Il flamenco è una forma d’arte complessa nata in Andalusia tra XVIII e XIX secolo, frutto dell’incontro tra culture gitane, andaluse, arabe, sefardite e orientali. Non si tratta solo di musica o danza, ma di un linguaggio identitario profondamente radicato nella storia di emarginazione e resistenza di molte comunità, in particolare quella gitana. Si compone di tre elementi principali: canto, chitarra e danza. Il canto esprime emozioni profonde, spesso legate alla sofferenza; la chitarra interagisce in modo attivo con il cantante e il ballerino; la danza, fisica e ritmica, trasforma la musica in gesto espressivo. Il flamenco è inoltre fortemente improvvisativo, mantenendo un legame vivo con la tradizione orale e performativa mediterranea. Durante il regime franchista, il flamenco fu strumentalizzato come simbolo folclorico nazionale, ma mantenne una funzione critica e identitaria per molti artisti. Anche oggi, pur essendo riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO, il flamenco si confronta con i rischi e le opportunità della globalizzazione: la contaminazione con altri generi ne rinnova il linguaggio, ma pone interrogativi sull’autenticità e la conservazione della tradizione. In conclusione, il flamenco è una forma artistica viva, capace di raccontare dolore e bellezza, oppressione e resistenza, diventando oggi un simbolo universale di memoria culturale ...
Read More »Redattori
Ballando con le Stelle 2025 tra ritorni, sorprese e volti pop
A settembre si riaccendono le luci sulla storica pista della TV italiana. Ballando con le Stelle, lo show condotto da Milly Carlucci, taglia il traguardo della 20ª edizione e lo fa con un cast stellare che promette scintille, emozioni e – perché no – qualche polemica. La nuova stagione, al via il 27 settembre 2025, si preannuncia come una delle più ricche e variegate di sempre. Dodici i concorrenti ufficiali annunciati, e la lista è un mix di esperienza, glamour, sport e trasgressione. Tra i nomi che fanno più rumore spicca Barbara D’Urso, al suo debutto assoluto su Rai1 dopo una lunga carriera targata Mediaset. Una presenza che non mancherà di far discutere, ma che porterà un alto tasso di attenzione mediatica. Altro nome forte è quello di Rosa Chemical, provocatorio, irriverente e amatissimo dalle nuove generazioni. Il cantante torinese sarà sicuramente una delle personalità più esplosive sul palco e sui social. Accanto a lui, la cantante Marcella Bella, che porta sul parquet l’eleganza e la grinta di una carriera senza tempo. La quota sportiva è rappresentata da Filippo Magnini e Fabio Fognini, due campioni dal carattere molto diverso: pacato il primo, focoso il secondo. Sarà interessante vederli confrontarsi in ...
Read More »Il primo ballerino Michele Satriano “allo specchio”
Il balletto classico preferito? Romeo e Giulietta. Il balletto contemporaneo prediletto? Uno dei contemporanei che più mi ha colpito e che ho avuto la fortuna di danzare è “Sèlon désir” di Andonis Foniadakis. Il Teatro del cuore? L’ex Teatro del Maggio Musicale Fiorentino a Firenze e il Teatro dell’Opera di Roma. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Dottor Jeckyll e Mr Hyde di Stevenson. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? City of Angels (Brad Siberling). Il costume di scena indossato che hai preferito? Don José in “Carmen” di Roland Petit e Jean de Brienne in “Raymonda” di Rudolf Nureyev. Quale colore associ alla danza? Il colore del tramonto, un colore indefinito ma un qualcosa che ogni giorno ti sorprende ed emoziona. Che profumo ha la danza? Per me di legno… l’odore del parquet lo associo alla danza, alla sala ballo; l’odore della lacca per capelli che usano le ballerine per fissare uno chignon è un profumo che associo alla danza perché entrambi sono sentori che mi fanno ricordare quando ero bambino ed entravo nella scuola di danza. La musica più bella scritta per balletto? Manon di Massenet. Il film di danza irrinunciabile? Il Ritmo ...
Read More »Le metodologie della danza classica accademica
Le differenti metodologie della danza classica non si escludono a vicenda, ma possono coesistere e arricchirsi reciprocamente. Oggi, molti ballerini professionisti studiano più di un metodo per ampliare la propria versatilità. Capire le peculiarità di ogni scuola significa non solo riconoscerne l’identità, ma anche apprezzare le molte sfumature che rendono il balletto un’arte universale e in continua evoluzione. Il metodo Cecchetti, ideato dal maestro Enrico Cecchetti si distingue per la rigorosa struttura progressiva dell’insegnamento e per l’equilibrio tra estetica e funzionalità tecnica. La metodologia propone una programmazione settimanale delle lezioni, che stimola una formazione completa ed equilibrata del danzatore. Particolare attenzione è riservata al coordinamento tra braccia, testa e busto, e alla continuità del movimento, in un’ottica di armonia e controllo corporeo. La metodologia russa, codificata da Agrippina Vaganova rappresenta una sintesi dei principi della scuola italiana e francese, rielaborati in un sistema organico che enfatizza forza, musicalità e articolazione. Il metodo Vaganova assegna un ruolo centrale al port de bras, alla mobilità della schiena e alla connessione dinamica tra gli arti. L’insegnamento è strutturato per livelli e mira alla costruzione progressiva della potenza tecnica e dell’espressività scenica. La scuola francese, erede diretta del balletto di corte del XVII secolo, ...
Read More »“Delay the Sadness” di Sharon Eyal inaugura TorinoDanza 2025
L’edizione 2025 di Torinodanza Festival, diretto da Anna Cremonini e realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, si terrà dal 5 settembre al 5 ottobre 2025 e sarà inaugurata dallo spettacolo Delay the Sadness, nuova creazione della coreografa Sharon Eyal, che debutterà a Torino in anteprima mondiale il 5 settembre alle ore 20.45 al Teatro Carignano e sarà poi replicato il 6 e il 7 settembre. Lo spettacolo di apertura di Torinodanza 2025 è frutto di un progetto articolato: dopo una residenza presso Orsolina28 Art Foundation la compagnia concluderà l’allestimento di questa nuova creazione al Teatro Carignano e, dopo l’anteprima torinese, Delay the Sadness verrà presentato in prima mondiale il 12 settembre alla Ruhrtriennale, prestigioso festival tedesco partner di coproduzione. Un esempio di cooperazione produttiva che nasce da un’ampia rete di collaborazioni locali e internazionali. Delay the Sadness è un lavoro creato per S-E-D Sharon Eyal Dance, la compagnia fondata da Eyal insieme a Gai Behar che da tre anni ha sede in Francia. È un invito all’introspezione e alla connessione, un’esplorazione del delicato equilibrio tra forza e vulnerabilità, una riflessione sui tanti modi in cui le persone navigano nel proprio mondo interiore ed esteriore. Attraverso la danza, Eyal intende creare uno spazio in cui ...
Read More »A Bologna gli Études di Glass tra danza e video-arte
È nato per celebrare i trent’anni dall’uscita della prima serie di Studi nel 1994 Philip Glass – Études, il progetto di Change Performing Arts e MP3 dance project – con la curatela artistica di Lucinda Childs per la danza e di Oscar Pizzo per la musica – che trasforma in balletto il lavoro più celebre del compositore americano pioniere della musica minimalista. Lo spettacolo, in scena per la prima volta a Bologna, è in programma martedì 23 e mercoledì 24 settembre alle ore 20.30 in una nuova versione ripensata per gli spazi del Comunale Nouveau, dopo essere stato presentato nel 2024 in anteprima all’Auditoriun della Nuvola di Roma come Dancing Glass nell’ambito del programma EUR Culture. Leone d’oro per la danza alla Biennale di Venezia nel 2017, la leggendaria coreografa newyorkese Lucinda Childs torna a collaborare con il Comunale dopo Relative Calm del 2022, realizzato insieme a Robert Wilson, artista e regista americano visionario recentemente scomparso. Dalla collaborazione tra i due artisti, e proprio insieme a Philipp Glass, nel 1976 era nato un capolavoro del XX secolo come Einstein on the beach. L’innovativa performance Philip Glass – Études vede risuonare 12 Studi del grande artista in dialogo con altrettante creazioni originali commissionate ad ...
Read More »Cleopatra e la Danza: fascino, potere, politica e seduzione
Quando si parla di Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto, la mente corre subito ad immagini di potere, bellezza, diplomazia e tragedia. Tuttavia, un aspetto meno esplorato ma profondamente affascinante della sua figura è il rapporto con l’arte della danza — non soltanto come forma di intrattenimento, ma come strumento politico. Cleopatra usava la danza (tramite altri) come strumento simbolico per affermare il proprio dominio, fascino e controllo. Nell’Antico Egitto, la danza aveva un valore sacro e sociale: veniva praticata durante cerimonie religiose, rituali funebri, feste di corte e celebrazioni pubbliche. Le danzatrici, spesso sacerdotesse o artiste, usavano il movimento per comunicare con il divino, evocare emozioni o onorare i faraoni. La danza era anche associata alla dea Hathor, simbolo di amore, bellezza, musica e maternità — un’icona con cui Cleopatra amava identificarsi. Le cronache storiche ci raccontano di come Cleopatra orchestrasse incontri teatrali e spettacolari con i suoi amanti e alleati politici. È lecito immaginare che in questi scenari la danza fosse parte della sua messa in scena regale. Non è documentato che Cleopatra danzasse personalmente, ma come donna colta e raffinata, sicuramente conosceva il potere comunicativo del corpo in movimento. L’episodio più celebre — l’incontro con Marco Antonio a Tarso ...
Read More »Addio a Shchedrin, l’ultimo atto con Maya Plisetskaya
Il 28 agosto 2025 si è spento, a 92 anni, Rodion Shchedrin, uno dei più grandi compositori del Novecento. Con la sua scomparsa si chiude un capitolo unico della storia dell’arte, segnato da un sodalizio irripetibile con la leggendaria ballerina Maya Plisetskaya, sua moglie e musa per oltre mezzo secolo. Insieme hanno riscritto le regole del balletto sovietico. Lui, genio inquieto della musica, ha composto capolavori audaci come Carmen Suite, pensata su misura per il corpo e l’anima di Maya. Lei, étoile del Bolshoi, ha trasformato ogni coreografia in un atto di poesia e ribellione, diventando simbolo vivente della danza russa. Maya è scomparsa nel 2015, lasciando un vuoto colmato solo dalla musica di Rodion, il quale scrisse opere, balletti, concerti e sinfonie per mezzo secolo. Nei suoi lavori si sente lo spirito di una modernità inquieta e sincera. La sua vita fu costellata di successi e riconoscimenti internazionali, ma il suo centro creativo fu sempre Maya. Scrisse per lei, con lei. Ogni nuova partitura sembrava cucita sul suo corpo, pensata per il suo gesto, per la sua visione. I loro nomi sono incisi nella memoria collettiva dell’arte del XX secolo. Carmen Suite, Il cavallino gobbo, Anna Karenina, Il gabbiano: ...
Read More »Michael Jackson: un ricordo nel giorno della sua nascita
Nel giorno in cui il mondo celebra la nascita di Michael Jackson (29 agosto 1958 – 25 giugno 2009) è impossibile non volgere lo sguardo verso ciò che ha reso quest’uomo molto più di una popstar: la danza. Se la musica era il suo cuore, la danza era la sua anima — una forza invisibile che lo trascinava sul palco con una grazia quasi ultraterrena. Michael Jackson non ha solo danzato. Ha rivoluzionato il modo stesso di concepire il movimento nel mondo dello spettacolo. Prima di lui, pochi artisti avevano saputo fondere così profondamente coreografia e narrazione. I suoi passi erano più di semplici gesti ritmati: erano storie che parlavano con il corpo, incantavano gli occhi e scuotevano le emozioni. Sin da giovanissimo, Michael mostrava un’inquietudine creativa che lo portava a perfezionare ogni gesto, ogni rotazione, ogni scatto del busto. Ma fu negli anni ’80 che la danza diventò per lui un’estensione della voce. “Billie Jean”, “Beat It”, “Smooth Criminal” — ogni videoclip era un’opera d’arte danzata. Il Moonwalk, oggi emblema stesso del suo nome, fu solo la punta dell’iceberg. Dietro quel passo scivolato all’indietro si celava uno studio maniacale del movimento, della leggerezza, dell’illusione. Michael non si è mai limitato ...
Read More »Michail Baryšnikov e il suo rapporto con il cinema
Michail Baryšnikov non è soltanto uno dei più grandi ballerini della storia; è un artista che ha saputo portare la grazia e la disciplina della danza classica oltre i confini del teatro, trasformandola in linguaggio cinematografico. Con una carriera che spazia dal palcoscenico al grande schermo, dalla televisione alle installazioni contemporanee, Baryšnikov ha lasciato un’impronta indelebile anche nella settima arte. Due vite, una svolta (The Turning Point – 1977): Nel suo primo ruolo cinematografico, Baryšnikov interpreta Yuri, un giovane ballerino dalla tecnica impeccabile e dal fascino indiscutibile. Il film, diretto da Herbert Ross, ruota attorno alle vite parallele di due donne divise tra carriera e famiglia. La sua performance gli vale una candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista: un risultato eccezionale per un esordiente e per un artista che non proviene dal cinema. Il sole a mezzanotte (White Nights – 1985): In questo thriller a sfondo politico ambientato durante la Guerra Fredda, Baryšnikov interpreta un ballerino russo in esilio che si ritrova intrappolato di nuovo nell’URSS. Accanto a lui, il grande Gregory Hines. I due creano una sinergia coreografica che fonde danza classica e tip tap, rendendo le sequenze visive potenti e cariche di significato. La danza qui diventa ...
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Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore