
A dieci anni dal suo esordio come coreografo, Christos Papadopoulos torna al Romaeuropa Festival, giunto quest’anno alla sua quarantesima edizione, con My Fierce Ignorant Step, produzione Romaeuropa Festival, realizzata con il sostegno di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels che condensa la maturità di un percorso artistico ormai riconosciuto a livello internazionale e segna un ritorno alle origini, non tanto stilistiche quanto emotive. La nuova creazione si colloca come tappa di una ricerca coerente, quasi ascetica, in cui Papadopoulos analizza il corpo come strumento percettivo, politico e spirituale.
Sin dai primi lavori, da Elvedon a ION fino a Larsen C, il coreografo greco ha costruito un linguaggio in cui il movimento è concepito come fenomeno fisico e vibratorio: un sistema in cui microvariazioni, respiri e oscillazioni diventano codici di relazione. My Fierce Ignorant Step porta questa indagine verso una dimensione più intima, in cui la memoria sonora dell’infanzia e l’esperienza collettiva della cultura greca si fondono in un dispositivo scenico che alterna minimalismo e densità emotiva.
Papadopoulos si ispira ai ricordi sonori della sua infanzia, evocando un universo di voci, canti e rumori che appartengono a un tempo condiviso. Questi frammenti, elaborati e decostruiti, diventano il terreno su cui il coreografo esplora la distanza e la prossimità fra parola e movimento. La voce, anziché essere medium narrativo, diventa gesto; il corpo, anziché rappresentare, emette suono. Ogni azione è determinata da una dinamica interna, come se il suono nascesse dal corpo stesso, in una continua osmosi fra ritmo e respiro.
L’eco di Axion Esti di Mikis Theodorakis attraversa il lavoro come un controcanto silenzioso: non una citazione, ma una matrice di pensiero. L’opera di Theodorakis, ponte fra poesia e musica, suggerisce a Papadopoulos un principio di coesione, un’idea di appartenenza che si traduce scenicamente nella costruzione di un coro fisico, dove l’individualità dei danzatori si dissolve in una partitura collettiva. In questo senso, My Fierce Ignorant Step non è solo una riflessione sulla memoria, ma anche una meditazione sulla trasmissione, del respiro, del gesto, della presenza e come forma di conoscenza condivisa.
La scena, spoglia di orpelli, è concepita come spazio di ascolto. La luce si muove insieme ai corpi, delineando traiettorie impercettibili, mentre il suono, spesso generato in tempo reale dai performer, guida la progressione coreografica. L’opera si sviluppa come un continuum, senza cesure né climax narrativi, ma con un andamento organico che ricorda il battito di un corpo collettivo. Papadopoulos conferma così la sua capacità di coniugare rigore formale e densità sensoriale, ponendosi nel solco di una danza europea che, da Forsythe ad Anne Teresa De Keersmaeker, ha fatto della composizione fisica un territorio di riflessione concettuale.
Tuttavia, la sua cifra resta profondamente personale: la danza come linguaggio primario, come tentativo di articolare ciò che la parola non può dire. My Fierce Ignorant Step si impone quindi come una sorta di “ritratto in movimento”, una partitura del corpo in cui il gesto diventa pensiero e il respiro materia coreografica. È un’opera che chiede allo spettatore di abbandonare la narrazione per entrare in uno stato di ascolto totale, dove la danza non rappresenta ma rivela.
ORARI & INFO
14 novembre 2025, ore 21:00
15 novembre 2025, ore 21:00
16 novembre 2025, ore 17:00
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Sala Petrassi
Via Pietro de Coubertin 30, Roma
Lorena Coppola
Photo Credits: Luca Vantusso
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