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La direttrice artistica e maestra Caridad Martínez “allo specchio”

Il balletto classico preferito?
Giselle.

Il balletto contemporaneo prediletto?
Non ho un balletto contemporaneo preferito in particolare, ma mi ispiro a coreografi come Alexei Ramatsky, Twyla Tharp e Balanchine. Adoro Revelations di Alvin Ailey, ma credo che sia più vicino al balletto moderno.

Il Teatro del cuore?
Tutti! Il Teatro è la dinamica elettrica tra la passione degli artisti e il pubblico vibrante. Questa è magia.

Un romanzo da trasformare in balletto?
Cecilia Valdés o la Loma del Ángel di Cirilo Villaverde. L’Università di New York mi invita una volta all’anno a discutere della versione cubana di quel romanzo. È molto interessante il dibattito con i giovani su questo libro. Purtroppo Cuba ha perso quella coreografia.

Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto?
La forma dell’acqua, regia di Guillermo del Toro. È una storia incredibile.

Il costume di scena indossato che hai preferito?
La coreografia di Alberto Méndez di Tarde en la Siesta. Il costume è stato ispirato dal Romanticismo cubano del XIX secolo.

Quale colore associ alla danza?
Non ci ho mai pensato. Dipende… è difficile. Forse il “rosso”.

Che profumo ha la danza?
Un odore difficile da classificare. Questa è una percezione molto personale: energia, sudore, fiori, profumi, l’odore unico dei teatri. È una varietà di esperienze sensoriali…

La musica più bella scritta per balletto?
Quelle composte da Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Il film di danza irrinunciabile?
Scarpette Rosse, 1948, diretto da Michael Powell ed Emeric Pressburger. La passione e il sacrificio che gli artisti compiono per la loro carriera. Il film esplora la bellezza e il lato oscuro dell’ambizione artistica.

I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna?
Nijinsky e, naturalmente, Alicia Alonso. Sono cresciuta guardandola ballare, invecchiare, ma la sua disciplina, la sua passione, la sua lotta contro l’età e la cecità sono state un’esperienza incredibile!

Il tuo “passo di danza” preferito?
Pirouettes à la Second o Attitude en dedans, se posso dirne un’altra, Hooping on point.

Chi ti sarebbe piaciuto essere tra i personaggi del grande repertorio di balletto classico?
Tatiana di Onegin, basato su Aleksandr Pushkin. Adoro questo personaggio… oh no, scusa, se fosse nella vita reale: La Vedova Allegra!

Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica?
Marius Petipa.

Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa Le diresti?
Perché la tecnica del balletto è così difficile?

Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Dedizione, Mentalità concentrata, Precisione.

Come ti vedi oggi allo specchio?
Quando mi guardo allo specchio, vedo una persona più felice e bella che mai. Accolgo con entusiasmo il mio percorso e la crescita che ho raggiunto, riflettendo un senso di fiducia e gioia che irradia da dentro.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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