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Jacopo Tissi grande orgoglio italiano, una stella in Russia [ESCLUSIVA]

Jacopo Tissi Il Futuro della danza italiana. Il giovane Jacopo Tissi (Classe 1995) nasce a Landriano (Pavia),  è sicuramente l’erede naturale del mostro sacro della danza italiana e internazionale Roberto Bolle. Si è formato all’Accademia della Scala dove ha subito dimostrato di essere un vero fuoriclasse.  Durante la stagione 2014/15 ha ballato con il Balletto di Stato di Vienna sotto la direzione di Manuel Legris, nella stagione 2015/16 è entrato a far parte del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala sotto la direzione di Makhar Vaziev, avendo come repetiteurs Vladimir Derevianko e Olga Chenchikova. Attualmente è Primo Solista nel Corpo di Ballo del Teatro Boslhoi di Mosca. – INTERVISTA ESCLUSIVA

 

Jacopo, tu parti da Landriano, un piccolo centro vicino a Pavia.  Come ti sei avvicinato alla danza o meglio come la danza è venuta a bussare alla porta di casa tua?

Diciamo all’incirca a 5 anni, forse perché ho anche i primi ricordi più chiari. 

Ballavo sempre quando mettevano la musica, mi piaceva ballare e anche esibirmi , ovviamente la mia danza non aveva una direzione già precisa, però la danza classica mi ha catturato, anche dal televisore di casa.

Quando ho visto il balletto classico per la prima volta in tv ho chiesto ai miei genitori di iscrivermi ad un corso di danza classica. 

Poi arriva il grande giorno la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano. Che ricordi hai? 

Ricordo con grande affetto gli anni alla Scuola di ballo, sono stati otto anni molto importanti e molto incisivi nella mia crescita. Ricordo dalla prima audizione, ai primi spettacoli al Teatro Alla Scala, gli esami, gli spettacoli al teatro Strehler , il diploma .. custodisco tanti ricordi speciali del mio periodo accademico. 

Quali sono state le maggiori difficoltà che hai riscontrato nel percorso coreutico?

Combinare la Scuola di Ballo alla Scuola Statale, soprattutto quando sono passato al Liceo serale, tra gli orari e gli impegni non è stato facile. Dall’altra parte lavorare e rinforzare il mio corpo con una crescita molto rapida e significativa, cosa che poi è stata un vantaggio per il mio percorso. 

Makhar Vaziev quanto devi al Maestro? Cosa è stato fondamentale in quel momento per spiccare il volo? Devi ringraziare qualcun’atro che è stato altrettanto fondamentale?

Tantissimo. Vaziev è il mio mentore, la persona che ha permesso di realizzare tutto quello che mi è accaduto fino ad oggi, che ha formato il mio carattere e la mia impostazione, una persona molto speciale per me. 

Il lavoro , tanto, ogni giorno in sala tutto il giorno e il carattere, credo sia una cosa molto importante. 

La mia famiglia, che è la mia forza sempre; I miei maestri all’Accademia del Teatro alla Scala e il mio insegnante al Bolshoi, Alexander Vetrov. Da quando sono arrivato a Mosca ad oggi ho lavorato con lui gran parte dei balletti del repertorio, mi ha fatto crescere molto sia tecnicamente che artisticamente, gli sono molto affezionato ed è per me un grande sostegno. 

La prima volta che ti è stato affidato un ruolo da primo ballerino cosa, dove e quando?

Il Principe Desiré nella prima della Bella Addormenta di Ratmansky al Teatro alla Scala, con Svetlana Zakharova, una persona per me molto importante e a cui devo molto. Lo considero il mio battesimo di scena. 

Cosa hai pensato, prima di entrare in scena?

“È la tua occasione”.

Sei scaramantico? Se si custodisci per caso un rituale? 

Diciamo che a queste cose è bene non crederci però anche non crederci non è bene. 

Secondo te, qual è la dote che non può mancare ad un ballerino?

Il carattere.

Esiste l’amicizia tra danzatori, artisti e colleghi?

Sì.

Il ruolo ballettisticamente parlando che ti rappresenta di più?

Ci sono una serie di ruoli a cui tengo particolarmente, è difficile sceglierne uno. Ogni ruolo rappresenta una diversa parte di me. 

Ti senti più Albrecht o Basilio?

Albrecht sicuramente.

Come ti avvicini ad un personaggio che devi interpretare? 

Conoscendo bene il soggetto, traendo ispirazione guardando le performance di altri ballerini, anche del passato e poi il lavoro in sala alla ricerca dei passaggi tecnici e delle sfumature dell’interpretazione, avvicinarsi ad un ruolo vuol dire anche fare una ricerca dentro se stessi. 

Tu sei bellissimo. La bellezza conta per una carriera importante?

Grazie, ognuno ha le proprie qualità. L’estetica credo sia un elemento importante sul palcoscenico, però non è tutto. Il pubblico vuole vedere qualcosa di speciale, ognuno deve saper giocare le proprie carte. 

Ora sei in Russia, raccontaci?

Sono sempre stato attratto dal balletto russo, sin dagli inizi degli studi. È sempre stato un sogno nel cassetto poter venire al Bolshoi, a Mosca, a San Pietroburgo.. è stato per me un cambiamento importante trasferirmi qui, anche non facile, dovendo confrontarmi con un nuovo mondo, una nuova lingua .. allo stesso tempo oggi sono molto contento di tutto quello che ho ricevuto in questi anni sia dal profilo professionale che personale, la Russia è un paese che supporta enormemente il balletto, il Bolshoi e la cultura in generale, cosa che permette agli artisti di avere una grande possibilità di arricchirsi. 

Tu sei consapevole che oggi sei la nostra stella italiana e il nostro orgoglio?

Mi fa molto piacere sentire queste parole, ogni volta che mi esibisco porto con me anche il nome dell’Italia e questa è per me una grande responsabilità, ma anche un grande onore. 

Talento a parte, come si diventa Jacopo Tissi?

Non penso di essere “arrivato”, la realizzazione di se stessi è un processo lungo e continuo. Però posso dire che quello che ho raggiunto fino ad oggi , arriva da tanto lavoro, coraggio e spirito di sacrificio. 

Tra i miti della danza ce n’è uno che è stato per te fonte di ispirazione?

Non posso dire di avere solo un ballerino come fonte d’ispirazione, però tra questi sicuramente Barishnikov, Nureyev,Valdimir Vasiliev, Soloviev, Liepa .. 

Che cosa rappresenta per te il palcoscenico e la definizione artista che significato ha?

Il palcoscenico è il senso del nostro lavoro, il risultato in scena, il momento in cui tutto vive, un momento pieno di un’energia incomparabile. 

Artista per me è la persona che riesce a trovare in se e a tirare fuori il linguaggio, l’energia per trasmettere la sua danza alle persone sul palco e al pubblico, colui che riesce ad essere padrone della scena. 

Cosa pensi del mondo della danza ? 

Credo che in questo difficile periodo per tutti, il mondo della danza stia attraversando un momento molto duro, penso e spero che nelle priorità e nelle esigenze di ogni giorno ci saranno la volontà di investire in questo settore, di preservare la tradizione e di incentivare l’istruzione e la divulgazione. 

Che cosa significa la danza per te? 

Un linguaggio di espressione senza eguali, la voce dell’anima che si espande nei movimenti. 

Il tuo sogno nel cassetto?

È un periodo particolare, penso a tante cose, sono sempre desideroso di nuove esperienze, ruoli, si vedrà. 

Progetti futuri?

Lago dei cigni in Kazan e Schiaccianoci al Bolshoi.

Sara Zuccari

www.giornaledelladanza.com

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