Work It è tra le produzioni più viste del momento sulla danza in onda su Netlfix arrivato sulla piattaforma il 7 agosto e spuntato, nel giro di pochi giorni, all’interno della top ten dei titoli più popolari in streaming. Un film da vedere per tutti gli appassionati del balletto che hanno un sogno da raggiungere. Tra i produttori del film c’è anche Alicia Keys insieme a STX Films. Il film dura 93 minuti è adatto a tutti ed è stato girato tra giugno e agosto 2019 a Toronto e a dicembre 2019 nel campus dell’università di Los Angeles. Quinn per ottenere l’ammissione al college dei suoi sogni deve imparare a ballare e formare una squadra di ballerini improvvisati…ce la farà? Work It la trama Work It racconta dei sogni, speranze, tenacia di una generazione, ma anche di amore, condivisione e amicizia. Quinn Ackerman ha l’ambizione di entrare alla Duke University, ma l’obiettivo è complesso perchè nella selezione non contano solo i voti, ma anche le attività extra-scolastiche.Così per cercare di elevare il proprio curriculum, la ragazza decide di entrare nella squadra di danza della scuola per partecipare al concorso Work It. Il problema però è che Quinn non sa ballare. Così ...
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Le diciotto frasi che un ballerino non dovrebbe mai dire al suo insegnante di danza
Un’efficace comunicazione tra allievo e insegnante di danza costituisce un elemento essenziale alla formazione del danzatore. Ci sono, tuttavia, alcune frasi che un ballerino non dovrebbe mai, ma proprio mai dire al suo maestro. Vediamone alcune. ‘Non ci riesco’. Ecco la frase che fa infuriare ogni insegnante, soprattutto se arriva dopo il primo o secondo tentativo di eseguire un passo. L’autodemolizione delle proprie capacità non aiuta il ballerino nella riuscita e nella crescita. Dire ‘non posso’ significa che non lo si farà mai e un bravo insegnante non spiega passi o coreografie se non ritiene che alla fine l’allievo arriverà a padroneggiarle. Ma soprattutto la danza insegna che l’impossibile non esiste, quasi mai. ‘Sono stanco’. Questo scioccante annuncio non cambia lo stato delle cose. Stanchi o no, se si viene a lezione ci si impegna al massimo. Il sudore è linfa per i ballerini, parte integrante di una lezione di danza. Bisogna preoccuparsi se si esce dalla sala freschi come rose, senza avvertire un pò di sana, rigenerante fatica . ‘Non danzerò bene questo pezzo finché non l’avrò memorizzato e fatto mio’. La scoperta dell’acqua calda. Nella sua ricerca di perfezione, un ballerino non si sentirà mai pronto fino ...
Read More »Chicche di Danza: Roberto Bolle a Positano danza nell’arcipelago di Nureyev
L’armonia, la bellezza, l’eleganza e la natura. Roberto Bolle, in vacanza a Positano, è ritratto nell’arcipelago delle Sirene, Li Galli, nell’isolotto che fu della leggenda della danza Rudolph Nurejev. Lo scatto, di una raffinatezza unica, che ha raggiunto ben 40 mila like, è stato condiviso sul profilo Instagram del ballerino italiano. Bolle è il primo artista mondiale ad essere contemporaneamente Étoile della Scala di Milano e principal dancer dell’American Ballet Theatre di Milano. Roberto Bolle sull’isola Li Galli incanta nei luoghi tanto cari a Nureyev. La foto di Roberto Bolle nelle isole delle Sirene, che hanno incantato Ulisse, è simbolo di bellezza e di magia. L’isola, che è stata di Massine e Nureyev, ora è dell’imprenditore turistico di Sorrento Giovanni Russo. La bellezza di questo luogo incantato in Costiera amalfitana, tempio della Danza, fa si che proprio qui si svolga anche per il Positano Myth Festival, forse una delle più belle manifestazioni artistiche dedicate al balletto. Li Galli ha da sempre esercitato un grande fascino nel corso delle varie epoche. Molti personaggi famosi hanno soggiornato in questi angoli suggestivi poichè attratti dalle meraviglie incontaminate della natura dei luoghi. Tra loro, oltre a Roberto Bolle, ci sono stati anche tanti altri ...
Read More »Il corpo danzante, ineguagliabile strumento di comunicazione attiva
Che cos’è la danza? Una definizione canonica definisce la danza come un’arte performativa in cui una persona o un gruppo di persone si muove seguendo un determinato ritmo musicale, per motivazioni ricreative, rituali, di intrattenimento e professionali. Essa viene anche definita come un insieme di regole e passi codificati secondo lo stile che esprime, inseriti in uno schema preordinato chiamato coreografia. Ma noi sappiamo che la danza è molto di più. E’ comunicazione, bisogno umano primario e irrinunciabile di condividere le nostre idee ed emozioni, e va ben oltre strabilianti e complicate coreografie e costumi sfarzosi. Riguarda la comprensione di un’idea e di uno stato d’animo, e la condivisione di quel determinato sentimento con altri, ragion per cui la danza è anche empatia a tutto tondo. Essa sviluppa l’abilità di mettersi nei panni dell’altro, di comprendere il mondo che ci circonda, di osservare con uno sguardo unico il linguaggio del corpo, di cui il danzatore è in grado di udire perfino i toni più sfumati. Gli esseri umani comunicano attraverso due flussi comportamentali principali, forme verbali e linguistiche, e forme non verbali, come il linguaggio del corpo e le espressione facciali. Per diventare messaggi comunicativi, questi comportamenti devono suscitare una ...
Read More »L’impatto psicologico dell’infortunio sul danzatore
L’infortunio è uno dei problemi più sentiti e temuti dai ballerini, sia professionisti che amatori. Questi incidenti di percorso, infatti, comportano una temporanea interruzione dell’attività, evento che può far perdere tempo prezioso, opportunità lavorative o semplicemente interrompere fino a data da destinarsi il benessere procurato dalla danza. E’ dunque evidente che ogni infortunio genera ripercussioni non solo sul corpo del danzatore ma anche sul suo stato psicologico. Nadine Kaslow, ex danzatrice, ora Professoressa di Psicologia all’Emory University di Atlanta e psicologa dell’Atlanta Ballet, dichiara che molti danzatori trovano nella danza la loro identità psicologica e sociale. Perdendola si sentono come se avessero perso tutto, in loro nascono l’insicurezza nelle proprie capacità e un doloroso senso di vuoto. Il ballerino è talmente concentrato sulla danza, infatti, che accantona ogni altro pensiero o preoccupazione, ed è considerato da tutti (e da se stesso) quasi infallibile. Dopo un infortunio però il danzatore si scontra con la cruda realtà: è un essere umano, e i sentimenti e le paure che vivono comunemente le persone affiorano anche in lui che si trova a doverli affrontare senza poter contare su ciò che gli dona forza e sicurezza, e che lo aiuta a ridurre lo stress quotidiano, ...
Read More »Roberto Capucci firma i costumi di Prometeo per il Festival dei Due Mondi di Spoleto
Quando la danza incontra una delle più grandi firme dell’alta moda italiana non può che nascere un binomio avvincente. Roberto Capucci firmerà i costumi del concerto in forma scenica intitolato “Le creature di Prometeo, Le creature di Capucci”. Lo spettacolo si svolgerà il 28 agosto 2020 al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nell’anno in cui ricorre il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven, la Fondazione Carlo Felice di Genova dà vita ad un inedito incontro tra arti. Un evento che mira a celebrare il genio creativo di storici protagonisti distanti nel tempo e vicini nell’estro. Da un lato troviamo Ludwig van Beethoven con l’unica tra le sue opere nata per il balletto. La composizione in due atti “Le Creature di Prometeo” (Die Geschöpfe des Prometheus), Op.43, commissionata dal coreografo Salvatore Viganò e con debutto a Vienna nel 1801. Dall’altro Roberto Capucci, maestro dell’alta moda internazionale. Il grande couturier, innovatore di stile, capace di far dialogare gli abiti con la natura, l’arte e l’architettura, è qui protagonista con una serie di bozzetti dal forte impatto visivo. Le creazioni sono state da poco esposte nella mostra “Capucci Dionisiaco. Disegni per il teatro”. I due processi artistici si incontrano in ...
Read More »Le dodici cose che solo i ballerini possono capire
Chi ha ballato nella sua vita, professionalmente o a livello amatoriale ma con passione, lo sa bene: bisogna essere un po’ folli per dedicarsi alla danza, sentirla nel profondo e amarla visceralmente. Di seguito elenchiamo una lista esplicativa di situazioni che distinguono i bizzarri ballerini dai ‘comuni mortali’. ‘Non posso, ho danza’. E’ la frase più ripetuta, quasi un mantra, quando gli amici propongono un’uscita serale e il ballerino ha lezione di danza. La vita del danzatore, infatti, consiste in poche attività che si ripetono come routine coreografiche: andare a scuola o al lavoro, poi a lezione di danza, quindi tornare a casa. Questa sequenza si ripete all’infinito. Il danzatore approfitta di qualsiasi elemento di arredo urbano per improvvisare una seduta di stretching e dare sollievo ai muscoli indolenziti per il lavoro in sala. Allo stesso modo, ovunque si trovi, al supermercato o in ufficio, marca le sequenze coreografiche per introiettare i passi e il ritmo alla perfezione, guadagnandosi occhiate incerte dai presenti. Ma non gli importa, la danza viene prima. Il ballerino deve spesso spiegare a familiari e amici che la lezione di danza non è un pericoloso addestramento corpo a corpo dei Navy Seal. I lividi, le botte ...
Read More »Butoh Festival Amsterdam: al via la IV edizione
Il 9 e il 10 ottobre 2020 Amsterdam ospiterà il Butoh International Festival, evento attesissimo a livello internazionale con 13 performers provenienti da Argentina, Brasile, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito e 12 performances. Gli artisti che prenderanno parte al Festival sono Adrien Gaumé (Francia); Cécile Raymond (Francia); Elisabeth Damour (Francia); Kea Tonetti (Italia); Juju Alishina (Giappone); Lorna Lawrie (Argentina); Luan Machado (Brasile); Rebecca Buckle (Regno Unito); Suzi Cunningham (Regno Unito); Teruyuki Nagamori (Giappone); Tina Besnard (Francia); Tivitavi (Italia); Valeria Geremia (Italia). Sarà l’unico festival di danza Butoh prodotto quest’anno nel mondo, da marzo. Butō (舞踏? talvolta riportato come butoh) è il nome di varie tecniche e forme di danza contemporanea ispirate dal movimento Ankoku-butō (暗黒舞踏? “danza tenebrosa”) attivo in Giappone negli anni cinquanta. Aspetti tipici del butō sono la nudità del ballerino, il corpo dipinto di bianco, le smorfie grottesche ispirate al teatro classico giapponese, la giocosità delle performance, l’alternarsi di movimenti estremamente lenti con convulsioni frenetiche. Non esiste una messa in scena tipica del butō. Le sue origini vengono fatte risalire a Tatsumi Hijikata e a Kazuo Ōno. Il primo spettacolo butō fu presentato un festival di danza giapponese da Tatsumi Hijikata nel 1959 col nome di Kinjiki (禁色? ...
Read More »Al via la 40ª edizione di Oriente Occidente Dance Festival a Rovereto
Prende il via dal 3 al 12 settembre 2020 la 40 esima edizione di Oriente Occidente Dance Festival a Rovereto. La kermesse torna in una versione rivisitata a causa del covid-19. L’evento sarà caratterizzato dal distanziamento fisico, ma anche da tanta voglia di ripartire e di tornare nuovamente a sognare e a ballare. L’edizione di quest’anno punterà tutto sui temi di forza e fragilità, presenza e movimento, contatto e distanza, solitudine e socialità. Come siamo cambiati in questo tempo di isolamento? Qual è oggi la nostra visione sul corpo? Cosa ci hanno fatto l’assenza di contatto fisico, la paura del contagio, l’incertezza diffusa sul futuro, le contraddizioni delle tecnologie, la fragilità che ha invaso il mondo? Siamo oggi più consapevoli della nostra finitezza? Quali pratiche per sopravvivere? Oriente Occidente Dance Festival si interroga sul particolare momento attuale che stiamo vivendo. A tal proposito si coinvolgeranno artisti, intellettuali e pubblico in una riflessione che si sintetizza nel binomio corpo politico/corpo poetico. Per far fronte al propagarsi della pandemia abbiamo tutti assunto comportamenti responsabili. Ciò ci ha portato a modificare le nostre abitudini quotidiane. Ma anche il nostro modo di lavorare, di relazionarci con l’altro. Così è stato per l’Oriente Occidente Dance Festival. Gli ...
Read More »Perché il danzatore considera normale ballare nonostante il dolore?
Il dolore è il modo attraverso cui il corpo comunica che qualcosa non va e svolge dunque una funzione fondamentale nella sopravvivenza dell’individuo. I nocicettori o recettori del dolore sono sparsi ovunque nel nostro corpo e svolgono l’essenziale funzione di identificare stimoli pericolosi e di segnalare la necessità di reagire a un danno all’integrità fisica. L’esperienza del dolore è complessa, in quanto determinata dalla dimensione affettiva e cognitiva, da esperienze passate, dalla struttura psichica e da fattori socio-culturali, e crea disagio fisico e psicologico. Costringersi a ignorare il dolore e a sopportarlo senza affrontarne le cause, rischia di metterci in condizione di non avere più accesso a queste essenziali informazioni fornite dal corpo. I ballerini sono noti per continuare a ballare nonostante tutto, perché un certo livello di dolore fa parte dell’essere un danzatore. Ecco perché è necessario saper distinguere tra dolore ‘buono’ e dolore ‘cattivo’. Il primo può essere definito come sensazione di indolenzimento che si verifica per esempio quando il corpo viene spinto al punto di tensione durante lo stretching. Il secondo invece può essere invalidante e impedire di eseguire normalmente i passi e la pratica. Il problema è che spesso i ballerini non si fermano neppure ...
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