È la danzatrice e coreografa italiana residente in Svezia Cristina Caprioli, autrice di un corpus di lavori che scardinano le convenzioni linguistiche e percettive della danza consolidando il suo ruolo internazionale, il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Danza 2024.
A Trajal Harrell, fra i più originali e richiesti danzatori e coreografi degli ultimi anni in forza di una danza “espansa” che metabolizza Vogue dance, postmodern, butoh, ricerca e cultura pop, è attribuito il Leone d’Argento della Biennale Danza 2024.
I Leoni sono stati accolti dal Consiglio di Amministrazione dellaBiennale di Venezia su proposta del direttore del settore DanzaWayne McGregor. La cerimonia di consegna avrà luogo il 21 luglio nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale, nel corso del 18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (18 luglio > 3 agosto).
CRISTINA CAPRIOLI
LEONE D’ORO ALLA CARRIERA
Danzatrice, coreografa, teorica sperimentale, accademica e curatrice, Cristina Caprioli si fa portatrice di un’idea di coreografia come “discorso critico in continuo movimento”, in cui l’atto creativo non è mai disgiunto dalla riflessione ed è, anzi, un pensiero che si interroga sul fare danza nel momento stesso in cui la danza si genera. Figura di primo piano della scena scandinava, la portata internazionale del pensiero di Cristina Caprioli e della sua opera, scrive Wayne McGregor nella motivazione, “ha silenziosamente e sostanzialmente influenzato più generazioni di coreografidurante i suoi tre decenni di ricerca critica sul corpo”. E prosegue: “A metà degli anni Novanta Caprioli ha fondato l’organizzazione indipendente ccap, con la quale ha prodotto un’ampia gamma di performance, installazioni, film, oggetti, pubblicazioni e altre “coreografie”, oltre a progetti di ricerca interdisciplinari a lungo termine. La coreografia di Caprioli è caratterizzata da precisione, complessità e forme nuove di virtuosismo fisico. Tutte le sue produzioni sfidano le regole e le economie di scambio del settore; le basi filosofiche del suo canone hanno bilanciato ricerca concettuale rigorosa ed esperienza concreta coinvolgente e altamente praticabile. L’impegno di Caprioli per l’avanzamento e lo sviluppo della nostra forma d’arte è stato fonte di ispirazione per il settore e il suo approccio sotto traccia a tutto ciò che intraprende non fa che evidenziare la qualità eccezionale e l’integrità di un processo creativo a 360 gradi”.
Cristina Caprioli con la sua compagnia ccap era stata alla Biennale Danza nel 2010, dove aveva presentato in prima mondiale cut-outs & trees, spettacolo prodotto dalla Biennale di Venezia con Dance Umbrella di Londra e Dansens Hus di Stoccolma.
Quest’anno al 18. Festival Cristina Caprioli presenterà alcune delle sue ultime opere e una novità: Deadlock e Flat Hazerispettivamente al Teatro alle Tese e alle Sale d’Armi dell’Arsenale, visibili per tutto il periodo del Festival (18 luglio > 3 agosto); Silver a Forte Marghera, visibile nei fine settimana; The Bench, che Cristina Caprioli stessa, facendosi mentore d’eccezione, creerà per e con i danzatori e coreografi selezionati di Biennale College.
TRAJAL HARRELL
LEONE D’ARGENTO
“Trajal Harrell è unico”, scrive Wayne McGregor presentando il destinatario del Leone d’Argento, che già aveva invitato due anni fa alla Biennale Danza con Maggie the Cat, lavoro che prendeva spunto dal testo di Tennessee Williams per interrogarsi su potere, gender, intolleranza, inclusione.
“Laureato alla Yale University, al Centre National de la Danse (Yvonne Rainer) e alla Martha Graham School of Contemporary dance – recita la motivazione del premio – la ricerca fondamentale di Trajal Harrell si basa su una ricca conversazione tra la danza postmoderna, la scena del voguing newyorkese e la danza giapponese Butoh. Il suo lavoro re-immagina il nostro passato incurante della distanza cronologica, geografica e culturale, portando le sue performance in luoghi dedicati tanto alle arti visive quanto allo spettacolo dal vivo. Harrell utilizza gli strumenti del pensiero critico, in particolare la ricerca sul genere, il femminismo e il post-colonialismo, per esplorare le sue approfondite acquisizioni di storia dell’arte e della danza. Frutto di una vasta ricerca, le sue performance sono come tanti oggetti sensibili, ibridi e gioiosi che attingono in egual misura alla moda, alla cultura pop e agli artisti d’avanguardia. È in questo mix unico di generi, nella sorprendente giustapposizione di forme e nella vastissima gamma di emozioni che il lavoro di Harrell coinvolge e appassiona. Ridiamo con la stessa rapidità con la quale piangiamo, in un ottovolante di emozioni”.
Trajal Harrell torna alla Biennale Danza per il 18. Festival con due opere: Tambourines e Sister or He buried the Body.
I LEONI DELLE PRECEDENTI EDIZIONI
In passato il Leone d’Oro alla carriera per la Danza era stato attribuito a Merce Cunningham (1995), Carolyn Carlson (2006), Pina Bausch (2007), Jirí Kylián (2008), William Forsythe (2010), Sylvie Guillem (2012), Steve Paxton (2014), Anne Teresa De Keersmaeker (2015); Maguy Marin (2016); Lucinda Childs (2017); Meg Stuart (2018), Alessandro Sciarroni (2019), La Ribot (2020), Germaine Acogny (2021), Saburo Teshigawara (2022), Simone Forti (2023).
Il Leone d’Argento, dedicato alle presenze più incisive nella danza degli ultimi anni o a istituzioni che si sono distinte nel far crescere nuovi talenti, in passato è stato attribuito al Performing Arts Research and Training Studios di Anne Teresa De Keersmaker (2010), Michele Di Stefano (2014), Dana Michel (2017), Marlene Monteiro Freitas (2018), Steven Michel e Théo Mercier (2019), Claudia Castellucci (2020), Oona Doherty (2021), Rocío Molina (2022), Tao Dance Theater (2023).
CENNI BIOGRAFICI
Cristina Caprioli (Brescia – Italia, 1953) – Danzatrice e coreografa italiana residente a Stoccolma. Tutti i suoi lavori esprimono un’urgenza critica di pensiero e azione attraverso la precisione del segno e la complessità della struttura. Dopo gli studi al Liceo artistico di Brescia, dal 1971 al ’74 frequenta l’Accademia del Balletto di Stoccolma. Dal 1975 al ’77 è a New York, dove prosegue la sua formazione al Merce Cunningham Studio, all’America Ballet School, con Viola Farber e lavora con Douglas Dunn. Tra il 1979 e l’81 è di nuovo a New York, dove trova ispirazione nel lavoro di Jennifer Muller, Larry Rhodes, Maggie Black e Zena Romett. È in questo periodo che frequenta anche lezioni con Twyla Tharp. Dopo una carriera come danzatrice in Svizzera, Germania e New York, nel 1983 si stabilisce definitivamente a Stoccolma. Qui nel 1998 fonda la compagnia indipendente ccap, con cui realizza performance, coreografie, installazioni, film, oggetti, pubblicazioni e gestisce progetti di ricerca interdisciplinare a lungo termine.
Nel 2001 presenta Body, interrupted alla Tate Modern di Londra; nel 2008 Cicada al Jacobs Pillow (Usa) con i solisti del balletto dell’Opera di Stoccolma. Nel 2013 presenta trees al PS1 MoMA di New York e nel 2015 a Fabbrica Europa di Firenze. Nel 2022 presenta Once Over Time, una retrospettiva degli ultimi 20 anni di lavoro, commissionata da Tanz im August (Berlino), e presentata anche a Stoccolma e Umeå.
Nel 1997 è promotrice del festival/symposium Talking Dancing, nel 2000 del festival/laboratorio Movement is a Woman, nel 2012 del research/symposium Weaving Politics (Stoccolma). Nel 2014 presenta la conferenza Choreo-Drift a Berlino, poi a Copenhagen, Stoccolma, Tensta, New York e Filadelfia. Attiva anche come teorica e insegnante, dal 2008 al 2013 è Professore di coreografia alla Stockholm University of the Arts. Inoltre, nel 2014 insegna alla Harvard University di Boston; nel 2022 è nominata professore ospite Mercator alla Freie Universität di Berlino, e nel 2024 insegnerà alla Yale University New Haven. L’opera didattica e teorica di Caprioli è stata presentata a: ImpulsTanz di Vienna, SEAD di Salisburgo, Schwere Reiter di Monaco, Skolen for Modern Dance di Copenhagen, Fabbrica Europa e Parc a Firenze, Ricerca X Torino.
Fra i premi e le onoreficenze ricevute: Premio Cullberg (2008), Gannevik stipendium (2013), Royal Gold Medal Illis quorum meruere labores (2021), la più alta onorificenza svedese “per il suo contributo significativo come danzatrice e coreografa e per il suo eccezionale contributo nel campo della danza svedese e internazionale”.