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La danza è un antidoto all’‘inadeguatezza genitoriale’

  Negli ultimi decenni, il ruolo del genitore si è trasformato. I ritmi accelerati, le tecnologie proliferanti e le aspettative sociali plasmano nuove figure parentali, spesso animate dalle migliori intenzioni, ma fautrici di comportamenti che possono risultare diseducativi. Una delle derive più evidenti è l’iperprotezione. L’ansia di evitare qualsiasi difficoltà ai figli spinge molti adulti a spianare loro costantemente la strada, anticipando e risolvendo ogni ostacolo. Così facendo, però, si privano i ragazzi della possibilità di affrontare gli errori, superare le frustrazioni e crescere forti. Il desiderio di essere considerati amici più che figure di riferimento inoltre fa sì che il genitore abdichi al ruolo di guida, scegliendo di omologarsi agli atteggiamenti dei figli, sacrificando l’autorevolezza e la capacità di trasmettere valori, confini e regole. Questi comportamenti causano nel bambino e nell’adolescente una serie importante di difficoltà: incapacità di accettare la frustrazione, assumersi responsabilità e gestire l’insuccesso; fragilità emotiva e bassa tolleranza alle critiche; scarsa autonomia; difficoltà relazionali;  dipendenza dalla tecnologia come fonte di gratificazione istantanea. Tutto ciò premesso, ecco come la danza rappresenta un antidoto all’‘inadeguatezza genitoriale’. Con la sua forza trasformativa e la ricchezza di linguaggi, essa rappresenta un autentico percorso di crescita sana. Offre strumenti concreti per ...

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D.OFF in Art: “Danza celata, danza trovata”: un viaggio tra visibile e invisibile

Il 31 agosto 2025, alle ore 17:00, nella cornice di Piazza Garibaldi, a Matelica, andrà in scena  Danza celata, danza trovata, ultimo lavoro della Compagnia degli Istanti, ideato da Simona Bucci, coreografia di Roberto Lori, organizzazione Marika Errigo. La performance si inserisce all’interno della rassegna D.OFF in Art, che da anni indaga le possibilità della danza contemporanea nello spazio urbano e nei luoghi non convenzionali. Il progetto, affidato a un cast di interpreti eterogeneo – Fabio Bacaloni, Benedetta Balducci, Giorgia Bruno, Alba Maestrelli e Simona Rando – sviluppa un’indagine sulla dialettica tra rivelazione e occultamento del gesto. La “danza celata” non si configura soltanto come sottrazione del movimento allo sguardo, ma come sospensione del significato immediato; la “danza trovata” è invece l’atto della riemersione, del disvelamento di una traccia che riporta il corpo alla sua evidenza scenica. In questa dinamica di emersione e sparizione, la coreografia lavora per contrasto, alternando sequenze di forte densità cinetica a momenti rarefatti, quasi meditativi, dove la relazione tra i corpi si riflette e si moltiplica nello spazio pubblico. Il lavoro indaga la tensione tra visibile e invisibile, tra gesto che si cela e gesto che si rivela, in una coreografia che alterna sequenze di ...

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Le danze di carattere nei tre balletti di Čajkovskij

Nel grande teatro del balletto classico, le danze di carattere non sono solo ornamento, ma veri e propri frammenti di mondo. Travestite da folklore, da fiaba o da cerimonia, queste danze si insinuano nella struttura narrativa e scenica dei grandi titoli ottocenteschi, svelando un lato meno noto del virtuosismo accademico: quello che parla la lingua delle culture. Nei tre capolavori di Čajkovskij – Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci e La Bella Addormentata – esse si trasformano in specchi dell’umano, celebrando la varietà e il ritmo della vita. Nel terzo atto del Lago dei Cigni, la corte celebra un momento solenne: il principe deve scegliere la sua sposa. Ma ciò che si consuma sul palco è qualcosa di più profondo. La scena si trasforma in una galleria di maschere nazionali: una mazurka polacca, una csárdás ungherese, una tarantella napoletana, una danza spagnola. Ogni popolo entra in scena non come entità storica, ma come simbolo, portando con sé profumi, gesti e ritmi stilizzati. Ma il vero scopo di queste danze non è folklorico: sono un velo, un artificio, un teatro dentro al teatro. Sotto i tamburi, i ventagli e i tacchi, si cela la trappola tesa da Rothbart. È in questo contrasto ...

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Le eteree ballerine romantiche dell’800: Amalia Ferraris

Amalia Ferraris (Voghera, 1828 – Firenze, 1º aprile 1904) è stata una celebre danzatrice italiana del periodo romantico. Fu in grado in pochi anni di costruirsi una fama riconosciuta da pubblico e critica nel 1846, anno in cui ballò al Teatro Regio di Torino nella coreografia Zampa di G. Astolfi, sostituendo Fanny Cerrito. Da quel momento divenne una stella indiscussa e ammirata. La Ferraris detiene un posto importantissimo nella Storia del Balletto Romantico poiché, per la sua ferrea tecnica e per il suo stile lirico, fu una danzatrice capace di miscelare con cura il “volo” di Maria Taglioni e il virtuosismo innato delle grandi dive tersicoree. Dopo gli studi prima a Torino e poi alla Scuola di ballo dell’Accademia alla Scala, sotto la direzione di Carlo Blasis, debuttò giovanissima a Milano. In seguito calcò il palcoscenico del Teatro San Carlo di Napoli e poi di quelli in tutta Europa. Nel 1848 si esibì all’His Majesty’s Theatre di Londra in occasione dell’Esposizione Universale. Riscosse plausi e consensi a Londra, Roma, Vienna e all’Opéra di Parigi. Insieme a Carolina Rosati, sua rivale artistica, fu una delle ballerine italiane più note dell’epoca. Danzarono in coppia all’Opéra di Parigi nel balletto Marco Spada ou ...

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Il Direttore Jan Linkens “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Violin concerto di George Balanchine. Il balletto contemporaneo prediletto? Bella figura di Jiří Kylián. Il Teatro del cuore? Teatro San Carlo di Napoli. Un romanzo da trasformare in balletto? Mi piacciono i balletti astratti. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Idem come sopra, mi piacciono i balletti astratti. Il costume di scena indossato che hai preferito? Symphonic Variations di Frederick Ashton. Quale colore associ alla danza? Blue. Che profumo ha la danza? Sudore. La musica più bella scritta per balletto? Quella di Pëtr Il’ič Čajkovskij per “Il lago dei cigni”. Il film di danza irrinunciabile? Fame. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nurejev e Margot Fonteyn. Il tuo “passo di danza” preferito? Pas de bourrée. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico? Match in “La Sylphide”. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Jiří Kylián. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Grazie per la tua dedizione. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Duro lavoro, motivazione, curiosità. Come ti vedi oggi allo specchio? Felice! Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com © Riproduzione riservata

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Torna al Teatro Malibran “VeneziainDanza” (XVII edizione)

Nel cuore di una delle città più suggestive al mondo, Veneziaindanza si conferma come un appuntamento imprescindibile per gli amanti della danza e della sperimentazione coreutica. Sotto la direzione artistica di Michela Barasciutti – coreografa, danzatrice e anima pulsante del progetto insieme a Stefano Costantini con il supporto del Teatro La Fenice  – il festival si distingue per la sua capacità di unire linguaggi, estetiche e visioni differenti in un dialogo costante tra tradizione e innovazione. Con uno sguardo attento alla scena internazionale ma radicato nel tessuto culturale della Serenissima, Veneziaindanza offre ogni anno una selezione curata di spettacoli che trasformano Venezia in un palcoscenico luminoso, dove la danza incontra l’arte, la storia e l’architettura della città lagunare. Attraverso un programma che valorizza la ricerca, il corpo e la sua espressività, il festival promuove un’idea di danza come linguaggio universale capace di attraversare confini e generazioni. È in questo spirito che Veneziaindanza continua a crescere, coinvolgendo artisti emergenti e affermati, e offrendo al pubblico esperienze immersive e poetiche. Sabato 29 novembre, h. 20.00 Balletto Nazionale del Kosovo CARMINA BURANA Cantata scenica di Carl Orff Coreografia: Toni Candeloro Costumi: Toni Candeloro – Sanije Imeraj Light Designer: Marco Policastro Progetto Laser: Florian ...

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Quand elle danse: il libro su Anne Teresa De Keersmaeker

Perché così tante bambine vogliono diventare ballerine? Cosa significa ballare? Celebrare la vita? Condividere la propria idea di bellezza? Ricercare, nel suo intimo più profondo, ciò che il nostro corpo può e desidera? Ho avuto la fortuna di poter porre tutte queste domande ad Anne Teresa De Keersmaeker, che per due anni mi ha aperto le sue prove e i suoi archivi e mi ha concesso il suo tempo per spiegarmi come lavora, perché lavora e come questo lavoro la renda felice e radiosa. (Laure Adler) Quand elle danse (pubblicato nel giugno 2025 dall’Editore Seuil in lingua francese) è il risultato di due anni di conversazioni tra Laure Adler e Anne Teresa De Keersmaeker. In questa raccolta di interviste, De Keersmaeker riflette in 230 pagine sulla sua infanzia nella campagna fiamminga, sul suo percorso artistico – dall’ammissione alla scuola Mudra di Maurice Béjart agli anni di formazione a New York – e sull’evoluzione della sua carriera di coreografa. Parla delle sfide e dei rischi della professione – in termini di collaborazione, trasmissione e innovazione attraverso la sua scuola P.A.R.T.S. (Performing Arts Research and Training Studios) – insieme alle riflessioni sociali e umane che emergono dalle sue creazioni. Per lei, la ...

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Su Rai5 “La bayadère” con Bolle-Zakharova dalla Scala

Mercoledì 27 agosto, Rai5 alle ore 08.00 trasmette La bayadère nella registrazione del 2006 dal Teatro alla Scala, con Svetlana Zakharova (Nikiya) e Roberto Bolle (Solor). Nel cast troviamo inoltre Isabelle Brusson (Gamzatti), Bryar Rewisor (Il Gran Bramino). Scene di Pierluigi Samaritani, costumi Yolanda Sonnabend. Regia televisiva a cura di Tina Protasoni. Direzione musicale di David Coleman. La bayadère, uno dei balletti cardine del repertorio classico, vide la sua prima assoluta a San Pietroburgo nel 1877. Il fascino dei paesi esotici e il successo di opere letterarie ispirarono Petipa, che creò una perfetta armonia fra scene di massa e protagonisti, alto lirismo e fascino poetico. Su tutti, la meraviglia del Regno delle Ombre, quadro che aprì la strada alla fortuna occidentale di questo balletto. La versione curata da Natalia Makarova (dall’originale di Marius Petipa) è indicata come il più audace e il più deferente lavoro di ripristino del balletto di Petipa. E proprio la Scala, nel 1992, tenne a battesimo il debutto italiano di questa versione; prima di allora il Teatro milanese non aveva avuto in repertorio nessun allestimento di questo balletto. In un’India da leggenda, tra intrighi e drammi d’amore brillano le étoile Svetlana Zakharova e Roberto Bolle. Michele ...

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D. OFF InArt – D.OFF: Incontro tra la Danza e la Città

Dopo i successi di Aradeo (LE), Marano Lagunare (UD) e Magliano in Toscana (GR) fa tappa a Matelica (MC) dal 25 agosto al 6 settembre 2025 con il titolo di D. OFF –InArt, il festival nazionale di danza diffusa D. OFF – Incontro tra la danza e la città, curato dall’associazione Art Hub, con la direzione artistica di Roberto Lori e la direzione organizzativa di Marika Errigo. Il segmento in scena a Matelica affianca alla cura di Art Hub, la collaborazione della Pro Loco Matelica, della Compagnia degli Istanti, del Comune di Matelica, di Amat Marche ed è inserito nell’ambito della manifestazione Face OFF, organizzata dalla Proloco. La rassegna, nata nel 2013 proprio a Matelica all’interno di Face OFF, ha proseguito fino al 2024 con l’obbiettivo di promuovere la danza contemporanea e favorire l’incontro tra arte e territorio, proponendo spettacoli e attività di laboratorio in borghi e città, utilizzando teatri e spazi non convenzionali (mura, spiagge, musei, biblioteche, parchi, giardini, piazze, conventi) per sperimentare stimolanti e suggestive alchimie tra il processo artistico e il patrimonio architettonico urbano. Dal 2021 Face Off ha attraversato la Puglia, la Calabria, le Marche, la Toscana, il Friuli-Venezia Giulia e da quest’anno ha mutato la denominazione in ...

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L’ultima coreografia dimenticata di Marius Petipa

A più di un secolo dalla sua scomparsa, il nome di Marius Petipa continua a riecheggiare tra i velluti rossi dei teatri e i parquet consumati delle sale di danza. Coreografo di origini francesi naturalizzato russo, Petipa è considerato il padre del balletto classico ottocentesco e autore di capolavori immortali come Il lago dei cigni (in collaborazione con Lev Ivanov), La bella addormentata e Don Chisciotte. Tuttavia, pochi conoscono i dettagli della sua ultima coreografia, un’opera crepuscolare che, seppur meno celebre, racchiude il distillato della sua poetica e rappresenta il suo testamento artistico. Nel cuore dell’inverno pietroburghese del 1903, tra le quinte ornate del Teatro Mariinskij, si consumava un tramonto: quello di Marius Petipa. Il coreografo che aveva dato forma ai sogni imperiali stava per firmare il suo ultimo incantesimo. Il titolo era fiabesco, quasi infantile: Le Miroir Magique. Ma dietro lo specchio magico, si celava un’altra storia: un duello amaro tra un’epoca che finiva e un’altra che premeva per emergere. Le Miroir Magique nacque come un balletto-féerie in quattro atti, commissionato dai Teatri Imperiali per arricchire il repertorio con una nuova meraviglia scenica. Pepita, ormai ottantenne, si ispirò alla fiaba russa della principessa caduta sotto l’incantesimo della gelosia — ...

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