Il balletto classico preferito?
Don Quixote e Jewels.
Il balletto contemporaneo prediletto?
Sadeh 21 di Ohad Naharin e Shoot the Moon di Lightfoot/Leon.
Il Teatro del cuore?
Teatro Carignano di Torino.
Un romanzo da trasformare in balletto?
Il Colore Viola.
Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto?
Diamanti di Ferzan Ozpetek.
Il costume di scena indossato che hai preferito?
Il preferito di uno dei miei lavori: “Gli Amanti”.
Quale colore associ alla danza?
Rosso.
Che profumo ha la danza?
Chanel Égoïste.
La musica più bella scritta per balletto?
Il lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Il film di danza irrinunciabile?
Billy Elliot.
Due miti della danza del passato, uomo e donna?
Pina Bausch e Merce Cunningham.
Il tuo “passo di danza” preferito?
Pirouette.
Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio classico?
L’Uccello di Fuoco.
Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica?
Ci sono tanti nomi che vedo come grandi geni: Mats Ek, Ohad Naharin, Jiri Kylian.
Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Ringrazierei di aver fatto entrare nella mia anima qualcosa di così speciale, profondo e curativo.
Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Poetica, rigorosa, viscerale.
Come ti vedi oggi allo specchio?
Sono felice del percorso intrapreso, guardo a tutte le difficoltà vissute, le lotte che mi hanno portato alla carriera che sto costruendo e mi sento grato per aver avuto il coraggio di non smettere mai di lavorare duro e sognare.
Michele Olivieri
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