“La morte del cigno”, l’ assolo coreografico di Michel Fokine, fu composto nel 1901 appositamente per la straordinaria Anna Pavlova e messo in scena per la prima volta nel 1907 a San Pietroburgo. La Pavlova riuscì attraverso la danza ad esprimere anche le più sottili sfumature dell’animo e a trasfigurare il proprio corpo nell’immagine del cigno sofferente. Nessuna ballerina fu mai in grado di eguagliare la maestria con la quale la Pavlova interpretò questo, ma anche gli altri balletti di Fokine nei quali seppe conciliare tradizione e avanguardia.
Tra il cigno morente e la Pavlova si stabilì una vera e propria identificazione, sia nell’immaginario collettivo che nella poetica personale della ballerina. Si dice infatti che nel parco della sua villa di Londra, la Pavlova accudisse un cigno a cui era affezionata e del quale studiava attentamente tutte le movenze per poterle riprodurre al meglio sulla scena. Da allora questa coreografia e la grande etoile mondiale hanno influenzato le moderne interpretazioni anche non fedeli alla trama originale. La Pavlova fu una delle ballerine più famose degli inizi del XX secolo.
Anna Pavlova divenne celebre per la sua grande leggerezza e la grazia delle sue interpretazioni
Nata a San Pietroburgo nel 1881 da una povera famiglia di contadini, quando aveva otto anni venne portata dalla madre a teatro a vedere una rappresentazione de “La bella addormentata”. In quell’occasione la Pavlova capì che voleva diventare una ballerina. Due anni più tardi, a dieci anni, fece l’audizione per entrare alla Scuola dei Balletti Imperiali. Qui venne accettata e vi rimase fino al diploma che ottenne ai diciotto anni. Il primo balletto nel quale si esibì fu un Pas de Trois ne La Fille Mal Gardee al Teatro Mariinskij. Non danzò mai nel corpo di ballo. Tra i suoi maestri si ricorda soprattutto Enrico Cecchetti.
La Pavlova fu una vera ambasciatrice della danza nel mondo
Nei primi anni dei Balletti Russi Anna Pavlova lavorò per Sergei Djagilev danzando con Vaclav Nizinskij, prima di fondare la sua compagnia ed esibirsi in tutto il mondo. La Pavlova può essere considerata una specie di ambasciatrice della danza, poiché fino ai cinquant’anni ha danzato nei principali teatri del mondo, portando la danza in posti nei quali non era mai arrivata.
Anna Pavolova cambiò per sempre l’ideale della ballerina
Alla fine dell’Ottocento le ballerine al Mariinskij dovevano essere forti tecnicamente e questo in genere significava avere un corpo compatto, muscoloso e forte. La Pavlova era magra, di aspetto delicato ed eterea, perfetta per ruoli romantici come quello di Giselle. Aveva uno splendido collo del piede, il che voleva dire che il suo piede era estremamente delicato. Per questo motivo rafforzò le scarpe da punta aggiungendo un pezzo di cuoio sulla suola per avere maggior sostegno e appiattendo la mascherina della scarpa. Questi accorgimenti furono considerati da molti una specie di “truffa” e così la Pavlova fece ritoccare tutte le sue foto per non mettere in evidenza le sue scarpe da punta. Da qui però si può far risalire l’inizio della scarpa da punta moderna, meno dolorosa e più facile da usare per chi ha i piedi eccessivamente arcuati.
Anna Pavlova è famosa soprattutto per l’esibizione ne “La morte del cigno” coreografata per lei da Michel Fokine
È stato senz’altro il cavallo di battaglia della grande ballerina. La Pavolova morì di pleurite a L’Aia, mentre rientrava da una vacanza e si apprestava ad affrontare una nuova tournée. Il treno che la portava a destinazione si fermò per un incidente, e la Pavlova, che indossava solo un leggero cappotto sopra un vestito di seta, camminò nella neve lungo i binari per vedere cosa fosse successo. Questo la fece ammalare e le fu fatale. Il decesso avvenne il 23 gennaio 1931, pochi giorni prima del suo cinquantesimo compleanno. La sua ultima richiesta fu di tenere in mano il suo costume da scena del Cigno. Seguendo le tradizioni del balletto, il giorno della successiva rappresentazione, lo spettacolo andò in scena regolarmente con un unico faro segui persona che si muoveva, illuminando un palco vuoto, nei posti dove avrebbe dovuto essere la ballerina. Venne cremata e i suoi resti furono sepolti a Londra: saranno poi trasferiti nel 2001 al cimitero di Mosca.
Durante la sua vita Anna Pavlova ispirò e influenzò innumerevoli danzatori che si unirono alla sua compagnia. Tra questi c’era anche la giovane ballerina Ruth Page nel 1918.
Omaggi
Curiosità su Anna Pavlova
Nel 1916 Anna Pavlova interpretò The Dumb Girl of Portici, un film tratto dal libretto scritto per l’opera La muta di Portici. Fu la sua unica prova come attrice cinematografica. Apparve anche in diversi filmati e documentari di cinema e tv.
Elena Parmegiani
www.giornaledelladanza.com