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Storia e Cultura

Danza e rendimento scolastico, un circolo virtuoso da portare a scuola!

Danza, arte e teatro sono spesso considerati materie di ‘serie B’ negli istituti scolastici, quando invece dovrebbe vedere riconosciuto lo stesso status di discipline come scienze, matematica e lingua straniera, in quanto contribuiscono all’educazione del bambino nella sua interezza, fisica ed emozionale, per le ragioni che vediamo nel seguito. Come sappiamo, danzare è un atto umano originario insito in ogni cultura e incarna aspetti sociali di estrema rilevanza, quali il ricreativo, la celebrazione del sacro e le relazioni collettive. La bassa considerazione della danza nelle scuole deriva da una tradizione accademica convenzionale che associa l’intelligenza al ragionamento verbale e matematico, tralasciando il potere trasformativo del movimento nelle persone di ogni età e provenienza. La danza, infatti, aiuta a riportare serenità e stabilità nei momenti difficili e ad alleviare le tensioni giovanili che sempre più spesso sfociano in episodi di violenza e bullismo. Negli altri Paesi, sono numerose le compagnie di danza professionali che offrono programmi dedicati alle scuole. Uno di questi è Dancing Classrooms, organizzazione no profit con sede a New York, fondata nel 1994 dal ballerino palestinese e campione mondiale di ballo da sala Pierre Dulaine. Dancing Classrooms introduce il ballo nelle scuole elementari e medie di alcuni dei ...

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I 5 film di danza da vedere durante il lockdown

La danza e il cinema è sempre stato un binomio vincente. Sul grande schermo si mettono in scena i sentimenti dei personaggi altrimenti inesprimibili solo con le parole. La danza nel cinema ha una lunga storia che risale al teatro e ai numeri delle riviste e degli spettacoli di varietà, fino ad arrivare ai musical che vanno dagli anni ’30 agli anni ’50. La danza classica è sempre stata considerata come un tipo di espressione molto misteriosa, affascinante e coinvolgente da trasporre sul grande schermo. Vi proponiamo 5 film più belli per gli appassionati da danza da vedere durante questo periodo di lockdown. Blly Elliot di Lee Hall Billy Elliot è uno dei film cult della danza, scritto nel 2000 da Lee Hall e diretto da Stephen Daldry, ispirato alla vera storia del ballerino Philip Mosley. La pellicola fa riflettere e commuove. Non si può restare inermi dinanzi alla storia di Billy, interpretato da Jamie Bell. Il ragazzo ha soli undici anni, ma vuole diventare a tutti i costi un ballerino di danza classica. Ambientato nel 1984, la storia di Billy Elliot era destinata a diventare uno dei film del cuore per milioni di cinefili e non. C’è stata anche la versione ...

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Alessandra Ferri la danza fatta persona, musa ispiratrice tra sogno ed eleganza

E’ oggi considerata Internazionalmente una delle più importanti ballerine del mondo e orgoglio della nostra nazione. I primi passi di danza li fece alla Scuola del Teatro alla Scala di Milano, ma, dai 15 anni in poi studiò presso la Royal Ballet School. A soli 19 anni era già Principal Dancer del Royal. Domanda di rito, come è nata per Alessandra Ferri la passione per la danza? È nata con me, credo. Mi ricordo che sin da piccola, avevo tre anni, in casa inventavo delle coreografie con la musica. Era tutto talmente naturale e spontaneo, sono sicura che la danza sia una passione innata dentro di me. Poi mi fece scattare la scintilla il primo balletto che vidi a Monza, dove i miei genitori si erano trasferiti, alla visione rimasi folgorata e chiesi alla mia famiglia di essere iscritta ad una scuola di ballo. photo by Lucas Chilczuk for DanceMedia LLC Fu infatti prescelta da Sir Kenneth MacMillan come protagonista dei suoi balletti Romeo e Giulietta, Manon, Mayerling. La Ferri si rivelò subito un’interprete eccezionale. In lei tutto parla, ogni gesto, ogni sguardo, ogni movimento; tutto è messo la servizio del ruolo che deve interpretare, non si risparmia in nulla, ...

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Di cosa ha bisogno il corpo di un danzatore per potersi esprimere al meglio?

Il corpo di un ballerino necessita dell’appropriato carburante per prevenire infortuni e per mantenere e incrementare il livello di energia necessaria per allenamenti, spettacoli e audizioni. Per questo motivo per un danzatore professionista o amatoriale è fondamentale mantenere uno stile di vita sano che si ottiene anche attraverso un modello alimentare equilibrato, composto da liquidi, carboidrati, grassi, proteine ​​e molte vitamine e minerali. Vediamo nel dettaglio di cosa ha bisogno il corpo di un danzatore per potersi esprimere al meglio. Una corretta idratazione è essenziale per tutti noi, a maggior ragione per i ballerini che sono particolarmente inclini a problemi connessi alla mancanza della giusta assunzione di liquidi eliminati dal corpo attraverso il sudore, il nostro naturale meccanismo di raffreddamento. L’acqua serve non soltanto per controllare la sete, stimolo fisiologico importantissimo per mantenere in equilibrio la quantità di acqua presente nell’organismo, ma anche per preservare i livelli di sali minerali ed elettroliti indispensabili per supportare una corretta circolazione. È assai probabile che la disidratazione si manifesti ben prima della sensazione di sete, pertanto, i ballerini devono ricordare di idratarsi continuamente assumendo piccole quantità di acqua, prima, durante e dopo gli allenamenti. I carboidrati o glucidi rappresentano la fonte energetica principale ...

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I sorprendenti benefici psicologici della danza sul nostro corpo

Per migliaia di anni e nelle differenti culture, la danza si è dimostrata una forza comunitaria di aggregazione che accompagna i momenti più importanti dell’esistenza, dalla celebrazione della festa, del raccolto e dell’abbondanza, alla propiziazione di eventi favorevoli, fino alla guarigione delle malattie. Partendo da questi presupposti, nel 1942 la ballerina e coreografa americana Marian Chace codifica il potere curativo della danza in una terapia nota come Danza/Terapia del movimento (DMT), volta alla ricerca del benessere, della salute psico-corporea e della consapevolezza di sé, grazie al processo creativo e artistico che permette di entrare in contatto con le proprie emozioni, sia positive che negative. Nana Koch, Presidente del Dipartimento di salute, educazione fisica e scienze del movimento presso Long Island University e terapeuta di danza / movimento e arti creative, afferma a chiare lettere che il corpo non mente. La prima forma di comunicazione della nostra vita è, infatti, legata al movimento, essenza di relazione con gli altri primaria e sincera. La danza quindi genera svariati effetti benefici anche sul nostro cervello, aiuta a liberare i traumi subiti e impressi nella mente e, di conseguenza, nel sistema nervoso e nel corpo, in quanto il trauma si traduce in schemi di ...

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Il Bon Ton nei Balli dell’Ottocento

Nella seconda metà dell’Ottocento, durante le grandi feste da ballo di società, il comportamento degli uomini nei confronti delle donne seguiva un’etichetta ben definita, un insieme di regole di bon ton che portava a essere eleganti nei movimenti ed educati negli atteggiamenti. Con il passare degli anni i saloni da ballo si aprirono però alla borghesia, che quasi gareggiava con l’aristocrazia anche a passo di danza. Mentre però l’aristocrazia aveva nel dna le regole di etichetta e di bon ton, la borghesia non sempre era abituata alle buone maniere. Il Maestro di Cerimonia Si fece largo quindi la figura del Maestro di Cerimonia, arbitro e giudice perfetto di eleganza e di buone maniere. Questa singolare figura vigilava e presiedeva la sala da ballo. Il debutto al ballo avveniva con riti definiti: baciamani, inchini, sorrisi compiaciuti, tutto all’insegna del bon ton e della moderazione. Fino all’età vittoriana e al Novecento con il progressivo prevalere delle danze di coppia (valzer, polka, mazurca) su quelle corali (quadriglie e contraddanze) e dei saloni pubblici e dei teatri che sostituirono i palazzi aristocratici. La Danza: l’arte di stare in Società Già, perché la danza non era solo corretta educazione del fisico, acquisizione di un’ eleganza ...

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I più bei costumi della danza nella storia del cinema: un incontro tra arte e moda

Quando la danza incontra la moda non può che nascere un binomio vincente. E quando il tutto viene trasportato sul grande schermo allora diviene leggenda. Quante volte siamo rimasti incantati di fronte ad alcune pellicole che ci hanno colpito anche grazie alle mise dei protagonisti? Il Giornale della Danza ripercorre insieme a voi alcuni film che hanno saputo stupirci grazie ai costumi di danza. Mouline Rouge con Nicole Kidman Il film vincitore di due premi Oscar nel 2002, per la migliore scenografia e per i migliori costumi che sono di Catherine Martin e Angus Strathie. I creativi per questo capolavoro hanno realizzato oltre 450 abiti di scena! La pellicola è ambientata a Parigi nel 1899. Satine, Nicole Kidman, è l’étoile del Moulin Rouge, noto locale notturno di Montmartre. La cortigiana è la più desiderata ed è anche pronta a vendere i propri favori al miglior offerente. Finché un giorno arriva il giovane e timido scrittore Christian che si innamora di lei. Interessato a Satine è anche un ricchissimo Duca di Monroth che è pronto, pur di averla in esclusiva, a farla diventare un’attrice. L’atmosfera della pellicola tra l’esotico, il parigino più puro e il moderno look da soubrette colpì anche la moda. Nel 2001, anno di uscita ...

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Storia della danza: Alla riscoperta di balletti dimenticati di Flavia Pappacena

  Flavio rianimato ovvero il Filosofo inimico delle Donne di Giuseppe Salomoni (Venezia 1764) Con questo articolo volgiamo lo sguardo alla danza italiana che tanto peso ha avuto sull’evoluzione del balletto europeo tra il XVIII e il XIX secolo. In particolare, osserviamo il genere “grottesco” della metà del Settecento, genere che, come suggerisce il termine, era una modalità di danza acrobatica mista a pantomima, realizzata da Maschere della Commedia dell’Arte o da figure standardizzate (Giardinieri, Buffoni di corte, Marinai, Soldati ecc.) definite “Caratteri”. Queste bizzarre figure erano protagoniste di scenette basate su brevi vicende molto vivaci e su vistosi effetti scenografici, che non di rado scivolavano in situazioni paradossali. Per dare un’idea di quest’ultimo caso, riportiamo un ballo rappresentato a Venezia nel 1764 all’interno (tra il primo e il secondo atto) del dramma giocoso per musica Li Creduti spiriti. Si tratta di un raro esempio di ballo “integrato” (in continuità con il soggetto dell’opera), infatti il personaggio di riferimento è Flavio, protagonista dell’opera, e le scene di magia, giocate sull’assurdo e l’imprevedibile, sono anch’esse coerenti con il primo atto. Coreografo è Giuseppe Salomoni (detto “di Portogallo”) che, insieme al padre Giuseppe e al fratello Francesco, fu uno dei più interessanti ...

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Storia della Danza. Alla riscoperta di balletti dimenticati di Flavia Pappacena

  Elerz e Zulnida di Louis Henry (Milano, Teatro alla Scala, 6 maggio 1826). Musica di Cesare Pugni. Interpreti principali: Antonia Pallerini e Nicola Molinari. Scene di Alessandro Sanquirico. Nel 1844, in Studi sulle arti imitatrici, Carlo Blasis scrive che il genere “detto romantico”, “introdotto da venti anni a questa parte in ogni ramo di letteratura, ha confuso tutti i generi e ne ha fatto un genere misto”. Questa frase desta grande curiosità, se si considera che la storiografia della danza è concorde nell’attribuire l’avvio del balletto romantico francese agli inizi degli anni Trenta, più precisamente alla prima de La Sylphide (1832) o al suo prodromo Le Ballet des nonnes damnées (1831). Il balletto di cui parleremo in questa sede, Elerz e Zulnida (1826), testimonia, invece, come la sensibilità romantica serpeggi da tempo nell’ambiente ballettistico francese stimolata dai testi shakespeariani, dalle tragedie di Friedrich Schiller, oltre che dagli innovativi racconti  di Charles Nodier, autore di Trilby Il folletto di Argail  (1822), a cui è ispirato La Sylphide. Ne avevamo dato informazione già in una puntata precedente del giornaledelladanza.com (25/10/2015), quando avevamo posto l’attenzione sul Balletto delle suore dannate (Ballet des nonnes damnées). Elerz e Zulnida, “azione mimica di carattere”, fu composto da Louis Henry, ...

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A Natale scoppia una malattia che ha un nome: il balletto “Schiaccianoci”. Di Alberto Testa

A New York ogni anno scoppia, insieme alle malattie di stagione (raffreddore, influenza, morbillo, rosolia, scalattina, ecc,) un’altra malattia che si chiama il balletto “Schiaccianoci”. Anche da noi, in Europa, a Londra come a Parigi, a Roma come a Milano, sotto le feste natalizie, riappare questo fortunato balletto fantastico. E’ quasi inevitabile per la gioia dei bambini, come per il divertimento degli adulti. E’ un regalo che dal 18 dicembre 1892 ci ha fatto il Teatro Marijnsky di San Pietroburgo grazie a Piotr Cijaicovsky, musicista e al librettista-coreografo Marius Petipa. Si tratta in realtà di un racconto “Schiaccianoci e il Re dei Topi” di Ernst Thomas Amadeus Hoffmann. Non si sa se fu malattia diplomatica o per qualche altro motivo, ma il compito di comporne la coreografia fu poi affidato in un secondo tempo a Lev Ivanov, maestro in seconda di Petipa. Pare che il lavoro compositivo incontrò da ambo le parti non poche difficoltà soprattutto causa i precedenti contatti di sofferenza tra il musicista e Petipa coreografo. Tali punti di dissenso continuarono durante il non facile cammino del balletto.   Ancora oggi “Schiaccianoci” sta subendo rivolgimenti diversi, ma immutabile permane sempre fascino e successo. Il motivo risiede nella sua ...

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