La danza è un mezzo di comunicazione con se stessi e con gli altri. Trascende le barriere culturali, fonde corpo e mente in un’espressione artistica. Per chi la ama veramente, la danza non è una semplice scelta, è una necessità, un’urgenza. Questo amore è visibile nel luccichio negli occhi del danzatore, nel sorriso e nella serenità impressi sul suo volto, anche dopo ore di allenamento estenuante. Coloro che sono innamorati della danza trovano gioia nelle ripetizioni, negli errori, nelle correzioni e nei miglioramenti costanti. C’è una bellezza intrinseca in questo processo, un piacere nel percorso che spinge a dare il meglio di sé. E per riuscirci, bisogna conoscersi, altra grande lezione impartita dalla danza. Quando si danza tutto il resto svanisce, le tensioni, la fatica e il dolore, mentre emerge e si consolida la sensazione di libertà, autenticità e completezza. L’amore per la danza è totalizzante e non conosce età. Può nascere nell’infanzia e crescere fino a rendere la danza una fedele compagna per tutta la vita, anche quando il corpo cambia e non è più quello di una volta. Questo amore si nutre di impegno, dedizione, pazienza e qualche sacrificio, ma restituisce ricompense incommensurabili. Insegna che, nonostante le difficoltà, ...
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Su Rai5 il balletto “Mediterranea” di Mauro Bigonzetti
Dal Teatro degli Arcimboldi di Milano viene trasmessa la registrazione di Mediterranea (venerdì 8 agosto alle ore 18.05 su Rai5) balletto che unisce alle culture e alle musiche popolari che si affacciano sul Mare nostrum, i componimenti di Mozart e György Ligeti. La coreografia porta la firma di Mauro Bigonzetti. Sul palcoscenico danzano Massimo Murru e Antonino Sutera. Regia tv di Lorena Sardi. C’è un luogo che non è terra né acqua. Un confine liquido, un battito tra le sponde. È lì che prende vita Mediterranea, coreografia divenuta rito, canto e corpo collettivo. Le onde del Mediterraneo si fanno carne, respiro, scontro e abbraccio. Nato nel 1993 per il Balletto di Toscana, Mediterranea si presenta come una mappa sensoriale del Sud. La danza diventa geografia pulsante di popoli, luci, suoni. Il corpo dei danzatori si fa tramite di una storia collettiva, senza parole. Quando approda alla Scala di Milano nel 2008, Mediterranea si espande. Bigonzetti non si limita a un riallestimento: rivede il tessuto coreografico. Il cast si triplica e inedite dinamiche si innestano sulle precedenti. Il duetto tra l’Uomo di Terra e l’Uomo di Mare, interpretati da Massimo Murru e Antonino Sutera, diventa il centro magnetico della rappresentazione: la ...
Read More »Mata Hari: la ballerina che incantò e lasciò un mistero
Nata il 7 agosto 1876 nei Paesi Bassi, Mata Hari si trasformò in un’icona della Belle Époque grazie alle sue performance teatrali che mescolavano esotismo, sensualità e tecnica raffinata. Quando si parla di Mata Hari, il pensiero corre subito alla figura leggendaria di spia e femme fatale, ma pochi ricordano che il suo vero talento risiedeva in un’arte più sottile: la danza. Sul palcoscenico del Théâtre des Champs-Élysées e dei cabaret parigini, Mata Hari portava in scena coreografie ispirate ai rituali orientali, creando illusioni di sensualità e di trasgressione che catturavano il pubblico europeo. La danza di Mata Hari era un equilibrio tra eleganza e provocazione. I suoi movimenti sinuosi, studiati nei minimi dettagli, riuscivano a raccontare storie senza parole, mescolando tradizione orientale e interpretazione personale. Era una pioniera nell’uso del costume come parte integrante della coreografia: veli fluttuanti, copricapi sofisticati, gioielli scintillanti e abiti leggeri diventavano strumenti per accentuare ogni gesto. Nonostante la fama di spia che tragicamente, la portò alla condanna a morte nel 1917, Mata Hari rimane soprattutto una figura simbolo della danza teatrale e dell’esotismo scenico. Oggi Mata Hari resta un simbolo di arte performativa e innovazione artistica, un esempio di come il corpo e il ...
Read More »La Maestra Maina Gielgud “allo specchio”
Il balletto classico preferito? Tutti tranne “Bayadère”! (escluso “Il Regno delle Ombre”). Il balletto contemporaneo prediletto? Flight Pattern di Crystal Pite. Il Teatro del cuore? Maryinski, La Scala, Royal Opera House, Coliseum di Londra, Champs Élysée, Staatsoper di Monaco. Un romanzo da trasformare in balletto? David Copperfield. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Meglio inventarselo da soli un balletto. Il costume di scena indossato che hai preferito? Juliet di Jürgen Rose, Pas de Quatre. Quale colore associ alla danza? Tutti. Che profumo ha la danza? Ahahah, dipende! La musica più bella scritta per balletto? Quella di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Romeo e Giulietta con Francesca Hayward e William Bracewell, Royal Ballet, girato in Ungheria. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Ol’ga Spessivtzeva e Vaclav Nijinsky. Il tuo “passo di danza” preferito? Dipende da come viene eseguito e in quale contesto. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico? Preferirei averli interpretati! Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Marius Petipa e Lev Ivanov. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Aiutaci ad avere il tempo di prova che meriti! Tre ...
Read More »Le eteree ballerine romantiche dell’800: Lucille Grahn
Nata Lucile Alexia Grahn-Young (Copenaghen, 30 giugno 1819 – Monaco di Baviera, 4 aprile 1907) è stata la prima ballerina danese di fama internazionale e una delle ballerine più popolari dell’era del balletto romantico. Da giovanissima Lucille Grahn iniziò lo studio coreutico presso la Royal Danish Theatre School di Copenaghen con il Maestro August Bournonville. Il suo debutto sulle scene avvenne con il ruolo principale di Astrid nel Valdemar di Bournonville nel 1835. In seguito Lucille Grahn serbò l’ardente desiderio di esibirsi a Parigi con il Balletto dell’Opéra e questo fatto creò una rottura con Bournonville. Alcuni giornali dell’epoca riportano che Grahn avesse modificato alcuni passi in Valdemar per far ammirare il suo virtuoso gioco di gambe, attirando su di sé il disappunto di Bournonville che segnalò questo sgarbo alla direzione del teatro. Nel 1836, Grahn creò il ruolo principale ne La Sylphide di Bournonville, una inedita versione che vide la commissione di una nuova partitura musicale ad Herman Severin Løvenskjold. Poco dopo a Lucille venne accordato il permesso di trasferirsi a Parigi. La sua partenza avvenne nel 1836, non tornò mai più in Danimarca, tanto che nel 1839 il suo nome venne cancellato dall’organigramma del Royal Danish Ballet per scaduti termini ...
Read More »Maria Antonietta e il linguaggio silenzioso della danza
Nel cuore sfarzoso della Reggia di Versailles, quando i rintocchi del clavicembalo sfioravano l’aria come dita leggere su una superficie d’acqua, Maria Antonietta danzava. La madre, Maria Teresa d’Austria, garantì alla giovane arciduchessa una formazione completa. Tra maestri di musica, di etichetta e di francese, Maria Antonietta apprese anche le basidella danza di corte, esercizio indispensabile per brillare sotto i candelabri del potere europeo. Maria Antonietta non era solo la regina, né soltanto la figura controversa di intrighi politici: in quei momenti, era una ragazza viennese che non aveva mai smesso di cercare uno spazio di libertà. La danza era il suo rifugio. Fin da bambina, alla corte degli Asburgo, aveva imparato i passi del minuetto e della gavotta, ma fu a Versailles che trasformò il rituale in qualcosa di più. Nella dorata residenza reale alle porte di Parigi, la danza era più di un passatempo: era una forma codificata di politica. Il ballo di corte, erede del balletto rinascimentale francese, serviva a stabilire gerarchie, a mostrare favori e ad affermare identità. Lontana dagli occhi rigidi dei ministri e dalla lingua tagliente dei cortigiani, Maria Antonietta trovava nella danza un linguaggio senza parole, dove nessuno poteva interromperla, correggerla o giudicarla. ...
Read More »Nel segno dell’étoile: omaggio ad Elisabetta Terabust
Nel giorno del suo anniversario di nascita, il Giornale della danza ricorda Elisabetta Terabust: un’artista straordinaria che ha attraversato con grazia e determinazione più di mezzo secolo di storia del balletto. Nata il 4 agosto 1946 a Varese con il nome di Elisabetta Magli, la Terabust è stata non solo una delle ballerine più raffinate del Novecento, ma anche una leader carismatica e un’instancabile promotrice della danza in tutte le sue forme. Oggi, a distanza di anni dalla sua scomparsa, il suo nome continua a evocare rispetto, ammirazione e riconoscenza. Formata alla Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma sotto la guida di Attilia Radice, Elisabetta Terabust entra giovanissima nel corpo di ballo del teatro, dove nel 1966 ottiene il titolo di prima ballerina, per poi diventare étoile nel 1972. Inizia così un percorso artistico che la porterà sui più prestigiosi palcoscenici del mondo. Meravigliosi i suoi ruoli nel repertorio classico: Giselle, La Sylphide, Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Romeo e Giulietta: interpretazioni che fondevano tecnica impeccabile e una profonda sensibilità scenica votata alla ricerca della perfezione. Ma è anche nella danza moderna che Terabust lascia un segno: con la compagnia dell’Aterballetto e coreografi del calibro di Glen ...
Read More »Luigi XIV, il Re Sole: sovrano della danza
Nel Seicento, il palcoscenico non era solo un luogo per l’arte: era un’estensione del trono. E Luigi XIV, il Re Sole, lo sapeva perfettamente. Prima ancora di imporsi come monarca assoluto, si affermò come protagonista indiscusso della scena. Non solo spettatore di balletti: danzatore, coreografo di potere, regista della propria immagine. A soli quindici anni, Luigi apparve sul palco del Ballet de la Nuit vestito da Sole, circondato da pianeti e stelle. Non era solo una scelta scenografica: era un atto politico. In quel momento, il giovane re stabiliva un principio visivo e simbolico che avrebbe retto l’intero suo regno: tutto ruota attorno a me. Ma quella performance non fu un evento isolato. Per oltre vent’anni, Luigi danzò pubblicamente in numerosi spettacoli, assumendo spesso ruoli allegorici: Apollo, Marte, Ercole. Ogni figura mitologica diventava specchio del sovrano. I movimenti del suo corpo, eseguiti con disciplina ferrea, erano parte integrante della sua autorità. Ogni passo, un’affermazione del suo dominio. Ogni inchino, un gesto di conquista. La danza alla corte di Luigi non era mai solo intrattenimento. Era cerimonia, strategia, architettura sociale. Ballare a Versailles significava occupare uno spazio nel cerchio del potere. Chi non sapeva danzare, letteralmente e simbolicamente, era fuori scena. ...
Read More »L’étoile Salvatore Manzo “allo specchio”
Il balletto classico preferito? Lo Schiaccianoci. Il balletto contemporaneo prediletto? Chroma di Wayne McGregor. Il Teatro del cuore? Teatro di San Carlo a Napoli. Un romanzo da trasformare in balletto? Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Midnight in Paris di Woody Allen. Il costume di scena indossato che hai preferito? Uno jabot di Rudolf Nureyev. Quale colore associ alla danza? Bianco. Che profumo ha la danza? Un’essenza forte e raffinata con note di legni, polvere e tessuto. La musica più bella scritta per balletto? Quella di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Il film di danza irrinunciabile? Il ritmo del successo. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Carla Fracci e Rudolf Nureyev. Il tuo “passo di danza” preferito? Le pirouettes. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Un principe. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Sir Kenneth MacMillan. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? La ringrazierei per la possibilità che mi ha dato di vivere questa arte. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Determinazione, costanza, passione. Come ti vedi oggi allo specchio? Con ...
Read More »Da Milano a Vienna: Alessandra Ferri al timone della danza
A partire dal 1° settembre 2025, Alessandra Ferri assumerà il ruolo di Direttrice Artistica del Wiener Staatsballett, su nomina congiunta della Vienna State Opera e della Volksoper Wien. Succederà a Martin Schläpfer, il cui contratto terminerà il 31 agosto 2025, dopo una lunga e pregiata direzione. Con la nomina, Alessandra Ferri diventa anche Direttrice Artistica della Ballet Academy dell’Opera di Stato di Vienna, affidata a Patrick Armand su sua designazione. La nuova direttrice è stata selezionata tra 40 candidati, distinguendosi per la sua personalità, il progetto artistico e la visione di crescita votata alla compagnia viennese. Le sue linee guida sono state accolte favorevolmente da Bogdan Roščićb (direttore della Staatsoper) e da Lotte de Beer (Volksoper), che hanno elogiato la sua conoscenza del repertorio classico e la sua apertura verso il contemporaneo. La capitale austriaca si prepara così a vivere un nuovo capitolo di danza guidato da una delle figure più amate del balletto internazionale. Nata a Milano nel 1963, la Ferri ha studiato alla Scuola di Ballo della Scala e all’età di quindici anni è passata alla Royal Ballet School di Londra grazie ad una borsa di studio del British Council. È stata prima ballerina al Royal Ballet (1983‑1985), ...
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Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore