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2025 un anno di danza e balletto: resoconto generale

Il 2025 si è rivelato un anno di straordinaria vitalità per la danza e il balletto a livello globale, confermando il ruolo centrale di quest’arte nel panorama culturale internazionale. Le stagioni dei grandi teatri, i festival e le tournée hanno restituito un’immagine di forte equilibrio tra fedeltà al repertorio classico e spinta verso la sperimentazione contemporanea, con un’attenzione crescente alla multidisciplinarità, al dialogo interculturale e all’innovazione dei linguaggi scenici. Il repertorio classico: continuità, riletture e nuove generazioni Nel corso del 2025 i grandi titoli del balletto classico hanno continuato a occupare un posto di rilievo nei cartelloni dei principali teatri del mondo. Il lago dei cigni, Giselle, La bella addormentata, Don Chisciotte e Lo Schiaccianoci sono stati riproposti da numerose compagnie, spesso in allestimenti rinnovati dal punto di vista scenografico e drammaturgico. Molti direttori artistici hanno scelto di lavorare su nuove letture dei classici, mantenendo intatta la struttura coreografica tradizionale ma aggiornando costumi, luci e dinamiche interpretative. In diversi casi, le produzioni hanno messo in risalto una maggiore profondità psicologica dei personaggi, avvicinando il balletto narrativo alla sensibilità del pubblico contemporaneo. Il 2025 ha anche segnato l’ascesa di una nuova generazione di primi ballerini e ballerine nonché di solisti ed ...

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Agrippina Vaganova, la grande architetta del balletto russo

Agrippina Jakovlevna Vaganova (San Pietroburgo, 1879 – Leningrado, 1951) è una delle figure più fondamentali nella storia della danza classica. Ballerina, insegnante e teorica, la sua influenza è talmente profonda che ancora oggi il suo nome è sinonimo di perfezione tecnica e rigore artistico. Figlia di un soldato, Vaganova entrò giovanissima all’Accademia Imperiale di Danza di San Pietroburgo, dove studiò con alcuni dei maestri più importanti dell’epoca. Dopo il diploma, entrò a far parte del Teatro Mariinskij, ma la sua carriera di interprete non fu particolarmente brillante: la sua tecnica e la sua presenza scenica furono a lungo considerate meno spettacolari rispetto a quelle delle grandi stelle del tempo. Tuttavia, proprio in quegli anni Vaganova maturò una sensibilità particolare per la struttura del movimento, l’equilibrio tra forza e grazia, e il legame profondo tra corpo e musica. Quando lasciò la scena per dedicarsi all’insegnamento, rivelò la sua vera vocazione. Negli anni Venti e Trenta, in un’epoca di grandi cambiamenti culturali, Vaganova divenne docente all’Accademia di Ballo del Teatro Kirov (oggi Accademia Vaganova di San Pietroburgo), dove elaborò un metodo sistematico per l’insegnamento della danza classica. Il metodo Vaganova sintetizzava l’eleganza della tradizione francese, la forza e il virtuosismo italiani e ...

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Addio a Carmen de Lavallade, leggenda della danza moderna

Carmen de Lavallade si è spenta il 29 dicembre, a 94 anni, lasciando un vuoto profondo nella storia della danza americana. La sua scomparsa priva il mondo dell’arte non solo di una grande interprete, ma di una presenza che ha attraversato e incarnato più di settant’anni di trasformazioni del linguaggio coreografico, sempre guidata da una visione sensibile, rigorosa e profondamente umana. Nata a Los Angeles nel 1930, il suo primo incontro con la danza avvenne in ambito familiare, grazie alla cugina Janet Collins, pioniera afroamericana del balletto classico. Il percorso professionale prese poi una direzione decisiva con l’ingresso nella scuola di Lester Horton, dove, grazie a una borsa di studio, affinò una tecnica che la rese rapidamente una delle interpreti più emblematiche della compagnia. Nel contesto del Horton Dance Theater, il suo corpo divenne veicolo di una nuova idea di modernità: solido e scultoreo, ma al tempo stesso attraversato da una musicalità sottile e da un’intelligenza interpretativa fuori dal comune. In quegli anni di fervente sperimentazione artistica, il suo dialogo creativo con Alvin Ailey fu fondamentale; un rapporto che avrebbe contribuito in modo decisivo alla nascita, nel 1958, dell’Alvin Ailey American Dance Theater, di cui de Lavallade fu tra i ...

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Dieci anni dall’addio alle scene di Sylvie Guillem

Il 30 dicembre 2015, davanti al pubblico giapponese, Sylvie Guillem danzò per l’ultima volta. Non fu una serata d’addio nel senso tradizionale del termine, ma la conclusione naturale di un percorso coerente, lucido, radicalmente libero. La tournée mondiale Life in Progress si chiuse così, lontano dall’Europa che l’aveva consacrata, in un luogo simbolico per una danzatrice che aveva sempre preferito il dialogo silenzioso con il movimento alle celebrazioni ufficiali. Con quel gesto finale, Guillem non abbandonava soltanto il palcoscenico: chiudeva un’epoca della danza e ne lasciava aperta un’altra, fatta di domande, possibilità e nuove forme di presenza artistica. Entrata all’Opéra di Parigi giovanissima, Sylvie Guillem fu nominata étoile a soli diciannove anni da Rudolf Nureyev, che intuì immediatamente la portata rivoluzionaria del suo talento. Ma sarebbe un errore ridurre la sua grandezza alla precocità o alla perfezione tecnica. Guillem possedeva sì una linea fuori dal comune, un’estensione che sfidava l’anatomia e una forza fisica allora rara nel corpo femminile del balletto classico; tuttavia, ciò che la distingueva davvero era l’intelligenza del movimento. Fin dall’inizio, rifiutò l’idea della ballerina come figura decorativa o puramente esecutiva. Ogni ruolo diventava per lei un territorio da esplorare, da mettere in discussione. La tecnica non ...

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Capodanno al Teatro dell’Opera: ‘Lo Schiaccianoci’ tutto esaurito

Per il terzo anno consecutivo, Lo schiaccianoci registra il tutto esaurito in tutte le repliche al Teatro dell’Opera di Roma, confermandosi come uno dei titoli più amati e partecipati dal pubblico romano. Nell’edizione di quest’anno sono stati 18.000 gli spettatori che hanno assistito al celebre balletto di Čajkovskij con la fiabesca coreografia di Paul Chalmer, con un incasso complessivo di oltre un milione di euro, dati che attestano la solidità del successo e la capacità dello spettacolo di coinvolgere un pubblico ampio e trasversale. Il risultato si inserisce in un trend ormai consolidato: negli ultimi tre anni questa produzione de Lo schiaccianoci ha richiamato complessivamente 50.000 spettatori, diventando un appuntamento centrale della programmazione invernale del Teatro e un punto di riferimento per famiglie, giovani e appassionati di danza. Un successo anche per il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Eleonora Abbagnato che conferma il forte legame col pubblico e il ruolo della danza classica come elemento chiave dell’offerta culturale della città. Brindisi finale per salutare l’anno con gli spettatori all’ultima replica del 31 dicembre alle 18.00 con la Solista Marta Marigliani (Clara), il Primo  Ballerino Simone Agrò (Schiaccianoci), il Solista Mattia Tortora (Drosselmeyer), l’Étoile Susanna Salvi ...

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I balletti più visti nel mondo: capolavori senza tempo

Il balletto classico è una delle forme d’arte più longeve e universali della storia. Nato nelle corti europee e perfezionato nei grandi teatri imperiali, oggi continua ad attirare milioni di spettatori in ogni continente. Alcuni titoli, più di altri, hanno attraversato epoche, confini e culture, diventando veri fenomeni globali. Sono i balletti più visti al mondo: opere che uniscono musica immortale, coreografie iconiche e storie capaci di parlare a chiunque. Il Lago dei Cigni – Il balletto per eccellenza Se esiste un simbolo universale del balletto, è senza dubbio Il Lago dei Cigni. Con la musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij e la celebre doppia interpretazione di Odette e Odile, questo balletto è il più rappresentato e visto al mondo. La figura della ballerina in tutù bianco, le linee perfette del corpo di ballo e il contrasto tra amore e inganno lo rendono irresistibile per il pubblico di ogni generazione. Lo Schiaccianoci – Il trionfo del balletto popolare Nessun altro balletto raggiunge i numeri de Lo Schiaccianoci, soprattutto durante il periodo natalizio. È un fenomeno culturale globale: viene messo in scena ogni anno da compagnie grandi e piccole, attirando famiglie, giovani spettatori e neofiti. La sua forza sta nella magia visiva, ...

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Lo Schiaccianoci di Neumeier – Hamburg Ballet [RECENSIONE]

Lo Schiaccianoci di John Neumeier, nella lettura dell’Hamburg Ballet trasmessa in diretta da ARTE TV, si impone come uno degli esempi più alti di come un grande classico possa essere continuamente rifondato senza perdere la propria anima. Neumeier non racconta una fiaba: costruisce un paesaggio interiore, una geografia della memoria in cui l’infanzia non è un luogo felice, ma una soglia fragile e instabile, attraversata da desideri, paure e ferite. In questa prospettiva, ogni personaggio diventa una proiezione psicologica, ogni gesto una traccia di ciò che è stato e non può più tornare. La drammaturgia, fedele alla cifra autobiografica del coreografo, intreccia costantemente realtà e immaginazione. La casa borghese del primo atto non è mai davvero domestica: è un territorio carico di tensioni silenziose, di convenzioni sociali che comprimono l’emotività. È qui che emerge con forza il ruolo di Drosselmeier, affidato ad Alessandro Frola, autentico perno concettuale dello spettacolo. Frola costruisce un personaggio di rara complessità, lontano da qualsiasi stereotipo magico. Il suo Drosselmeier è un osservatore lucido, quasi inquietante, che sembra conoscere il destino dei personaggi prima ancora che essi ne abbiano consapevolezza. Il suo movimento è essenziale, cesellato, privo di qualsiasi enfasi decorativa; ogni posa appare necessaria, ogni ...

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Sulle punte a S. Silvestro per salutare l’anno nuovo

Mentre le piazze si riempiono di musica e fuochi d’artificio, nei grandi teatri d’Europa la magia prende un’altra forma: quella della danza. Il 31 dicembre 2025, le compagnie più prestigiose del continente offriranno un saluto all’anno vecchio in punta di piedi, con spettacoli che fondono tradizione, sogno e rinascita. Al Teatro alla Scala, simbolo mondiale dell’eccellenza artistica, il sipario si apre su La Bella Addormentata nel Bosco. La coreografia di Rudolf Nureyev, sulle note immortali di Čajkovskij, trasforma la sera di San Silvestro in una fiaba sospesa nel tempo. È un omaggio alla grazia, alla forza della bellezza che resiste al mutare degli anni — proprio come l’arte stessa. Al Teatro dell’Opera di Roma, l’incanto continua con Lo Schiaccianoci, il balletto natalizio per eccellenza. Le scenografie scintillanti e i movimenti dolci dei danzatori conducono lo spettatore in un mondo di sogno e stupore. Ogni passo di danza diventa un augurio per l’anno che arriva, un invito a custodire la meraviglia anche nel quotidiano. A Basilea, il Theater Basel celebra Capodanno con Der Liebhaber, una creazione moderna e sensuale che esplora le dinamiche del desiderio e dell’identità. La serata, in programma alle 20:30, culmina con una festa aperta al pubblico tra ...

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Il primo ballerino Simone Agrò “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Onegin e Don Chisciotte. Il balletto contemporaneo prediletto? Le Sacre du printemps di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Il Teatro dell’Opera di Roma che ormai è casa. Un romanzo da trasformare in balletto? Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Il ritratto di Dorian Gray. Il costume di scena che preferisci nel grande repertorio classico? Colas ne La fille mal gardée di Frederick Ashton e Basilio in Don Chisciotte di Michail Baryšnikov. Quale colore associ alla danza? Non un colore, ma l’idea che la danza contenga tutti i colori quando la si esegue. Che profumo ha la danza? Profuma di libertà. La musica più bella scritta per balletto? Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev. Il film di danza irrinunciabile? Billy Elliot, perché mostra come la danza non sia solo arte, ma percorso di dedizione e sacrificio, una scuola di vita che insegna a seguire la propria passione nonostante le difficoltà. I tuoi miti della danza del passato, uomo e donna? Michail Baryšnikov ed Elisabetta Terabust. Il tuo “passo di danza” preferito? Pirouette. Chi ti sarebbe piaciuto essere tra i grandi personaggi del balletto classico? Basilio, ...

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Quattro cignetti, un solo respiro: la danza dell’armonia

Nel cuore del balletto Il Lago dei Cigni, composto da Pëtr Il’ič Čajkovskij nel 1875-76, si trova uno dei momenti più iconici della danza classica: la Danza dei Piccoli Cigni (Pas de Quatre), conosciuta anche come la Danza dei Quattro Cigni. La danza fu creata da Lev Ivanov per la versione classica del balletto nel 1895, nel contesto della coreografia definitiva del Lago dei Cigni al teatro Mariinsky di San Pietroburgo. I piccoli cigni rappresentano una comunità fragile che sopravvive grazie alla collaborazione. In contrasto con i temi più drammatici del balletto, questa danza introduce un momento di leggerezza e candore. La breve (90 secondi circa) ma intensissima coreografia appare nel secondo atto del balletto: elegante, precisa e geometricamente perfetta è diventata uno dei momenti più riconoscibili e amati del balletto classico accademico. L’illusione è quella di una creatura sola composta da più “ali”. È interpretata da quattro ballerine che rappresentano giovani cigni, legate fisicamente — spesso incrociando le braccia o tenendosi per mano — eseguono una serie di passi piccoli, rapidi e sincronizzati, chiamati pas de bourrée. Non c’è spazio per respirare o aggiustare: la musica comanda, il corpo deve seguirla alla perfezione. Il fascino di questo pezzo non ...

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