
Il 2026 si aprirà con una svolta destinata a lasciare un segno nel panorama del balletto internazionale: Bianca Scudamore, una delle personalità più luminose della scena francese, è stata promossa Première danseuse al Ballet de l’Opéra national de Paris, con effetto dal 1° gennaio.
Una notizia che non sorprende gli addetti ai lavori, ma che conferma il percorso in ascesa di una danzatrice che negli ultimi anni ha conquistato pubblico e critica grazie a talento, rigore e una presenza scenica magnetica.
Nata in Australia e cresciuta artisticamente tra due continenti, Scudamore ha portato all’Opéra di Parigi una sensibilità internazionale che dialoga con la tradizione francese senza rinunciare alla freschezza di un approccio contemporaneo. È proprio questa sintesi – la purezza accademica temperata da una sorprendente modernità – che l’ha resa una delle interpreti più versatili della compagnia.
La promozione a Prima Ballerina rappresenta un passaggio chiave nella struttura gerarchica dell’Opéra: un ruolo intermedio ma altamente significativo, che indica non solo fiducia nel potenziale dell’artista, ma anche la sua preparazione ad affrontare responsabilità più ampie. Con questa nomina, la compagnia scommette sul suo futuro, identificando in Scudamore non solo una performer d’eccellenza ma una possibile erede del prestigioso titolo di Étoile.
Negli ultimi anni, Bianca ha dimostrato un’abilità rara nel trasformare ogni ruolo in una narrazione personale. Le sue interpretazioni di La Bayadère, Giselle e Le Parc sono esempi di una maturità artistica precoce, dove la precisione tecnica si unisce ad un’intensità emotiva che cattura lo spettatore fin dal primo gesto.
È come se ogni cellula del suo corpo respirasse musica: non danza semplicemente su una partitura, ma dentro di essa. Il pubblico parigino l’ha già eletta come una delle figure più amate delle ultime stagioni. Il suo stile diretto, privo di artifici, sembra parlare una lingua universale: la lingua della verità scenica.
Non è un caso che molti coreografi contemporanei abbiano iniziato a pensare a lei per ruoli inediti, attratti dalla sua agilità interpretativa e dalla sua capacità di rinnovare anche le coreografie più classiche.
La sua promozione arriva inoltre in un momento cruciale per il Ballet de l’Opéra national de Paris, impegnato nel complesso equilibrio tra la conservazione dell’identità storica e l’apertura ad un linguaggio coreografico più moderno. In questo senso, Scudamore incarna perfettamente la nuova direzione artistica: un ponte tra ciò che l’Opéra è sempre stata e ciò che vuole diventare.
Nei corridoi del Palais Garnier si respira già un’attesa palpabile: quali saranno i nuovi ruoli che Bianca interpreterà nella stagione 2026? Fino a dove potrà spingersi ora che le porte delle grandi produzioni le sono ufficialmente spalancate? Le scommesse tra appassionati e professionisti sono già iniziate, ma una cosa è certa: il suo nome continuerà a riecheggiare tra le quinte, simbolo di un balletto che evolve senza tradire sé stesso.
Con la sua determinazione ferma e il suo sorriso schietto, Bianca Scudamore è pronta a scrivere un nuovo capitolo della danza francese. Un capitolo che, per eleganza e impeto, promette di essere ricordato a lungo.
Michele Olivieri
Foto di Chris Dève
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