L’étoile di fama mondiale e bellezza particolarissima. Luciana Savignano è la musa che ha ammaliato coreografi come Béjart, Mario Pistoni, Paolo Bortoluzzi, Roland Petit, Micha van Hoecke, solo per citarne alcuni. Considerata una stella pari a ballerini come Carla Fracci e Rudolf Nureyev, applaudita dalla critica europea, esaltata dalla nota critica di balletto e danza italiana Vittoria Ottolenghi. La Savignano si è imposta nel panorama mondiale della danza d’arte degli ultimi trent’anni per l’asciutta compostezza del gioco scenico, unito alla tensione drammatica e a una forte tecnica che le ha permesso di affrontare anche i grandi ruoli del repertorio classico: Giselle e il Lago dei cigni.
Luciana Savignano nasce a Milano nel 1943 e si avvicina alla danza grazie al padre, che, da bambina, la porta a vedere Il Lago dei Cigni
“Il mio corpo non era quello di una tradizionale ballerina quando cominciai, braccia troppo lunghe, piedi troppo grandi, eccessivamente alta. Senza contare che sono sempre stata timida. Solo in scena ho il mio riscatto, il pubblico”, ha affermato la Savignano al Giornale Off.
Si forma presso la Scuola di Ballo della Scala di Milano e si diploma in seguito ad un periodo di perfezionamento al Teatro Bolsohi di Mosca. Nel 1968 Mario Pistoni la sceglie come ballerina solista per il “Il matrimonio meraviglioso“, su musica di Bela Bartok, con il quale ottiene la sua prima importante affermazione nel mondo della danza. Nel 1972 diventa prima ballerina alla Scala per diventare tre anni dopo, nel 1975, étoile. Maurice Bejart la invita nella compagnia Ballet du XXe siecle dove interpreta la Nona Sinfonia. In seguito Béjart crea per lei Ce que l’amour me dit con Jorge Donn. Interpreta inoltre Romeo e Giulietta, Bakti, Bolero, Leda e il cigno e contemporaneamente alla Scala danza nel Lago dei Cigni, La Bisbetica Domata e Cinderella.
Luciana è una danzatrice fuori dagli schemi, tenera ma anche trasgressiva, come dimostra la grande varietà dei ruoli da lei interpretati
Possiede un corpo esile e dalle linee moderne, un viso dai tratti orientali che la rendono unica ed amata dal pubblico e dai più grandi coreografi, fra cui l’indimenticabile Maurice Béjart, che su di lei costruisce molti ruoli. E’ nel celeberrimo Boléro che la Savignano esprime al massimo le sue doti di ballerina, proiettata verso la modernità grazie alle linee pure e definite e alla sensualità e all’eleganza del movimento, sua cifra stilistica fondamentale. Il connubio artistico con Béjart porta alla creazione di altri importantissimi e celebri lavori, fra cui La Luna e La Lupa. Nel 1994 Bejart la fa danzare ne La Voce tratta da La Voix Humaine e in Bolero su musica di Ravel. Nello stesso anno si esibisce negli spettacoli A la memoire e Carmina Burana.
Dal 1995 la Savignano collabora con la coreografa Susanna Beltrami con la quale fonda nel 1998 la Compagnia Pier Lombardo Danza (oggi: Compagnia Susanna Beltrami)
Dal sodalizio con la Beltrami viene prodotto anche lo spettacolo “Ukiyo-E – il fluire di una stella” eseguito in diversi teatri italiani. Nel 2009 Luciana è uno dei giudici del talent show di Rai 2 Italian Academy. Nelle stagioni 2010 e 2011 interpreta il ruolo della Regina Thalassa nello spettacolo Shéhérazade del Balletto del Sud diretto da Fredy Franzutti e nel settembre 2012 riveste i panni di Don Juan nell’omonimo spettacolo del coreografo Massimo Moricone al Teatrino di Corte del Palazzo Reale (produzione del Teatro San Carlo di Napoli). Negli stessi anni si ricordano, inoltre, le importanti collaborazioni con il coreografo Micha van Hoecke realizzate al Teatro alla Scala e al Ravenna Festival.
Luciana Savignano è impegnata anche nel sociale, come testimonial a titolo gratuito, delle associazioni italiane confederate per la malattia di Parkinson
Nell’aprile del 2016 è stata pubblicata la sua biografia Luciana Savignano, l’eleganza interiore, scritta dal danzatore Emanuele Burrafato ed edita da Gremese. Nel marzo del 2019 è stato pubblicato il libro Conversazioni private con Cristiano Cassani e curato da Olga Karasso, Edizioni del Foglio Clandestino. Nel febbraio del 2020 viene stampata la seconda edizione.
Premi
- Premio Positano per l’Arte della danza Léonide Massine
- 2019 Premio alla carriera – Festival della Danza d’autore – Corpi in movimento
- 2020 Premio Lo Schiaccianoci d’Oro – IV Edizione
Elena Parmegiani
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