Lunedì 25 novembre, dalle ore 10 alle ore 17, a Cango Cantieri Goldonetta a Firenze, si svolgerà il convegno “Abitare il museo _ Il corpo dell’arte” a cura del “Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni”, con il sostegno della Regione Toscana, del Ministero della Cultura, del Comune di Firenze e della Fondazione CR Firenze.
La giornata di studi – che vedrà la partecipazione di direttori di istituzioni museali, antropologi, operatrici e operatori del welfare culturale – si propone di attraversare alcune delle più rilevanti esperienze nell’ambito delle nuove modalità di fruizione degli spazi museali, illuminandone i risvolti in termini di benessere individuale e di sviluppo di legami comunitari.
Il convegno metterà al centro il racconto di alcuni percorsi attivati negli ultimi anni in numerosi musei nazionali, concentrandosi altresì sui seminali progetti di welfare culturale ideati in Toscana da curatrici e operatrici. Tali percorsi riconoscono nel museo uno spazio della prassi, che affianca e sopravanza quello consolidato di luogo della conservazione e dello studio: le pratiche di trasmissione, osservazione, ascolto e condivisione che i percorsi condotti da Sieni dispiegano nei musei costituiscono infatti la proposta di un nuovo paradigma di fruizione, di dialogo tra utenza e opera, di comunicazione e di accessibilità.
Intorno al Convegno, tre giorni – venerdì 22, sabato 23 e lunedì 25 novembre – dedicati alle intersezioni tra danza e opera d’arte, tra corpo vivo e immagine dipinta: due performance e una lezione sul gesto compongono un ciclo di appuntamenti volti a indagare le nuove modalità di fruizione dello spazio museale e a sondarne le potenzialità e la rilevanza nell’ambito del welfare culturale, a partire dai progetti partecipativi ideati e realizzati da Virgilio Sieni all’interno delle principali istituzioni museali nazionali e internazionali.
Ad aprire la tre giorni, venerdì 22 novembre alle ore 20, a Cango Cantieri Goldonetta, è “Physys”. Lo spazio ventoso, un progetto coreografico di Virgilio Sieni agito da dieci danzatrici e danzatori. “Physis” deriva dal verbo phyo, e indica l’atto di germinare o fiorire, produrre, aprire o schiudere. “Physis” fa così riferimento a un processo di modellamento, di formazione e deformazione, ossia un divenire altro delle cose, che muovendosi entrano in congiunzione tra loro. Uno spazio attraversato dalle forme nomadi dello spostamento si dispiega così attraverso la danza: una danza che si abbevera dalla tattilità pittorica richiamata dalle opere del “Beato Angelico” conservate nel “Museo di San Marco”.
Sabato 23 novembre, alle ore 17, il Cenacolo del Fuligno ospita una “Lezione sul gesto” condotta da Virgilio Sieni davanti all’Ultima Cena del Perugino. La lezione pratica, aperta a tutta la cittadinanza, sarà introdotta da una lectio dedicata all’opera a cura di Stefano Casciu, Direttore regionale Musei nazionali Toscana.
Infine, al termine del convegno, lunedì 25 novembre, alle ore 20, il Museo di San Marco ospita “Lumen Naturae”, un progetto di Virgilio Sieni danzato da dieci interpreti. Disposti nelle vicinanze delle opere del Beato Angelico al Museo di San Marco, danzatrici e danzatori propongono ai visitatori esercizi ascoltati, brevi sequenze contemplate, ripetizioni meditate, sguardi di attenzione allo spazio delle celle. Il pubblico sarà invitato in questo cammino silenzioso a osservare liberamente e a richiedere, se lo desidera, la trasmissione dell’opera attraverso il gesto.
Progetto coreografico, trasmissione e spazio Virgilio Sieni
Collaborazione, creazione e azione Jari Boldrini, Claudia Catarzi, Francesco Collavino, Marco Fichera, Beatrice Gatti, Maurizio Giunti, Andrea Bianca Maragliano, Giulia Mureddu, Andrea Palumbo, Linda Vinattieri e Virgilio Sieni
Dieci danzatrici e danzatori, disposti nelle vicinanze delle opere del Beato Angelico al Museo di San Marco a Firenze, propongono ai visitatori esercizi ascoltati, brevi sequenze contemplate, ripetizioni meditate, sguardi di attenzione allo spazio delle celle. Le dieci opere scelte del Beato Angelico abitano lo spazio in San Marco creando un tragitto inteso come una forma meditata del camminare. Il pubblico sarà invitato in questo cammino silenzioso a osservare liberamente e a richiedere, se lo desidera, la trasmissione dell’opera attraverso il gesto. Quello che nasce è un’idea di agorà del gesto trasmesso sottovoce: un veicolare di gesti di vicinato e vernacolari, aderenti alle opere e colmi d’ascolto. Porsi di fronte all’opera d’arte per interrogarsi sulla nostra postura, su come il gesto assorba la notizia dell’opera d’arte per un dialogo sorgivo. Attraverso il corpo e riferendosi alle forme dell’ascolto che nell’immediatezza sperimentano e verificano il grado di risonanza tra un gesto e l’altro, tra il corpo e l’opera d’arte. Forma di cura dell’anima che parte dal senso del dono e dell’apertura: donarsi all’opera e aprirsi alle indicibili fessure che svelano il desiderio di percorrere un viaggio insieme all’opera d’arte. Un dono in quanto il gesto è accolto come restituzione spontanea e come tale è innestato insieme agli altri in un gioco cosmologico di rimandi e associazioni. Il museo non è una palestra ma il luogo sconvolgente dell’incontro con l’atto poetico. In questo senso abbiamo pensato di creare spazi di verifica e d’azione dove il pubblico può liberamente e silenziosamente predisporsi al gesto. Accanto alle opere d’arte il danzatore è disponibile a trasmettere brevi sequenze fisiche, forme di meditazione sul gesto in risonanza con l’opera d’arte. Meditare il gesto mentre si accoglie l’opera è dichiaratamente una forma di resistenza che induce a restare, a spostarsi rimanendo di fronte all’opera; osservarla, agirla, immaginarla, studiarla nei dettagli inaspettati che colano nel corpo per essere restituiti a un’agorà di verifiche comuni, con gli altri. Il gesto sgraziato, così come quello accurato, diviene un’opportunità unica per essere accompagnato e modulato nel tempo: perdere la fretta, constatare la naturale attitudine alla scoperta, percepire il cambiamento. Desiderare di stare col corpo e con l’opera d’arte e vivere l’esperienza del vuoto interrogativo che forma nuove posture, crea amicizia. Nel brusio di origine sacra che genera l’impegno dell’uomo nel momento in cui è colto nel suo da farsi col corpo per rammentare, sperimentare e provare, il luogo del museo diviene lo spazio condiviso di un rito comune che accoglie le opere, un’aula che esplode in atti di consapevolezza e conoscenza. (Virgilio Sieni)
Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni
CANGO, via Santa Maria 23/25 Firenze
Tel. +39 055 2280525 | e-mail: accademia@virgiliosieni.it
www.virgiliosieni.it
Michele Olivieri
(Foto: BEATO ANGELICO “Annunciazione”, Museo di San Marco Firenze)
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