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Il primo ballerino Simone Agrò “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Onegin e Don Chisciotte. Il balletto contemporaneo prediletto? Le Sacre du printemps di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Il Teatro dell’Opera di Roma che ormai è casa. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Il ritratto di Dorian Gray. Il costume di scena che preferisci nel grande repertorio classico? Colas ne La fille mal gardée di Frederick Ashton e Basilio in Don Chisciotte di Michail Baryšnikov. Quale colore associ alla danza? Non un colore, ma l’idea che la danza contenga tutti i colori quando la si esegue. Che profumo ha la danza? Profuma di libertà. La musica più bella scritta per balletto? Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev. Il film di danza irrinunciabile? Billy Elliot, perché mostra come la danza non sia solo arte, ma percorso di dedizione e sacrificio, una scuola di vita che insegna a seguire la propria passione nonostante le difficoltà. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Michail Baryšnikov ed Elisabetta Terabust. Il tuo “passo di danza” preferito? Pirouette. Chi ti sarebbe piaciuto essere tra i grandi personaggi del balletto classico? Basilio, ...

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“Illusions – Like Swan Lake"

“Illusions – Like Swan Lake”: il Bayerisches Staatsballett inaugura il 2026 con John Neumeier

Il Bayerisches Staatsballett inaugura il 2026 con una delle produzioni più attese della stagione: Illusions – Like Swan Lake di John Neumeier, in scena al Nationaltheater di Monaco di Baviera a partire dal 16 gennaio 2026. La scelta di aprire l’anno con questo titolo non è casuale: il coreografo tedesco, da decenni punto di riferimento internazionale nel panorama della danza, propone una rilettura intensa e complessa di uno dei capisaldi del repertorio classico, trasformando il mito dei cigni in un’esperienza teatrale ricca di strati narrativi e psicologici. A differenza delle numerose reinterpretazioni del Lago dei Cigni, Neumeier non si limita a un tributo al balletto di Čajkovskij. La sua opera fonde in modo audace la trama originale con la vita di Ludwig II di Baviera, il sovrano noto per il suo fascino enigmatico e la passione per le arti. In questa prospettiva, il balletto diventa non solo racconto romantico, ma anche indagine sul desiderio, sull’isolamento e sull’illusione che pervade la mente del re, intrecciando elementi storici e psicologici con il linguaggio della danza. Dal punto di vista coreografico, Illusions – Like Swan Lake rappresenta una sfida notevole per la compagnia. Neumeier alterna sequenze di lirismo classico a momenti di drammaticità ...

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Ricordiamo Brigitte Bardot giovane allieva di danza

Prima di diventare un’icona del cinema e della cultura popolare del Novecento, Brigitte Bardot fu soprattutto una giovane allieva di danza. La sua biografia artistica, spesso raccontata a partire dal successo cinematografico, trova invece una radice profonda nello studio rigoroso del balletto classico, che ne ha modellato il corpo, la disciplina e il modo di stare sulla scena. Nata a Parigi nel 1934, Bardot iniziò a studiare danza in tenera età con Madame Marcelle Bourgat. La madre, attenta all’educazione artistica delle figlie, la indirizzò verso il balletto come esempio di formazione completa, capace di unire grazia, autocontrollo e sensibilità musicale. Brigitte dimostrò fin da subito una naturale predisposizione per il movimento, accompagnata da una forte determinazione. Il momento centrale della sua formazione arrivò con l’ingresso nello studio di Boris Knyazev, celebre coreografo e pedagogo russo, noto per il suo metodo severo e altamente strutturato. Knyazev non era soltanto un insegnante di tecnica: trasmetteva una visione della danza come disciplina totale, in cui il corpo diventa strumento di espressione ma anche di rigore. Bardot si sottopose a una formazione quotidiana intensa, fatto di sbarra, esercizi di allungamento e studio della postura, elementi che avrebbero lasciato un segno permanente nella sua fisicità. ...

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La danza aiuta a stare in gruppo e a non isolarsi

In un’epoca in cui la comunicazione passa spesso attraverso schermi e messaggi rapidi, il rischio di sentirsi soli, anche quando si è circondati da persone, è sempre più concreto. In questo contesto, la danza emerge come uno strumento potente e sorprendentemente semplice per contrastare l’isolamento e favorire la vita di gruppo. Non è solo un’arte o un’attività fisica: è un linguaggio condiviso che permette di entrare in relazione con gli altri senza bisogno di parole. Quando si danza insieme, si impara prima di tutto ad ascoltare. Non solo la musica, ma anche i corpi che si muovono nello spazio, i tempi degli altri, le energie del gruppo. Questo ascolto reciproco crea una connessione immediata: ci si sente parte di qualcosa, utili e necessari all’armonia complessiva. In una coreografia, ogni persona ha un ruolo preciso; nessuno è invisibile e nessuno può essere escluso senza che l’equilibrio ne risenta. È una metafora chiara di come funziona una comunità sana. La danza aiuta molto anche perché abbatte barriere che spesso sembrano insormontabili. Età, carattere, timidezza o differenze culturali perdono importanza quando il corpo diventa il mezzo principale di espressione. Chi fatica a parlare di sé può raccontarsi attraverso un movimento; chi ha paura ...

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La direttrice artistica e maestra Kathryn Bennetts “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Raymonda. Il balletto contemporaneo prediletto? Artifact (la versione serale completa) di William Forsythe. Il Teatro del cuore? Ne ho due… il Teatro Colón di Buenos Aires e il Teatro San Carlo di Napoli. Un romanzo da trasformare in balletto? Non mi viene in mente nessuna storia. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Lo trovo molto difficile… Non sono sicura che sia una buona idea. Il costume di scena che preferisci nel grande repertorio classico? Qualsiasi cosa disegnata da Desmond Healy. Ho adorato i suoi costumi per la produzione della Bella Addormentata che abbiamo fatto a Stoccarda negli anni Settanta (la versione di Rosella Hightower) e i costumi de La Vedova Allegra all’Australian Ballet nel 1973, coreografati da Ronald Hind. Entrambi sono stati disegnati da Desmond Healy. Quale colore associ alla danza? Tutti i colori! Che profumo ha la danza? Per me la danza ha l’odore meraviglioso del backstage… tutti i vecchi teatri hanno un odore molto particolare. La musica più bella scritta per balletto? Čajkovskij, Prokofiev, Glazunov. Il film di danza irrinunciabile? Il documentario sui Balletti Russi… con interviste ai ballerini sopravvissuti… purtroppo la maggior parte non ci sono più. I tuoi ...

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Panoramica sui grandi nomi della danza mondiale

La danza è molto più di un semplice movimento del corpo: è espressione di cultura, emozione e innovazione. Nel corso della storia, alcuni coreografi e ballerini hanno saputo rivoluzionare questo mondo, lasciando un’impronta indelebile che ancora oggi influenza spettacoli e insegnamenti. Scopriamo alcune delle icone che hanno cambiato la scena della danza. MARTHA GRAHAM: la rivoluzionaria del movimento moderno Considerata la madre della danza moderna americana, Martha Graham (1894-1991) ha introdotto un linguaggio coreografico basato sull’espressività interna e sulla tensione muscolare. La sua tecnica, conosciuta come Graham technique, rompeva con i rigidi schemi del balletto classico, enfatizzando contrazioni e rilasci del corpo per trasmettere emozioni profonde. Attraverso opere come Appalachian Spring, Graham ha dimostrato che la danza poteva raccontare storie complesse, sociali e psicologiche, aprendo la strada a generazioni di coreografi moderni. RUDOLF NUREYEV: la leggenda del balletto classico Rudolf Nureyev (1938-1993) è stato uno dei ballerini più carismatici del XX secolo. La sua tecnica impeccabile e la presenza scenica magnetica hanno elevato il balletto a una forma d’arte globale. Nureyev non solo eccelleva in performance classiche come Il lago dei cigni e Giselle, ma ha anche portato una nuova interpretazione dei ruoli maschili nel balletto, rompendo stereotipi e ispirando ...

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La danzatrice che non smette di rinascere: Alessandra Ferri e Vienna

Nel mondo del balletto esistono figure che non soltanto interpretano la danza, ma la trasformano. Alessandra Ferri è una di queste. Per oltre quattro decenni ha incarnato un’idea di femminilità scenica che fonde tecnica, intensità emotiva e una qualità narrativa rara. Nel 2025 inaugura un nuovo capitolo alla guida del Wiener Staatsballett, dopo una carriera che da sola basterebbe a riempire le pagine di un manuale di storia della danza. L’ascesa di Ferri comincia a Londra, dove si forma alla Royal Ballet School. Qui, sotto gli occhi attenti dei maestri che hanno fatto la storia del balletto britannico, rivela una maturità espressiva sorprendente per la sua età. Non è una sorpresa, quindi, che il Royal Ballet la promuova principal dancer appena diciannovenne: un record che segna il primo tratto di una carriera destinata a non conoscere confini. Dopo Londra, New York: all’American Ballet Theatre diventa partner di star assolute come Baryshnikov, consolidando la sua fama di ballerina capace di coniugare virtuosismo e drammaturgia. Poi Milano, dove dal 1992 diventa étoile del Teatro alla Scala. È qui che interpreta i ruoli che la renderanno immortale: Manon, Giselle, Marguerite and Armand, Romeo and Juliet. Ogni personaggio prende vita attraverso la sua sensibilità ...

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30 dicembre 2025: Gala in onore di Rudolf Nureyev a Siena

Il 30 dicembre, il Teatro dei Rinnovati di Siena ospiterà un evento unico nel suo genere: “Omaggio a Nureyev”, un gala di danza dedicato a uno dei più grandi ballerini del XX secolo. Questa serata non è solo un tributo, ma un vero e proprio viaggio nella storia e nell’arte di un interprete che ha rivoluzionato il balletto mondiale. Rudolf Nureyev non è stato soltanto un ballerino: è stato un simbolo di innovazione e libertà artistica. Con la sua straordinaria tecnica e la capacità di trasmettere emozione attraverso ogni gesto, ha trasformato ruoli classici come Il lago dei cigni e La bella addormentata nel bosco in esperienze di pura magia teatrale. Il gala senese intende ricreare quella stessa intensità, portando sul palco passi e coreografie che hanno fatto la storia della danza. La cornice scelta per l’evento non è casuale. Il Teatro dei Rinnovati, cuore pulsante della vita culturale senese da secoli, unisce storia e spettacolo: le sue sale storiche e l’acustica perfetta offrono il palcoscenico ideale per rendere omaggio a un artista come Nureyev. Qui, ogni passo dei danzatori dialogherà con l’architettura secolare, creando un’esperienza che va oltre la semplice visione di uno spettacolo. La serata prevede una selezione ...

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Quattro cignetti, un solo respiro: la danza dell’armonia

Nel cuore del balletto Il Lago dei Cigni, composto da Pëtr Il’ič Čajkovskij nel 1875-76, si trova uno dei momenti più iconici della danza classica: la Danza dei Piccoli Cigni (Pas de Quatre), conosciuta anche come la Danza dei Quattro Cigni. La danza fu creata da Lev Ivanov per la versione classica del balletto nel 1895, nel contesto della coreografia definitiva del Lago dei Cigni al teatro Mariinsky di San Pietroburgo. I piccoli cigni rappresentano una comunità fragile che sopravvive grazie alla collaborazione. In contrasto con i temi più drammatici del balletto, questa danza introduce un momento di leggerezza e candore. La breve (90 secondi circa) ma intensissima coreografia appare nel secondo atto del balletto: elegante, precisa e geometricamente perfetta è diventata uno dei momenti più riconoscibili e amati del balletto classico accademico. L’illusione è quella di una creatura sola composta da più “ali”. È interpretata da quattro ballerine che rappresentano giovani cigni, legate fisicamente — spesso incrociando le braccia o tenendosi per mano — eseguono una serie di passi piccoli, rapidi e sincronizzati, chiamati pas de bourrée. Non c’è spazio per respirare o aggiustare: la musica comanda, il corpo deve seguirla alla perfezione. Il fascino di questo pezzo non ...

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Al via a Napoli la XXVIII edizione di Second Hand

Second Hand torna a Napoli per la sua ventottesima edizione, dall’11 al 14 dicembre 2025 presso la Sala Assoli. Diretta da Gabriella Stazio e parte del progetto Dance Ecosystem – Supporting Artists Under 35 2025–2027, la rassegna conferma la sua vocazione: giovane coreografia d’autore, dialogo tra artisti nazionali e internazionali, scambio intergenerazionale tra artisti junior e senior, sperimentazione sui temi della contemporaneità. Un laboratorio che prende il titolo provocatorio scelto da Merce Cunningham nel 1970, dove frammenti già esistenti venivano ricombinati in creazioni originali. La serata inaugurale dell’11 dicembre alle 20:30 propone tre lavori distinti per poetiche e linguaggi: Oscure Luminiscenze di Lucas Monteiro Delfino, Flavia Dule, Angela Valeria Russo esplora gli angoli più remoti dell’interiorità umana, con drammaturgia e regia di Senio Giovanni Barbaro Dattena, interpretata da Flavia Dule e Manolo Perazzi, prodotta da Asmed – Balletto di Sardegna e co-prodotta da Danzeventi. Segue Dilatazione di un Attimo (Noemi De Rosa e Pierfrancesco Vicinanza), vincitore del Bando MUD C.Re.A.Re. Campania, un’indagine sul tempo e sull’ecosistema che unisce gesto, spazio e quarta dimensione, interpretato da Noemi De Rosa, con luci di Classico Light e produzione Compagnia Borderlinedanza 2024. Chiude la serata Desdemona (Monica Casadei), un duetto ispirato a Shakespeare e Verdi, con Alfonso Donnarumma e Christian Pellino, elaborazioni musicali di Luca Vianini e Fabio Fiandrini, prodotto da Compagnia Artemis Danza. Il ...

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