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Le Roi Candaule (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama  

Le Roi Candaule” è un “Gran balletto in quattro atti e sei scene” con coreografie di Marius Petipa e musiche di Cesare Pugni. Il libretto fu redatto da Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges basato sulla storia del re Candaules il sovrano di Lidia, come descritto da Erodoto nelle sue storie. Fu presentato per la prima volta dal “Balletto Imperiale Russo” il 29 ottobre 1868 all’Imperial Bolshoi Kamenny Theatre di San Pietroburgo con interpreti Felix Kschessinsky (Candaule), Henriette d’Or (Regina Nisia), Lev Ivanov (Gige), Klavdia Kantsyreva (Claytia).

 

La trama racconta dell’arrogante re Candaule che conduce il vero erede al trono Gige nella foresta per farlo sbranare dalle bestie feroci. Gige, tuttavia, sopravvive e questo fatto viene scoperto dall’oracolo Pizia, che assiste la giustizia celeste e aiuta il vero erede a salire al trono. Anche la regina Nisia, la moglie corrotta di Candaule, non rispetta la verità divina. Dopo aver incantato i cortigiani con la sua danza, Candaule ordina che la statua della dea Afrodite venga rimossa e mette sua moglie sul piedistallo, accordandole onori divini. Questo, tuttavia, fa infuriare la dea che infligge una grande punizione divina al re e alla regina che alla fine si traduce nella loro rispettiva dipartita e Gige viene ripristinato al suo diritto di nascita come legittimo re.

Il balletto al debutto ottenne un grande successo, in particolare per la danzatrice Henriette d’Or che stupì gli spettatori per le incredibili capacità tecniche messe in mostra soprattutto nel “Pas de Venus” del secondo atto nel quale ha eseguito cinque pirouettes sulle punte. Due mesi dopo, Petipa trasferì il suo balletto a Mosca, dove fu eseguito in prima assoluta il 22 dicembre 1868 all’Imperial Bolshoi Theatre e continuò ad essere rappresentato a Mosca e San Pietroburgo con grande successo nel corso degli anni. Petipa fece rivivere per la prima volta il balletto nel 1891 con musiche aggiuntive di Riccardo Drigo. Questo revival fu presentato per la prima volta il 6 dicembre 1891 all’Imperial Mariinsky Theatre di San Pietroburgo con protagonisti Pavel Gerdt, Carlotta Brianza, Alexander Gorsky, Varvara Rykhliakova: proprio per la milanese Carlotta Brianza il Maestro Petipa aggiunge un passo denominato “Le Berceau du Papillon”. Questo “Ballet à Grand Spectacle” lo si ritrova poi nella ripresa finale di Petipa al Teatro Imperiale Mariinsky il 21 aprile 1903 con interpreti Pavel Gerdt, Julia Sedova, Georgij Kyaksht, Nadezhda Petipa, Evdokia Vasilieva, Tamara Karsavina, Elena Poliakova dove il coreografo aggiunse nuovi passi come l’Adagio e una nuova danza per Cupido, Ninfe e Satiri e le variazioni per il “Pas de trois delle Tre Grazie”, per la scena de “I bagni della regina Nisia” e per il “Pas de Diane” (noto anche come “Les Aventures Amorouse de Diane”) .

 

Si rammenta a livello storico lo stupore per la “Grand Procession” in apertura del secondo atto dove il re Candaule e Gige fecero il loro ingresso su un carro dorato trainato da due cavalli bianchi, seguiti dalla regina Nisia, che fece il suo ingresso in cima ad un elefante riccamente decorato, e poi seguì una massiccia processione di duecento figuranti. Si ricordano inoltre gli scenografici “Pas d’Aphrodite” e il “Grand Pas” finale noto come “Grand Pas Lydian” che destarono unanime critiche positive nonché ammirazione per l’assoluta capacità di rendere onore alla disciplina accademica. Questi pezzi sono stati sovente usati singolarmente nei Gala di Danza. “Le Roi Candaule” è stato annotato con il metodo di notazione Stepanov e fa parte della Collezione Sergeyev, ma tempo prima che ciò avvenisse Petipa aveva realizzato degli schizzi illustrativi su carta.

 

Nel 1925, “Le Roi Candaule” si vide in un’altra ripresa ad opera del ballerino e maestro di ballo, Leonid Leontiev. Il balletto fu eseguito per l’ultima volta il 2 settembre 1925 e da allora non è più stato portato in scena.

 

Tre curiosità in chiusura: il ruolo del Satiro nel “Pas de Diane” fu l’ultimo ruolo che George Balanchine danzò in Russia durante un Gala al Teatro Bolshoi nel 1922. La variazione per arpa che Riccardo Drigo compose appositamente per Anna Pavlova nel ruolo della Regina Nisia è ancora oggi portata in scena nel  “Paquita Grand Pas Classique” ed era una delle preferite in assoluto di Pavlova. Nel 1935, Agrippina Vaganova allestì una versione del balletto “La Esmeralda” al Kirov e nel secondo atto aggiunse la ripresa del “divertissement” da “Le Roi Candaule” famoso come “Pas de Diane” a cui diede il nome di “Diane et Actéon Pas de deux”. Questa nuova versione venne danzata con virtuosismo al debutto da Galina Ulanova e Vakhtang Chabukiani.

 

Michele Olivieri

 

Foto: Carlotta Brianza

www.giornaledelladanza.com

 

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