“Prospettive01” è una rubrica rivolta ad artisti e contesti che rappresentano un mondo di talenti in continua evoluzione. Ideata e curata da Lorena Coppola, la rubrica si propone di dare spazio a iniziative dedicate ai giovani e di raccogliere articoli e interviste mirate a dar voce a tutte le fasce creative del mondo coreutico: realtà in via di sviluppo ed espansione, progetti innovativi o realtà già consolidate e di chiara fama, meritevoli di attenzione. Un luogo di rivelazione e di incontro di nuove prospettive.
Luigi Tamburrini, danzatore partenopeo dalle doti brillanti, ha percorso in breve tempo le tappe di una carriera in ascesa e attualmente è in tournée in tutto il mondo con il Balletto Nazionale Italiano.
Ci può raccontare dei suoi esordi nel mondo della danza?
Il ballo è stato sempre parte della mia vita da piccolo. Ho sempre amato ballare. Poi intorno ai 12 anni, passando di fronte la bacheca di una piccola sala vicino casa, che annunciava l’apertura dei corsi di danza, ne fui subito attratto e di corsa andai a chiedere a mia madre di iscrivermi. È iniziata quindi da lì la mia scoperta del mondo della danza.
Grazie alle sue doti tecniche e alla dedizione assoluta alla Danza, in breve tempo da allievo è diventato un danzatore professionista, con numerosi impegni che La portano costantemente oltre confine, ci può raccontare il Suo percorso?
Il mio percorso inizia proprio da quella piccola sala nel mio quartiere. Dopo un anno di studio lì ho deciso di voler continuare seriamente e ho quindi scelto di andare a studiare in una scuola che potesse offrirmi una visione della danza più professionale. Ho proseguito quindi i miei studi, ricominciano un po’ da quelle che sono le basi della danza, presso la “Fondazione Lyceum di Mara Fusco” fino ai corsi intermedi grazie ad una borsa di studio. Successivamente ho deciso di concludere i miei studi altrove, scegliendo la Style Dance di Federico Abussi, dove ho trovato più che ad una semplice scuola di danza, una vera e propria famiglia che mi ha accompagnato fino al mio diploma, conseguito nell’anno 2019. Da quel momento ho continuato i miei studi come tirocinante, per poi entrare a far parte dello staff degli insegnanti della Style Dance. Il passaggio da allievo a danzatore professionista avviene poi nel periodo post-pandemico, nel 2022, quando finalmente ho la possibilità di partecipare alla mia prima audizione, quella per la compagnia del “Balletto Nazionale Italiano”, grazie alla quale ho avuto la mia prima esperienza lavorativa e fortunatamente tante altre a seguire. Ho avuto la possibilità di ballare in Europa fino ad arrivare negli Stati Uniti, contando in poco più di un anno più 170 spettacoli, tra ruoli di corpo di ballo e solistici.
Com’è stato per Lei ritrovarsi d’un tratto in una dimensione completamente nuova quale quella delle tournée in tutto il mondo?
All’inizio ero molto spaventato all’idea di affrontare questa nuova esperienza; infatti, inizialmente ho rifiutato la prima offerta di lavoro da parte della compagnia, ma poi me ne sono sinceramente pentito. Fortunatamente il destino ha voluto che il treno passasse una seconda volta; quindi, alla seconda proposta, mi sono detto: “Vuol dire che è destino. Devo farlo!” e così è stato, sono partito e ho vissuto una delle esperienze più belle della mia vita, che mi ha arricchito sotto ogni punto di vista, artistico e personale e ad oggi sono estremamente grato di aver avuto questa possibilità. Essere ogni giorno su un palco diverso, con tante persone a guardarti, facendo quello che hai sempre sognato e pensare “Quello che tanto ho desiderato sta finalmente accadendo!” è qualcosa che non ha prezzo.
Che differenze ha riscontrato tra l’Italia e l’estero?
Beh, indubbiamente ad oggi per i giovani danzatori l’estero offre maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro. Molto probabilmente, se non avessi scelto di allontanarmi, non avrei ancora avuto alcun tipo di sbocco lavorativo di questo genere o comunque la possibilità di lavorare tanto quanto fuori dall’Italia.
Lei è un danzatore classico dalle indubbie doti tecniche, ma non disdegna anche altri stili di danza. Quale tra questi apprezza di più?
Nel mio percorso, oltre alla danza classica, che è quella che ho sempre apprezzato maggiormente, ho studiato altri stili come il modern, disciplina nella quale ho conseguito il diploma parallelamente alla danza classica, e il flamenco per qualche anno. Lo stile modern lo apprezzo molto perché dà ai ballerini quella libertà di espressione di cui ogni tanto abbiamo bisogno, nonostante la tecnica sempre e comunque rigorosa proveniente dalla danza classica.
Il ruolo preferito?
Il mio ruolo preferito è quello del Principe Siegfried in Il Lago dei Cigni. Mi piace tanto perché è l’emblema del balletto classico: pulizia, eleganza, atteggiamento e portamento, caratteristiche che apprezzo particolarmente in un ballerino.
Il Suo balletto di repertorio preferito?
Il mio balletto preferito è appunto Il Lago dai Cigni, anche se può sembrare banale, ma è un balletto che mi prende sotto tutti i punti di vista. La musica che ogni volta mi fa venire i brividi, la coreografia che richiede un corpo di ballo pulito ed estremamente coordinato, i personaggi e la storia. Guardare questo balletto è come viverci dentro.
L’étoile del cuore?
L’étoile del mio cuore è senza dubbio Marianela Nuñez. Lei è l’unica danzatrice in grado di farmi dimenticare di essere una persona che ha delle conoscenze nella danza e semplicemente mi trasporta nella sua arte facendomi godere lo spettacolo secondo per secondo. Oltre ad avere una tecnica a dir poco perfetta, ha un’espressività che fa capire che la sua danza viene direttamente dal cuore regalando emozione pura.
La persona a cui è più grato nel Suo percorso artistico?
Chi devo ringraziare in assoluto sono i miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto e creduto in me. Non hanno mai smesso di spingermi ad andare avanti, nonostante i tanti sacrifici che hanno sempre fatto per permettermi di studiare e realizzare il mio sogno di ballare. A loro devo tutto!
Sogni da realizzare?
Il mio sogno è quello di riuscire a vivere di questo per tutta la vita, perché la danza ed io siamo come un’unica casa. Proprio non immagino la mia vita senza.
Progetti futuri?
Più che progetti, ad oggi li chiamerei sempre sogni, ma, oltre a continuare a ballare finché mi sarà possibile, mi piacerebbe un giorno creare una mia realtà e avere una mia scuola di danza per condividere la mia passione con le prossime generazioni di ballerini.
Lorena Coppola
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