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Il coreografo Francesco Nappa “allo specchio”

Francesco-Nappa

Il balletto classico preferito?
Romeo e Giulietta.

Il balletto contemporaneo prediletto?
Petite mort di Jiří Kylián.

Il Teatro del cuore?
Opéra Garnier di Monte-Carlo.

Un romanzo da trasformare in balletto?
Novecento di Alessandro Baricco.

Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto?
Titanic.

Il costume di scena indossato che hai preferito?
Il costume del “Figliuol prodigo” di George Balanchine a Montecarlo (indossato da Frédéric Olivieri).

Quale colore associ alla danza?
Blu come il mare.

Che profumo ha la danza?
Delle tavole di legno dei palcoscenici.

La musica più bella scritta per balletto?
La Sagra della primavera di Igor’ Fëdorovič Stravinskij.

Il film di danza irrinunciabile?
Staying alive con John Travolta.

Due miti della danza del passato, uomo e donna?
Rudolf Nureyev e Isadora Duncan.

Il tuo “passo di danza” preferito?
Contre temps.

Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico?
Spartacus. Non solo per l’energia e la forza del corpo, ma perché è un uomo che si ribella e non accetta il limite imposto. Ogni gesto è lotta, ogni salto è libertà.

Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica?
George Balanchine.

Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Ciao, ti va di ballare con me?

Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Passione, rigore, volontà.

Come ti vedi oggi allo specchio?
In movimento!

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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