Talento, tecnica, determinazione, ambizione. Kristian Cellini è tra i più grandi coreografi internazionali. Nasce come ballerino per poi divenire un affermato e stimato insegnante e coreografo di danza. Vanta oltre trent’anni di carriera con collaborazioni dal calibro di Carla Fracci, Raffaelle Paganini, Andrea Bocelli, Placido Domingo, Gheorghe Iancu, Luciana Savignano, Daniel Ezralow, Micha Van Hoecke, Renato Greco. Nel 1993 riceve il “Premio Paride” e nel 2004 il premio “Ballerino d’Argento” come miglior ballerino. Il suo indiscusso talento è stato ammirato nei più importanti varietà e spettacoli televisivi Rai e Mediaset. Direttore Artistico della prestigiosa kermesse Peccioli in Danza, Kristian Cellini si racconta in un’intervista esclusiva al Giornale della Danza.
Intervista esclusiva del Giornale della Danza a Kristian Cellini
Soli pochi giorni fa l’abbiamo vista protagonista della kermesse Dance Open America, l’importante competizione statunitense che si svolge a Miami. Che esperienza è stata?
Ho portato due coreografie nelle serate di gala della manifestazione statunitense. Due passi a due: il primo intitolato “Incontri” con le star Giullame Coté e Heather Odgen esclusivamente creato per loro con musiche originali di Marco Zurzolo, il secondo pas de deux era estratto dalla mia coreografia “Empatia”, ed è stato interpretato da Francesco Porcelluzzi e dal famoso attore Gabriele Rossi.
Lei è alla Direzione di Peccioli in Danza.
Purtroppo a causa del covid-19 questa edizione salterà, abbiamo rimandato l’evento al 2022. Peccioli in Danza si svolge all’interno del Festival delle Undici Lune a Pisa. Pensi che siamo arrivati ad avere ben 2800 presenze nella serata di apertura! Ci sono sempre grandi nomi della danza che partecipano.
Come nasce questa manifestazione?
Grazie all’intuizione del Sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni. Casualmente nel 2014 venne a vedere il mio spettacolo “Cavalleria Rusticana” con Andrea Bocelli diretto da Placido Domingo, con Giuseppe Picone e Bridgett Zehr. Il Sindaco rimase immediatamente colpito dalle mie coreografie. Dopo solo una settimana mi propose di inserire all’interno del Festival delle Undici Lune una parte artistica di danza. Realizzai quindi per l’occasione le coreografie del trittico barocco con Giuseppe Picone e Letizia Giuliani. Alla kermesse pisana negli anni hanno partecipato i ballerini del Teatro alla Scala, del Teatro dell’Opera di Roma, del Teatro San Carlo, dell’Het National di Amsterdam e del National Ballet of Canada.
In quali accademie insegna?
Tengo dei workshop allo IALS, ma soprattutto all’estero in Canada, in Francia, in Libano, in America, in Spagna a Madrid persino con il Conservatorio Reale.
Come è scaturita la passione per la danza?
Casualmente. Ho iniziato grazie a mia sorella. All’epoca praticavo arti marziali. Vedevo lei che praticava danza e pensavo: “E’ facile, che ci vuole!” Dopo aver fatto una sola lezione di danza classica, lasciai arti marziali e iniziai a studiare questa disciplina. A 15 anni mi trasferii dall’Abruzzo a Roma, poiché vinsi la borsa di studio nella prestigiosa scuola di Renato Greco. Poi venni chiamato per una tourneè con Carla Fracci, incontrai il Maestro Gino Landi e da lì partì la mia intensa carriera in tv.
Che esperienza è stata la televisione?
Meravigliosa. Erano gli anni Novanta quando iniziai, all’epoca la professione del ballerino televisivo era qualcosa di molto prestigioso. Le trasmissioni in Rai e Mediaset mi hanno dato notorietà, mi hanno formato molto. Nel contempo ho sviluppato anche la carriera teatrale. L’esperienza televisiva, unita a quella teatrale, mi hanno arricchito molto, mi aiutano ancora oggi nelle sale prove, nei teatri quando devo sviluppare le coreografie.
Con chi si è trovato meglio a collaborare?
Non potrei fare una lista, mi trovo bene con tutti. Cerco di dare il meglio di me e di prenderlo dagli altri.
Quali qualità deve possedere un bravo coreografo?
La passione per il proprio lavoro, perché le persone percepiscono subito l’amore che hai verso ciò che fai. Fantasia, estro, creatività, il sapersi relazionare con i ballerini. Non mi piace essere un coreografo dittatore, cerco la complicità con i miei ballerini. Se tu dai mille, il danzatore ti ripaga con duemila. Bisogna essere anche dei bravi psicologi e capire la situazione. I grandi coreografi del passato sono per me fonte d’ispirazione, ma non voglio essere il clone di nessuno. Dietro ad ogni professione c’è un grande lavoro che deve essere riconosciuto.
Nonostante la difficile situazione attuale quali sono i progetti di Kristian Cellini?
Riproporrò la Summer School a Villa Delia in Toscana dal 12 al 15 agosto prossimo. Grazie all’ospitalità di Umberto Menghi che ringrazio, tra i più grandi ristoratori italiani all’estero, che verrà premiato a luglio con la Stella d’Italia dal Presidente della Repubblica, organizzerò il villaggio danza a numero chiuso con 50 allievi. I ragazzi studieranno classica la mattina e il pomeriggio saranno seguiti da coreografi internazionali, tra cui io e Mauro Bigonzetti. Gli allievi avranno modo di fare una full immersion di danza di otto ore al giorno. Sarà un vero e proprio Ferragosto in Danza, nome dell’evento, nella speranza che ci sia partecipazione e che i ragazzi abbiano voglia di riprendere in mano la propria vita.
Oltre a ciò?
Con la compagnia di Kaos Ballet, Balletto di Firenze stiamo preparando un trittico per la Divina Commedia. Io mi sono occupato delle coreografie del Purgatorio, ispirandomi al passaggio di Pia de’ Tolomei, un vero e proprio percorso di rinascita. Sarà in un certo senso una sorta di Cammino di Santiago, come una giornata in cui incontri dei problemi, ma poi arrivi alla sera e ti rilassi. La danza in fondo ha anche un forte potere terapeutico.
Elena Parmegiani
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