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Futuro Festival al Teatro Brancaccio in scena Silvia Marti e Alessia Gatta

All’interno di Futuro Festival al Teatro Brancaccio, giovedì 29 luglio, in programma due nuovi spettacoli che debuttano in prima nazionale: “Keeping Warm” diretto e coreografato da Alessia Gatta, proposto alle ore 19. Segue alle ore 21 la compagnia KoDance di Silvia Marti con “Clorophilia”, lavoro fortemente ispirato dalla natura, che esplora la possibilità di redenzione da parte dell’essere umano.

Con “Keeping warm” ci si domanda quale sia il vero motivo che ci spinga a creare con il linguaggio corporeo. Gatta trova la risposta in concetti apparentemente semplici: il tatto, i respiri, la comunità, la vicinanza, l’aderenza agli approcci e le relazioni scaturite da essi. La totale assenza di tutto ciò ha svelato che il sostenerci e l’ispirarci l’un l’altro è già di per sé danza. Dall’intimo desiderio di re-incontrarsi, misurarsi, fondersi nasce Keeping Warm, che vuole giovarsi della maggiore consapevolezza del sé, acquisita durante mesi dedicati alla riflessione, per trovare nuovi modi di comunicazione che rafforzino la capacità di relazione con l’altro e con l’universo che ci ospita. Lo spettacolo mette in scena la profonda volontà di prendersi cura della danza e dello spazio che essa può abitare attraverso il calore dei corpi e degli animi che lo vivono, per giungere ad un risveglio delle membra statiche e delle menti sopite. Ecco dunque che l’autenticità della condivisione di percezioni ed intuizioni tra coreografa e danzatrici durante la creazione ha dato vita ad un sano e accurato dialogo non solo verbale, ma soprattutto corporeo. La complessità e l’ambiguità del nostro presente sembra metterci di fronte a superfici ghiacciate su cui è facile scivolare o montagne di neve da cui si può essere travolti. Forse basterebbe essere duri come il ghiaccio e candidi come la neve per affrontare tutto questo. Immerse in paesaggi innevati e freddi, tre donne si ri-conoscono per sostenersi, donando rinnovata fiducia reciproca ai loro corpi per condividere un’esperienza apparentemente ostile. Continuano a vivere in una realtà descritta da condizioni atmosferiche come il vento, la neve, il freddo che compromettono le funzioni fisiologiche. Persistono e indagano nuove prospettive e visioni, connettendosi con e attraverso il corpo. Ispirate da modelli archetipici della nostra cultura e tradizione occidentale, si animano immagini simboliche ed evocative, le quali permettono il fluido mutare della qualità sensoriale, corporea ed emozionale: il Titano Atlante che sorregge l’intera volta celeste, la Dea della neve Chione e il rituale del travestimento carnevalesco che, sovvertendo i codici, scaccia gli spiriti maligni per accogliere la rinascita primaverile.

Sostiene Alessia Gatta: “Credo fortemente che divulgare un messaggio di cura, attraverso la danza e l’arte, è e sarà necessario per la guarigione tanto oggi desiderata dai nostri corpi e dalle nostre anime”.

CLOROPHILIA (la cui etimologia deriva dalla traslazione del sostantivo “clorofilla”, pigmento vitale per le piante che permette loro di ottenere energia dalla luce) esplora la possibilità̀ di una redenzione attraverso il primordiale ritorno alle origini, alla capacità di riflettere sull’opportunità̀ di rigenerazione, abbracciando tutto ciò̀ che abbiamo distrattamente ritenuto poco utile, sostituendolo e sacrificandolo con il feroce cammino inarrestabile verso un pensiero unilaterale. Sostiene la compagnia: Lo spettacolo nasce in un momento storico segnato da una terribile pandemia che ci ha costretto a vivere nelle nostre case per molto tempo. Questo essere circoscritti forzatamente entro un limite, il non poter usare il contatto come mezzo di conoscenza e d’espressione, dà vita ad una riflessione costante e senza tregua che porta in un altro luogo, un unico spazio in comune dove veniamo illuminati, proprio come le piante, dalla luce.

Le scene segnano lo scandire del tempo apparentemente immobile, mansueto. All’interno dello spazio un piccolo mondo personale, pensato in memoria di quello che avevamo, così che il fuori diventa il dentro. Entrare in stretta connessione tra il microcosmo umano e macrocosmo naturale; un dentro da riempire. CLOROPHILIA è in effetti una sorta di ossigenazione dall’esperienza appena vissuta, ossia un momento fatto di reclusione, pensieri, azioni limitate in uno spazio delimitato.

Prosegue la compagnia: In questa creazione abbiamo condiviso le nostre personali sensazioni, le abbiamo trasferite in gesti, in istanti a tratti ripetitivi, abbiamo lasciato scorrere in noi quella parte di chimica che si sprigiona quando si condivide la stessa esperienza. Come l’acqua che si fa spazio insinuandosi attraverso le rocce, CLOROPHILA, servendosi di una qualità̀ di dialogo fatto di azioni costruite ed accumulate, trasferisce la personale idea del gesto da un contesto serrato ad un linguaggio comune. Scene che diventano immagini simboliche, figure significative, ancestrali, arcani misteriosi, messaggi pieni di significato. 

© www.giornaledelladanza.com

 

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