Dal 22 giugno al 14 luglio 2024, all’Opéra Garnier di Parigi andrà in scena Bluebeard, pièce creata nel 1977 da Pina Bausch. La coreografia, ispirata all’opera lirica Duke Bluebeard’s Castle di Bela Bartók, a sua volta ispirata dal racconto La Barbe bleue di Charles Perrault e al dramma Ariane et Barbe-Bleue di Maurice Maeterlinck, trasforma il palco nello spazio di un rituale intenso e selvaggio: quello di un uomo che si confronta con la sua sete di potere, i suoi desideri e le sue fantasie.
In un castello il cui pavimento è disseminato di foglie morte, quasi a voler suggerire che si è in presenza di una giungla arida e desolata, un uomo aziona compulsivamente un registratore. Circondato da figure che lo perseguitano, ascolta e riavvolge, senza sosta, il nastro magnetico. La musica, continuamente interrotta e fatta ripartire, risulta spezzata, quasi a ripetere, a livello acustico, l’azione omicida compiuta da Jan Minarik-Barbablù che fa a pezzi le proprie mogli.
Oltre ai due protagonisti, in scena, danzatori e danzatrici formano a loro volta delle coppie, forse proiezioni della coppia principale, di cui ripetono i movimenti e i tic, sia pure in momenti diversi, tuffandosi a capofitto in una coreografia che mette a nudo la violenza e l’assurdità delle relazioni umane. I personaggi si trovano in un salone che ha le pareti e i vetri delle finestre logori.
Di quest’opera di Pina Bausch, sulla musica di Herzog Blaubarts Burg, sono state date molte interpretazioni. Come osservato da Elena Randi: Per quanto diverse tra loro, esse sono accomunate dall’attenzione rivolta principalmente all’aspetto contenutistico: il sadomasochismo della pièce, il conflitto maschio-femmina, l’esistenza come prigione dalla quale si è oppressi. In effetti, ciò che vediamo – ciò che non possiamo non vedere – sono uomini e donne che si affrontano all’interno di uno spazio chiuso, nel quale compiono azioni selvagge e spietate: si inseguono, consumano rapporti sessuali violenti, sbattono contro i muri, si frustano. La natura compulsiva del desiderio diventa un principio di scrittura: bloccati in una serie di gesti ripetuti fino all’esaurimento o all’esplosione, i tragici personaggi di Pina Bausch ci trascinano in un mondo senza fiato in cui convergono seduzione e dominio.
Bausch capovolge le immagini, in modo che qualcosa di inquietante possa improvvisamente diventare benigno, e viceversa. Barbablù insegue donne volubili, le cattura giocosamente in un lenzuolo, poi le getta in un mucchio, solo che le donne si alzano e cominciano a ridacchiare, come se stessero confrontando i pettegolezzi della sera prima. Il messaggio finale è che non possiamo mai giudicare completamente ciò che vediamo.
ORARI & INFO
Dal 22 giugno al 4 luglio 2024
Opéra de Paris
PALAIS GARNIER
Lorena Coppola
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