel pensare di trovarmi di fronte ‘al mio destino’.”
Michele Olivieri
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Photo © Universal Ballet photo by Kyoungjin Kim
Photo © Rosalie O’Connor, courtesy of American Ballet Theatre