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Il cavallino gobbo (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

Il cavallino gobbo o La fanciulla dello zar (conosciuto anche come The Little Humpbacked Horse oppure Le Petit cheval bossu, ou La Tsar-Demoiselle) è un balletto in quattro atti e otto scene più apoteosi con libretto e coreografia di Arthur Saint-Léon, musica di Cesare Pugni, basato sull’omonima favola in versi di Pyotr Yershov. Il coreografo si ispirò alla lontana dal racconto originale e nel balletto si vede Ivan il Matto, con l’aiuto di un cavallo magico, sconfiggere un malvagio Khan e vincere la mano della Zar-Fanciulla. Alla fine Ivan spodesta lo Zar e diventa lui stesso Zar. Il balletto venne presentato in debutto al Balletto Imperiale il 15 dicembre 1864 all’Imperial Bolshoi Kamenny Theatre di San Pietroburgo con interpreti Marfa Muravyova nel ruolo della Zar Maiden, e Nilolay Troitsky nel ruolo di Ivanushka. Il balletto divenne assai popolare ed ottenne grande successo per lo sviluppo dell’arte coreutica in Russia, con la bellezza di ventidue danze popolari russe, tra cui alcune inventate per l’occasione. La compagnia imperiale potenziò grazie a questa produzione uno stile differente, miscelando la coreografia classica europea alla vera danza popolare russa. 

La trama vede nel Primo atto (Scena 1): C’era una volta un contadino che aveva tre figli: Danila, un ragazzo intelligente, Gravrila, non così intelligente, e Ivan, uno sciocco. Ivan è solo, mentre i suoi fratelli giocano con gli amici. Da solo, suona la sua pipa. I suoi fratelli lo prendono in giro. Il padre dice ai ragazzi più grandi di stare attenti al ladro che sta rubando il loro mais. (Scena 2): In attesa del ladro, i fratelli bevono e svengono. Nella bella notte solitaria, Ivan entra e trova i suoi fratelli. Butta via la bottiglia e li copre mentre dormono. Poi alza lo sguardo verso le stelle. Mentre la notte avanza, si sente un turbine sul campo e con esso il nitrito di un cavallo. Un cavallo bianco con una criniera rossa salta attraverso il cielo. Ivan afferra la sua coda ondeggiante e le salta sulla schiena. Lei lo implora di lasciarla andare libera. Ivan acconsente e in segno di gratitudine lei gli dà due cavalli dalla criniera dorata e uno piccolo, alto appena sei pollici, con due gobbe sulla schiena e orecchie fino a terra. Dice a Ivan che può vendere i due grandi cavalli ma non deve mai separarsi dal piccolo cavallo gobbo, che sarà suo amico per sempre. All’improvviso, un uccello di fuoco vola attraverso il cielo; uno di loro lascia cadere una piuma che il piccolo cavallo avverte Ivan di non toccare a causa dei guai che porterà. Ma Ivan ignora l’avvertimento e lo insegue. I due fratelli maggiori si svegliano e rubano i due cavalli dalla criniera dorata e li portano al mercato. Ivan torna, sconvolto. Il piccolo cavallo gobbo è comprensivo, e prende Ivan e lo porta via nel cielo. (Scena 3): I fratelli di Ivan tentano di vendere i cavalli allo zar, il re. Ma i cavalli si comportano bene solo quando Ivan li tiene in mano. Ivan si presenta e i fratelli rinunciano a provare a controllare i cavalli. Ivan vende i cavalli allo zar, e lo zar nomina Ivan capo delle scuderie. L’ex capo delle scuderie giura di vendicarsi di Ivan.

Nell’atto Secondo (Scena 1): L’ex capo delle scuderie vuole scoprire perché Ivan è l’unico che può controllare i cavalli dalla criniera dorata. Così va alle scuderie e guarda tra gli effetti personali di Ivan. Trova la piuma dell’uccello di fuoco, va dallo zar e gli dice che Ivan gliela stava nascondendo. Lo zar prende la piuma e tocca un dipinto di gabbiani che prendono vita e volano via. Poi tocca un dipinto di una bella fanciulla, che prende vita. Ma solo il tempo necessario perché lo zar si innamori di lei. Poi scompare. Lo zar chiede a Ivan di riportarla indietro. Il piccolo cavallo gobbo dice a Ivan che lo aiuterà a trovare la bella ragazza. (Scena 2): Il piccolo cavallo gobbo porta Ivan alla montagna d’argento dove, di notte, la fanciulla appare in una barca d’argento. Danza una lunga e silenziosa danza. Alla fine il piccolo cavallo aiuta Ivan a catturarla nel mezzo della sua danza. Ivan è stupito dalla sua bellezza e suona la sua zampogna per la ragazza. Ma il suo piccolo cavallo gobbo impedisce a Ivan di innamorarsi della ragazza. Ivan culla la ragazza per farla addormentare e torna al palazzo. (Scena 3): Lo zar siede su un trono alto, e arrivano Ivan e la bella ragazza. Lo zar implora la ragazza di sposarlo, ma lei dice che non lo farà a meno che Ivan non trovi un anello in tre giorni che lei ha perso nell’oceano quando è nata. A Ivan viene ordinato di trovarlo.

Nell’atto Terzo (Scena 1): Il piccolo cavallo gobbo conduce Ivan nel regno sottomarino. Ivan offre una speciale conchiglia d’argento all’imperatrice degli spiriti dell’acqua. Lei accetta e va a cercare il cavalluccio marino che ha l’anello. Mentre Ivan aspetta che l’imperatrice ritorni, le creature dell’acqua danzano per lui. Infine, il cavalluccio marino arriva con l’anello e Ivan e il piccolo cavallo gobbo tornano a casa. (Scena 2): Lo zar sta preparando le nozze e la fanciulla aspetta con ansia Ivan e il suo piccolo cavallo gobbo. Quando arrivano, Ivan dà l’anello alla ragazza. Ma poi lei dice allo zar che non lo sposerà a meno che non diventi giovane e snello. Lo zar è arrabbiato e inizia a minacciare Ivan, ma la fanciulla dice che può essere giovane e snello se salta in una pentola di latte bollente. Lo zar pretende che Ivan vada per primo. Il piccolo cavallo gobbo dice a Ivan che non ha nulla da temere, così Ivan salta dentro. Quando emerge, è più snello che mai. Lo zar salta dentro, ma non esce. È stato bollito vivo. (Scena 3): Ivan e la bella fanciulla si sposano e il piccolo cavallo gobbo appare con dei fiori per la nuova coppia felice. Ivan, la fanciulla e il piccolo cavallo gobbo vivono felici e contenti.

Nel 1866, il balletto da San Pietroburgo fu proposto a Mosca. Nel 1876, Sergej Sokolov rimise in scena la coreografia di Saint-Léon a Mosca al Teatro Bolshoi, utilizzando solo autentiche danze russe. Nel 1960, il compositore russo Rodion Konstantinovich Shchedrin creò un nuovo balletto sullo stesso soggetto in scena il 4 marzo 1960 al Teatro Bolshoi di Mosca con sua moglie Maya Plisetskaya nel ruolo principale, alternata a Rimma Karelskaya, durante le prime rappresentazioni dirette dal maestro Gennady Rozhdestvensky. Nel 1866 Arthur Saint-Léon ripropose il balletto per la compagnia di Mosca con la partitura originale rivista dallo stesso Cesare Pugni con interpreti Marfa Muravieva e Timofei Stukolkin. Nel 1893 José Mendez riprese Il cavallino gobbo per il Balletto Imperiale del Bolshoi. Anche Marius Petipa rivide il balletto includendo un nuovo prologo e una apoteosi, oltre a variazioni aggiuntive, con immissioni musicali e revisioni alla partitura di Pugni da parte di Riccardo Drigo nel 1895 al Teatro Imperiale Mariinsky di San Pietroburgo con protagonisti Pierina Legnani, Alexander Shirayev e Felix Kschessinsky. Nel 1901 Alexander Gorsky riprese il titolo per il Teatro Imperiale Bolshoi di Mosca, con musiche aggiuntive di Anton Simon, Boris Asafiev, Pyotr Tchaikovsy, Antonín Dvořák, Alexander Glazunov, Johannes Brahms e Franz Liszt con interpreti i primi ballerini Lyubov Roslavleva e lo stesso Alexander Gorsky. Nel 1901 ancora Gorsky lo ripropose per il Balletto Imperiale del Mariinsky, con aggiunte musicali e revisioni alla partitura di Pugni a cura di Riccardo Drigo con interpreti Tamara Karsavina e Nikolai Legat.

Nel 1912 ci fu una ripresa della produzione di Gorsky firmata da Feodor Lopukhov per il Kirov Ballet. Nel 1960 Alexander Radunsky coreografò una propria versione sulla partitura di Rodion Shchedrin per il Balletto del Bolshoi di Mosca. Sempre sulla stessa partitura anche il coreografo Igor Belsky lo mise in scena per il Maly Theatre di Leningrado nel 1963. La versione Radunsky-Shchedrin fu filmata nel 1961 con protagonisti due autentici fuoriclasse del calibro di Maya Plisetskaya e Vladimir Vasiliev. Nel 2006 il Teatro dell’Opera e del Balletto di Novosibirsk presentò Il Cavallino Gobbo sulla musica di Rodion Shchedrin in occasione del 90° compleanno del compositore. “La musica per il balletto ‘Il Cavallino Gobbo’ è il mio primo, primissimo lavoro. Ma il lavoro è una pietra miliare, importante per la mia autoaffermazione creativa, che ha determinato molto nella mia vita” così affermò Shchedrin. In effetti la musica in cui Ivan incanta la fanciulla Zar è semplicemente una delle composizioni più belle mai create.

Nel 2009 il balletto è stato coreografato per il Mariinsky Ballet da Alexei Ratmansky con scenografie minimaliste e fantasiosi costumi di Maxim Isaev sulla partitura di Shchedrin. Anche la celebre compagnia ‘en travesti’ de Les Ballets Trockadero de Monte Carlo si è lasciata affascinare dalla popolare fiaba di Pyotr Yershov e ha proposto un estratto firmato da Elena Kunikova rappresentante la scena subacquea (ad oggi perduta nel suo originale) su musica di Cesare Pugni, tratta dalle coreografie di Alexander Gorsky e Marius Petipa con i costumi di Kenneth Busbin e le scenografie di John Claassen secondo Konstantin Korovin. C’è da ricordare che la versione del balletto di Gorsky/Pugni è stata un punto fermo dell’Accademia Vaganova fino ai primi anni Novanta, anche se mai eseguita nella sua interezza, sebbene pezzi isolati siano stati impiegati nelle rappresentazioni scolastiche. Ninel Kurgapkina ha messo in scena una versione condensata di un’ora per la televisione sovietica nel 1988. Inoltre, una compagnia di balletto in Giappone ha allestito la scena dell’Isola incantata nel 2000. Nel 2015 presso il Festspielhaus di Baden-Baden con le stelle del Mariinsky: Uljana Lopatkina, Viktoria Tereshkina, Alina Somova, Oxana Skorik, Evgenij Ivanchenko, Vladimir Shkliarov, Timur Askerov, Kimin Kim, al fianco dei giovani solisti e delle nuove promesse del corpo di ballo ha presentato Il cavallino gobbo (titolo sicuramente poco visto e noto in Europa) diretto dal maestro Valery Gergev.

Una curiosità ci rimanda al dicembre 1864 quando presso l’Imperial Bolshoi Kamenny Theatre di San Pietroburgo andò in scena il balletto con Marfa Muravyova e Timofey Stukolkin indicati come interpreti principali. Tuttavia, Stukolkin si fratturò una gamba e venne sostituito da Nilolay Troitsky il quale non aveva alcuna precedente esperienza in ruoli principali. Una seconda curiosità ci riporta a Cesare Pugni che al tempo era celebre per la velocità con la quale lavorava: era capace di allestire un intero balletto in una settimana e i divertissement in un giorno e le variazioni per la ballerina in poche ore.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

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