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Redattori

Danzare stimola fantasia e autonomia cognitiva e permette di superare i preconcetti

La fantasia è una caratteristica della mente. Permette di andare oltre la percezione della realtà condizionata dalla razionalità. Consente di superare i limiti mentali e percettivi, trova relazioni tra l’immaginario e il reale, e permette di dar vita a invenzioni, musica, opere d’arte, racconti e storie. La fantasia, infatti, è il primo talento degli artisti, è il motore del pensiero creativo e l’immaginazione è lo strumento utilizzato per visualizzare ciò che la fantasia crea. Spesso si pensa che la fantasia abbia il solo scopo di divertire, ma non è così: ricerche neuroscientifiche hanno evidenziato il ruolo essenziale da essa rivestita nello sviluppo cognitivo del bambino. La danza, come sappiamo, stimola creatività e fantasia. Danzando e sperimentando attraverso i sensi e il corpo, il bambino scopre e vive emozioni psicologicamente e psichicamente stimolanti. La fantasia infatti nasce dalla conoscenza e dall’esperienza e può essere stimolata ed educata. Esercitarsi sui passi di danza allena attenzione e concentrazione. L’improvvisazione fa erompere la creatività e garantisce l’accesso al pensiero divergente, un pensiero svincolato da schemi rigidi e capace di fornire di soluzioni alternative e creative a un determinato problema. L’importanza della danza consiste proprio nel mostrare che la realtà ha tante facce e che può essere ...

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Ultime repliche per il “Don Quichotte” di Nureyev all’Opéra

Ispirato alla creazione di Marius Petipa, il “Don Quichotte” di Nureyev con protagonista il Balletto dell’Opéra di Parigi diretto da José Martinez prosegue le repliche all’Opéra Bastille fino al 24 aprile, sulla musica di Aloisius Ludwig Minkus (nell’arrangiamento di John Lanchbery), libretto di Miguel de Cervantès, direzione musicale di Gavriel Heine, scene di Alexandre Beliaev, costumi di Elena Rivkina (durata 2 ore e 50 minuti compresi i due intervalli). La messa in scena di Nureyev è una vera e propria festa della danza grazie ad un allestimento fulgido, ricco di temperamento e di virtuosismi, con ironici ruoli comprimari e talentuosi ruoli principali. Una scoppiettante cornice spagnola fa da sfondo a balli gitani, matadores, e ad un “gran pas de deux” di assoluta eleganza e precisione accademica. Tra fughe, inganni e travestimenti, Don Chisciotte danzerà con la sua Dulcinea, mentre la giovane Kitri e il barbiere Basilio coroneranno il loro sogno d’amore… Un omaggio alla memoria del “ballerino dei ballerini”, nonché alla sua creatività, alla sua seducente personalità e all’inimitabile qualità artistica, da parte del Balletto dell’Opéra di Parigi che durante gli anni ottanta fu impreziosito proprio dalla figura di Nureyev nel ruolo di Direttore della danza (dal 1983 al 1989) ...

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Angelo Greco vola allo Houston Ballet come principal dancer

Lo “Houston Ballet” ha annunciato che Angelo Greco si aggiungerà all’organico della compagnia in qualità di “principal dancer” a partire dalla prossima stagione 2024-2025. Lo “Houston Ballet” è la quarta più grande compagnia di danza professionale negli Stati Uniti con sede a Houston (Texas) diretta da Julie Kent che ha assunto l’incarico di Direttrice Artistica nel luglio 2023. Nato in Sardegna a Nuoro nel 1995, Angelo Greco è cresciuto a Modena e ha frequentato negli anni 2007-2008 la scuola di Danza “Idea Danza” e “Danzarte” di Mirandola e Concordia dirette da Emanuela Mussini, entrando poi dal 2009 al 2012 nella Scuola ad avviamento professionale “Il Balletto di Castelfranco Veneto” diretta da Susanna Plaino, per approdare nel 2012 alla “Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala” diretta da Frédéric Olivieri dove si è diplomato con il massimo dei voti in classico nel giugno 2014 con gli insegnanti Maurizio Vanadia, Paolo Podini e Leonid Nikonov. Entra subito nel Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto da Makhar Vaziev, debuttando nel ruolo di Basilio nel “Don Chisciotte” di Rudolf Nureyev a cui seguono i ruoli da protagonista in “Romeo e Giulietta” di Kenneth MacMillan, nello “Schiaccianoci” di Nacho Duato, “Cello Suite” ...

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Le coreografie iconiche di Angelin Preljocaj con un inedito

Il Ballet Preljocaj chiude ParmaDanza 2024 sabato 20 aprile alle ore 20.30, con una serata a trittico che porta in scena in prima nazionale “Torpeur”, la nuova creazione di Angelin Preljocaj per dodici ballerini, oltre a due creazioni divenute iconiche della compagnia francese, “Annonciation” (1995) e “Noces” (1989). “Evocare corpi, spazio e tempo, dare una forma all’indolenza, trovare un ritmo alla lentezza”: si riassume così la ricerca che Preljocaj conduce in Torpeur, creazione 2023 per dodici danzatori realizzata in coproduzione con il Festival Montpellier Danse, con i costumi di Eleonora Peronetti, le luci di Éric Soyer, le musiche di 79D. “Il torpore – scrive il coreografo – è uno stato del corpo tra stupore, prostrazione, nonchalance, sconforto e abbandono, uno stato che evoca una rinuncia, provoca una sospensione nel tempo e nello spazio che mette in discussione l’urgenza di muoversi, respingendola via, verso un futuro indefinito. Questo stato del corpo può generare anche una forma di sensualità o addirittura una grazia languida. Crollare diventa allora un’epifania, un delizioso languore”. Apre il programma della serata “Annonciation”, creazione del 1995 ispirata a uno dei temi più ricorrenti dell’iconografia cristiana, quello dell’Annunciazione. Nei corpi di due danzatrici, su musiche di Stéphane Roy e ...

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Intervista a Julien Favreau: nuovo direttore artistico del Béjart Ballet Lausanne

  Julien Favreau ha studiato danza classica e contemporanea presso la “National Dance School” di La Rochelle sotto la direzione di Colette Milner. Nel 1994, è entrato a far parte di “Ecole-Atelier Rudra Béjart Lausanne”, poi è entrato a far parte della compagnia “Béjart Ballet Lausanne” nel 1995. Maurice Béjart ha creato ruoli importanti per lui, in particolare in “Zarathoustra, le chant de la danse”, “L’Amour-la Danse”, “Elton Berg ou La Route de la Soie”. Gli affida diversi ruoli principali, tra gli altri in “Le Sacre du Printemps”, “Serait-ce la Mort?” e “La Flûte enchantée”. Negli anni assume ruoli importanti in “Boléro”, “Light”, “Le Concours”, “Suite Barocco” e “Le Marteau sans maître”. Nel 2006 ha ricevuto il “Prix des Etoiles de Ballet 2000” a Cannes e, nel 2012, il “Premio Positano Leonide Massine per la danza”. Nel 2018 ha danzato il “Boléro” di Maurice Béjart sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano. Nel febbraio 2024 Favreau è stato nominato Direttore Artistico del “Béjart Ballet Lausanne”. Congratulazioni Julien! Con questa nomina si chiude in qualche modo un cerchio: sei entrato nel mondo di Béjart da allievo ed oggi giungi alla Direzione artistica del “Béjart Ballet Lausanne”. Quali sono le tue ...

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La Fille mal gardée e la Rivoluzione francese: una leggenda da sfatare di Flavia Pappacena

    Sembra incredibile, anzi paradossale, che ancora oggi si riproponga l’associazione tra il balletto La Fille mal gardée e la Rivoluzione francese, come se Dauberval ne presagisse lo scoppio o, quantomeno, volesse dare attraverso il balletto il segno di una società in forte trasformazione. È altrettanto paradossale che questo balletto sia ricordato come l’esempio più significativo della produzione del coreografo francese e il “primo” caso di creazione coreografica ispirata al mondo popolare. Corre qui l’obbligo di ricordare che Ballet de la paille, ou Il n’y a qu’un pas du mal au bien (questo è il titolo originale del 1789) è un balletto di genere comique, genere che, come noto, fa parte della triade accademica “sérieux, demi-caractère, comique”, laddove ballet “comique” indica non un soggetto ridicolo, bensì un’ambientazione popolare. Noverre, nelle sue Lettres sur la danse et sur les ballets del 1760, riporta come esempio emblematico della linea comique il suo balletto Le Feste fiamminghe dove gioiosi contadini sono impegnati in danze, giochi e anche accese discussioni che si concludono con un lieto fine. Con la diffusione del balletto narrativo (anni Sessanta-Settanta del Settecento) i coreografi deducono le trame dei balletti dalla produzione letteraria e teatrale coeva o antica. Mentre il ...

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Teatro alla Scala, Fortunato Ortombina nominato nuovo sovrintendente

Fortunato Ortombina attuale guida della Fenice di Venezia, sarà il nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala. Lo ha annunciato il sindaco di Milano Giuseppe Sala dopo il cda che ha votato la nomina. Ortombina sarà sovrintendente designato dal 1 settembre di quest’anno. L’attuale sovrintendente Dominique Meyer resterà in carica fino al primo agosto 2025. Rimarrà in carica fino al 2026 il direttore musicale Riccardo Chailly, quando è previsto l’arrivo di Daniele Gatti. Nato a Mantova il 10 maggio 1960, diplomato al conservatorio di Parma, un lungo curriculum come professore d’orchestra corista, ma anche studioso (ha fra l’altro lavorato all’istituto nazionale di Studi Verdiani) Ortombina ha già lavorato alla Scala dal 2003 al 2007 come coordinatore artistico. In quell’anno ha lasciato Milano per diventare direttore artistico della Fenice dove dal 2017 è stato anche nominato sovrintendente. Sarà lui a dover decidere se alla Scala vorrà avvalersi di un direttore artistico e di un direttore generale, figura che Meyer ha cancellato dopo il pensionamento della storica direttrice Maria Di Freda. 

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A Bergamo è di scena la danza nella nuova edizione del “Festival Orlando”

Dal 3 al 12 maggio a Bergamo andrà in scena la nuova edizione di ORLANDO FESTIVAL, la prima diretta dalla coreografa Elisabetta Consonni. Il Festival è multidisciplinare con anche una programmazione di danza. Domenica 5 maggio, ore 16.00 Sala dell’Orologio, Palazzo della Libertà | Piazza della Libertà, Bergamo Cocoon di Masako Matsushita con parte del gruppo “Dance Well Dancer” di Bergamo assistente alla creazione Beatrice Bresolin Cocoon è una coreografia che nasce dall’incontro tra la coreografa Masako Matsushita e alcun* partecipanti al progetto Dance Well – Ricerca e Movimento per Parkinson di Bergamo. Un lavoro creato cucendo assieme racconti, musiche e gesti portati da* partecipanti al progetto e esplorati con il linguaggio della danza. L’esito del percorso è un rituale che esplora il tempo. Cocoon è un ri-allestimento del lavoro fatto con il gruppo “Dance Well di Castelfranco Veneto”.   Giovedì 9 maggio, 20.30 Sala dell’Orologio, Palazzo della Libertà | Piazza della Libertà, Bergamo And Everything is as Porous as a Bodily Crack (E tutto è poroso come una crepa del corpo) di e con Alice Giuliani e Camilla Strandhagen – durata 27’ “And Everything is Porous as a Bodily Crack” è uno spettacolo che affronta ciò che è “così ...

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Il ritorno del principe ad “Amici”: intervista con Francesco Mariottini

Francesco Mariottini nasce a Jesi il 6 novembre 1985. A undici anni inizia i corsi di danza moderna nella sua città. Nel 2000 ottiene una borsa di studio che lo porta a Firenze, presso la scuola del “Balletto di Toscana” e “Opus Ballet”, diretta da Cristina Bozzolini e Rosanna Brocanello. Segue corsi di tecnica classico-accademica e contemporanea, oltre a numerosi stage con insegnanti di chiara fama quali Stefania Di Cosmo, Victor Litvinov, Raffaele Paganini, Marco Pierin, Frédéric Olivieri, Fabrizio Monteverde, Bruno Collinet. A partire dall’anno successivo danza nella compagnia giovanile del “BdT” alcune coreografie, anche da solista, create da Fabrizio Monteverde, Orazio Messina, Rosanna Brocanello, Arianna Benedetti, Daniel Tinazzi e Alessandro Bigonzetti. A diciotto anni entra nel corpo di ballo dello “Stuttgart Ballet”, in cui danza pezzi di repertorio classico e contemporaneo (“Romeo e Giulietta”, “La Bella Addormentata”, “Onegin”, “La Bisbetica Domata”, “Un tram chiamato desiderio” su coreografie di John Cranko, John Neumeier e Marcia Haydée). Nel settembre del 2005 entra a far parte della compagnia “Aterballetto”, sotto la direzione di Mauro Bigonzetti, dove esegue anche ruoli da solista danzando in varie parti del mondo tra cui New York, Houston, Messico, Cina, Nuova Zelanda e in Europa. Nel 2007/2008 partecipa ...

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In prima assoluta “Jérôme Bel” di Marco D’Agostin

Dal 17 al 21 aprile, al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, Marco D’Agostin presenta, in prima assoluta, “Jérôme Bel”, riallestimento della creazione firmata dal coreografo francese, tra le personalità più incisive del teatro contemporaneo mondiale. Lo spettacolo fa parte del progetto europeo STAGES – Sustainable Theatre Alliance for a Green Environmental Shift, un inedito esperimento teatrale che vuole rivoluzionare il modo in cui il settore culturale affronta il concetto di sostenibilità.                                             Nel 2021, Jérôme Bel, con l’opera che prende il suo nome, ha firmato il secondo capitolo di “Sustainable theatre?”, progetto ideato con Katie Mitchell e il Théâtre Vidy-Lausanne per sfidare il tema della sostenibilità in teatro, sul palco e nel modo in cui vengono prodotti gli spettacoli. L’esperimento invita i partner – un gruppo di quattordici teatri europei, tra cui il Piccolo Teatro – a reinterpretare le creazioni originarie in “versioni locali”, realizzate con risorse proprie e in ottica sostenibile. Lo spettacolo non viaggia più fisicamente, ma sotto forma di script che, ricreato in ogni teatro da un’équipe locale, si trasforma in una ri-creazione di respiro internazionale, condivisa e sostenibile. La prima tappa del progetto – Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione, ideato da ...

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