“Prospettive01” è una rubrica rivolta ad artisti e contesti che rappresentano un mondo di talenti in continua evoluzione. Ideata e curata da Lorena Coppola, la rubrica si propone di dare spazio a iniziative dedicate ai giovani e di raccogliere articoli e interviste mirate a dar voce a tutte le fasce creative del mondo coreutico: realtà in via di sviluppo ed espansione, progetti innovativi o realtà già consolidate e di chiara fama, meritevoli di attenzione. Un luogo di rivelazione e di incontro di nuove prospettive.
Cornelia Danza è una Compagnia di Danza e Performing Arts formata da Eleonora Greco, Nyko Piscopo, Leopoldo Guadagno, Nicolas Grimaldi Capitello e Francesco Russo. La Compagnia ha al suo attivo diverse produzioni che l’hanno portata all’attenzione della scena artistica contemporanea attuale a livello internazionale, con spettacoli in USA, Regno Unito, Serbia, Svezia, Iran. La compagnia è inoltre molto attiva nel campo dell’organizzazione di progetti artistici, quali NEXT PROJECT, in collaborazione con la REGIONE LOMBARDIA per FATTORIA VITTADINI; PAUSEA PALCO, progetto durato tre anni, con l’intento di sensibilizzare il pubblico di periferia; MOVI|MENTAL E Dance and Video Festival presso il TEATRO AREA NORD, in collaborazione con Teatri Associati e Interno5, CILENTART FEST, in collaborazione con Vittorio Stasi e Teatro Pubblico Campano. Attualmente la compagnia è in tour con il suo ultimo lavoro “Puppenspieler”. In questa intervista esclusiva i membri della Compagnia si raccontano al Giornale della Danza.
Quando e come nasce la compagnia Cornelia Danza?
Cornelia l’abbiamo istituita ufficialmente a Napoli nel giugno del 2019, ma l’incontro tra noi 5 è avvenuto precedentemente. La nascita di Cornelia è frutto di un processo durato almeno un anno, durante il quale abbiamo riflettuto su cosa volevamo dire, quali erano i nostri obiettivi, come presentarci al pubblico e come farci strada nel difficile mondo della danza. Forte è stata sia la spinta artistica e creativa, sia la voglia di formare una realtà che possa essere un punto di riferimento per noi, per il territorio, ma anche per gli altri.
Come avviene il vostro incontro come artisti?
Siamo molto legati all’idea di artista come persona dinamica, sempre in viaggio e in continua sperimentazione. E come spesso accade nel mondo dell’arte, gli incontri fra le persone avvengono in maniera del tutto casuale e spontanea. In un periodo in cui tutti noi uscivamo da percorsi artistici differenti, sia per stile che per collocazione geografica, l’incontro a Perugia in occasione di un evento di danza contemporanea è stato cruciale, così come la cooperazione mostrata durante la creazione dello spettacolo Sweet Swan Sway! di Nyko Piscopo è stato per noi un esperimento importante per dare vita ad un progetto che nasceva quasi dal nulla. Vederci in azione, chi come coreografo, chi come danzatore, ci ha dato la possibilità di mostrarci a pieno e mettere in luce i punti di forza e i punti deboli di ognuno di noi. Gli stessi punti su cui poi abbiamo deciso di lavorare, confrontandoci e scambiandoci idee al fine di creare un progetto che avrebbe dovuto essere vitale per noi, nel tempo e nello spirito e che successivamente si è materializzato in CORNELIA.
Quali sono gli obiettivi della compagnia e quali i traguardi già raggiunti?
Sicuramente aver ottenuto il riconoscimento del Ministero della Cultura nell’ambito della produzione dello spettacolo dal vivo è un traguardo che ci rende orgogliosi anche rispetto all’impegno costante e di varia natura che noi fondatori riversiamo nell’attività. Nonostante esso sia arrivato abbastanza velocemente, ci piace sognare in grande ed essere lungimiranti, ma restando in piedi tra il passato, il presente e il futuro, ascoltando quelle che sono le necessità di tutti. Ad oggi, un nostro desiderio è senz’altro quello di avere un luogo fisico, uno spazio in cui Cornelia possa trovare dimora, con l’obiettivo di affinare i nostri strumenti produttivi, per poi diffondere la nostra arte sia sul territorio nazionale che internazionale. Un luogo frequentabile anche dai giovani in cui ci si possa immergere in un’atmosfera artistica a 360 gradi.
Le caratteristiche che contraddistinguono la vostra Compagnia?
Dal punto di vista umano sicuramente la tenacia e la caparbietà rappresentano un nostro punto di forza. Lavorare in trasparenza e apertura con le persone che collaborano con noi crediamo sia un’altra caratteristica che ci contraddistingue e che ci porta a creare fiducia, stima e forti legami artistici. Inoltre, nonostante amiamo presentarci al pubblico in maniera fresca, giovane ed innovativa, siamo molto legati alla tradizione. Cornelia rimette in discussione il concetto stesso di COMPAGNIA, intendendolo nella sua accezione più arcaica, con l’obiettivo di riportare in vita un concetto che in Italia si sta un po’ perdendo.
Qual è il vostro linguaggio coreografico?
Cornelia è composta da diversi coreografi, quindi sono vari i linguaggi creativi che vanno a delinearsi. Il CORPO però ne rappresenta il comune denominatore, utilizzato nella sua totalità e nel pieno della sua forza muscolare ed espressiva: Adriano Bolognino, per esempio, crea attraverso l’uso di una gestualità decisa che rende il danzatore forte e drammatico, Nicolas Grimaldi Capitello è orientato verso un utilizzo più impetuoso del corpo, mentre Nyko Piscopo tenta di unire forma poetica e forma tecnica per raccontare attraverso l’artista con cui lavora.
Come vi definireste in termini “stilistici”?
Crediamo che tutti gli artisti che incontrano la nostra famiglia si sentano molto liberi di mantenere le proprie caratteristiche artistiche. Anche sotto questo punto di vista siamo eterogenei.
Quali sono state le principali difficoltà incontrate in questo periodo buio della pandemia COVID-19?
Ci piace definire ironicamente Cornelia come figlia stessa della pandemia, poiché è nata poco prima. Ecco, ridiamo per non piangere, ma soprattutto per sottolineare la forza prorompente che l’arte può avere in qualsiasi circostanza. Per un’arte come la danza, che fonda le sue basi sull’utilizzo del corpo e che si nutre della presenza del pubblico come principale destinatario e fruitore degli spettacoli, penso sia facile intuire le difficoltà che la pandemia ha creato. Ma, siccome crediamo che un bravo artista sia colui che riesce anche a calarsi nel quadro storico-sociale in cui vive, non ci siamo dati per vinti e abbiamo continuato a produrre messaggi attraverso il mezzo della Video-Art. Come artisti, abbiamo il compito di creare e diffondere speranza anche in un momento in cui tutto sembra perduto.
Avete realizzato anche molti progetti in digitale. Che risultati hanno dato?
Tre sono stati i progetti digitali che abbiamo realizzato: Art is Homeless, che è stato pensato come un documento artistico in riferimento all’ennesima chiusura dei teatri; Italus, in collaborazione col designer Giuseppe Fata e il video- artist Andrea De Simone, realizzato in occasione di Vanity Fair Green, e Threesome, il progetto che ha riscosso più successo in cui è stata scelta la tecnica dello stop-motion per creare movimento in un tempo di congelamento restando in linea con il mood statico/ dinamico dell’era COVID-19. I video, ideati e realizzati da Nyko Piscopo si sono aggiudicati numerosi premi e menzioni speciali nell’ambito della video danza, tra cui Best Drama per il Brighton Festival, Hangartfest 2020 e il Premio Roma Danza. I progetti video hanno avuto la possibilità di essere inseriti in numerosi festival online in diverse città del mondo, tra cui New York, Londra, Belgrado, Varna, Svezia e Iran. Al di là dei premi, il risultato più importante risiede nel riscontro avuto dal pubblico, dalla gente comune che è riuscita a ridere o ad emozionarsi anche attraverso un canale video.
Il vostro ultimo progetto è “Puppensieler”, un’opera che fa parte di un progetto più ampio, quali sono le specificità di questa creazione e le sue finalità?
Negli ultimi anni Nyko Piscopo ha portato avanti un progetto di rivisitazione dei grandi classici di Tchaikovsky in chiave contemporanea, come pretesto per trattare alcuni temi sociali a me molto cari. Tutte opere che ha danzato e che quindi ha vissuto con il suo corpo. La ricerca che ho condotto ha portato alla creazione e alla messa in scena di Sweet Swan Sway!, Sleeping Beauty – Work Bitch! e Puppenspieler. Il progetto nasce dalla volontà di raccontare, attraverso la fiabistica, storie contemporanee e di trovare in esse una morale attuale. Puppenspieler è l’epilogo di questa ricerca scenica e coreografica che utilizza lo schiaccianoci, in realtà sei schiaccianoci che riportano alla luce tutti gli avvenimenti legati agli stereotipi di genere affinché Klara, interpretata da Eleonora Greco, possa affrontarli ed annientarli definitivamente. La drammaturgia di Puppenspieler è nata dai ricordi reali dell’interprete messi nero su bianco durante le varie residenze artistiche. Questa è la matrice di tutti i lavori: l’esperienza umana che è tutta racchiusa in un baule, come quello attorno al quale si svolge in scena questo spettacolo. Le musiche originali sono state rielaborate con un gusto innovativo e con un tocco partenopeo da Alfredo Maddaluno, così come le storiche danze di carattere sono state rimodellate secondo le capacità atletiche ed emotive dei danzatori in modo da rendere tutta la creazione coreografica un’opera “contemporanea” orientata alla ricerca di un danzatore libero e totale fatto di corpo, voce ed emozioni continuerà.
Progetti futuri?
Il futuro è sempre stato un mistero per noi artisti, ora più che mai. Però questa sfida ci piace e non abbandoneremo mai il senso di appartenenza a questa dimensione altra che è l’arte.
Lorena Coppola
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