Sabato 29 febbraio 2020 al Teatro Niccolini di Firenze andrà in scena Pinocchio,una produzione Compagnia Opus Ballet e la Compagnia Giardino Chiuso, in coproduzione con Fondazione Fabbrica Europa e Versiliadanza. Grazie alla generosità interpretativa di un capolavoro della letteratura, lo spettacolo è caratterizzato da una distinta direzione immaginifica e simbolica, e si modella sulle necessità espressive contemporanee dando al racconto nuova vita rappresentandolo sotto una luce diversa.
Le parole di Kleist tratte dal “Teatro delle marionette” che aprono lo spettacolo, affidate all’interpretazione di Virginio Gazzolo, ci danno l’opportunità di collocare il nostro Pinocchio in una lettura intuitivamente riconoscibile. La marionetta/burattino si inserisce tra il divino e il terreno; sincero e dispettoso verso l’umanità, Pinocchio, che in questa messa in scena è il riflesso dell’artista, scruta curioso e pieno di aspettative tutto quello che accade intorno a lui. Ma le sue avventure lo porteranno ad assoggettarsi completamente al mondo terreno, scegliendo di diventare di carne e ossa, suicidando la sua parte “divina” per quella umana.
Le scene si susseguono incessantemente, senza tregua, in viaggi fantastici e perigliosi alla scoperta delle sensazioni, degli affetti, della giustizia, dell’incerto, dell’amicizia, del tradimento, del divertimento, delle lacrime, della povertà, dell’onestà. Danza, parola, video, musica portano lo spettatore in una dimensione sospesa, coinvolgente e onirica cercando di raccontare e difendere la libertà intrinseca di Pinocchio. Un Pinocchio che, come l’artista, guarda il mondo come fosse sempre la prima volta, con occhi ingenui e sempre curiosi. Un’anima pura.
Lo spettacolo è organizzato in occasione della mostra ENIGMA PINOCCHIO – da Giacometti a LaChapelle, che sarà aperta al pubblico aVilla Bardini fino al 23 marzo 2020.
ORARI & INFO
Sabato 29 febbraio 2020, ore 17:00 e ore 21:00
Teatro Niccolini
Via Ricasoli 3, Firenze
Infoline + 39 055 094 6404
Lorena Coppola
www.giornaledelladanza.com
Photo Credits: Enrico Gallina e Salvatore Abrescia