Ogni danzatore e ogni coreografo hanno dovuto affrontare un rifiuto durante il loro percorso nella danza. Il rifiuto da parte di un maestro che non scorge le potenzialità di un allievo, da parte degli spettatori che preferiscono un altro ballerino o un’altra coreografia, e durante le audizioni per spettacoli.
Il rifiuto è un’esperienza il più delle volte dolorosa che rischia di corrodere l’autostima. Tutti siamo insicuri in qualche modo, specialmente gli artisti.
Tuttavia, non è tanto importante il rifiuto quanto il modo in cui si reagisce. Per trasformare una situazione apparente sfavorevole in un vantaggio è necessario incrementare il potenziale creativo.
Uno studio della John Hopkins University di Baltimora intitolato “Rifiuto sociale e creatività” esplora come l’esperienza del rifiuto sia in grado di innescare un processo psicologico che stimola la creatività anziché soffocarla.
Dopo aver sperimentato il rifiuto, infatti, diventa essenziale assumere una mentalità positiva, sperimentare prospettive e approcci insoliti, incanalare l’energia nella ricerca di nuove influenze, ispirazioni e soluzioni.
Affrontare un’esperienza spiacevole in maniera propositiva significa identificare i propri punti di forza, utilizzare la creatività per migliorare le performance e massimizzare i risultati.
Quindi, il rifiuto e il fallimento non costituiscono di per sé condizioni negative, al contrario, possono diventare stimoli eccezionali e incentivi per arricchire la creatività artistica del danzatore.
Stefania Napoli
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