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“Danza chi, come e perché?” – La posta di Anna Maria Prina

MILANO, NOVEMBRE 2006, Anna Maria Prina, © ARMANDO ROTOLETTI

 

Gentilissima Signora Prina, sono la madre di un ragazzo che ha deciso di avvicinarsi alla danza, ma, vivendo in un paesino del Sud Italia, il cui nome ometto, ci ritroviamo a combattere con tutti i pregiudizi legati alla figura del danzatore maschio, mio marito non è d’accordo ma io vorrei mio figlio non abbandonasse quest’arte bellissima, secondo Lei che tipo di appoggio posso dargli per farlo continuare in questo percorso?

 (Flavia)

Gentile Flavia,

mi rattrista il fatto che nel 2013 mi venga ancora posta la questione sui “pregiudizi legati alla figura del danzatore maschio”. Purtroppo conosco la situazione e immagino la posizione di suo marito che per ignoranza emette un giudizio a priori e, come dice lo Zingarelli, “….anteriore alla diretta conoscenza di determinati fatti  o persone”. E, sempre come dice il summenzionato vocabolario, trattasi di “idea od opinione errata, fondata su convinzioni tradizionali e comuni ai più”. La verità è che il mestiere di danzatore richiede molta forza atletica ( in particolare per salti e sollevamenti della ballerina) e un gesto decisamente virile. La danza non crea persone effemminate pur essendo vero che, per essere buoni danzatori, si debba avere grande sensibilità, che non è solo tipicamente femminile. Il discorso sarebbe più complesso e lungo e non fattibile in questa sede. Le posso solo consigliare di essere ben certa che suo figlio abbia le doti necessarie per lo studio della danza facendolo vedere a un buon Maestro. Solo in caso di giudizio positivo potrebbe parlare con suo marito spiegandogli che vale la pena di dare la possibilità ai propri figli di seguire le loro inclinazioni, dando anche un tempo a scadenza per capire se è veramente la loro strada. A suo figlio non dia illusioni, ma se ritiene di essere certa delle sue doti e qualità lo aiuti facendolo studiare con buoni Maestri, e non solo con quelli di moda, anche fuori dal vostro “paesino”. In bocca al lupo!

Lei crede nei nuovi coreografi emergenti? Secondo Lei esiste la possibilità che le  generazioni future possano scrivere una nuova pagina della storia della danza?

(Filippo)

Caro Filippo,

e perché no??? Vi sono parecchi coreografi emergenti e già emersi che meritano il nostro apprezzamento e la notorietà. Molti di loro sono già attivi nel mondo e questo conferma il loro valore. E’ pur vero che molti artisti del passato sono stati contestati, non capiti e via di seguito, ma la storia ha poi ridato loro il giusto riconoscimento. Ad esempio Vaslav Nijinskij fu sonoramente fischiato quando presentò nel 1912 il suo L’aprés midi d’un faune, balletto allora giudicato scandaloso, che tutt’oggi viene danzato da grandi interpreti. Personalmente auguro che vi sia il riconoscimento di una “generazione futura” che già oggi si sta delineando. Quindi, SI una nuova pagina della Storia della Danza verrà scritta.

Cara Sig.ra Prina cosa ne pensa riguardo i Talent Show che trattano la danza in Tv?

(Roberta)

Cara Roberta,

penso che i Talent abbiano un duplice aspetto : da una parte hanno l’intenzione di scoprire talenti da immettere sul mercato e dall’altra lo scopo di fare spettacolo e avvicinarsi al grande pubblico catturando il maggior numero di telespettatori. Mi sembra che per quanto riguarda la musica leggera il successo sia indubbio mentre per la Danza avrei qualche riserva. Il lavoro da fare sui ballerini è molto lungo e peculiare e i miglioramenti – lo dico per esperienza-  non arrivano in fretta. D’altronde, i momenti di danza proposti dalla televisione  devono avere una spettacolarità regolata dagli autori e dallo share che, noi della danza classico-accademica, a volte non possiamo capire del tutto e condividere. Comunque la TV -così come Internet-  è un buon mezzo per avvicinare la gente alla Danza, anche se non quella teatrale. Buona visione.

La posta di Anna Maria Prina

Scrivete a: redazione@giornaledelladanza.com

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