Il sipario si è riaperto nuovamente, in due atti, nella produzione di successo “Cenerentola” (realizzata su commissione della Fondazione Bracco) sul palcoscenico dello storico Teatro Fraschini di Pavia. Un ritorno, rivisto e riadattato (a distanza di un anno dal debutto ufficiale) in grande stile per uno tra i più celebri titoli classici del balletto russo con l’intensa partitura di Sergej Prokof’ev, la sublime magia della fiaba di Perrault, l’originalità del libretto autografo di Nicolai Volkov e in primis la poetica di Frédéric Olivieri, direttore e coreografo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala di Milano, il quale risulta sempre più figura cardine dell’accrescimento nella formazione e nel linguaggio del balletto di tradizione. Il suo modus operandi delinea perfettamente il percorso cattedratico, grazie alle peculiarità intraprese, all’impostazione e alle indiscusse competenze acquisite nel corso di una carriera d’altissimo profilo, tramandando l’eredità accademica pur sapendo ripensare, con genialità, ogni sfumatura appartenente alla rivoluzione estetica “in atto” negli ultimi anni. Come nella mia precedente recensione, in occasione della prima al Piccolo Teatro Strehler di Milano nel maggio 2015, anche l’allestimento rimontato per la serata pavese ha mantenuto intatto l’incanto della favola di Charles Perrault elargendo agli spettatori una esibizione di assoluta qualità. ...
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