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“Landless”: Il corpo come territorio da reinventare

“Landless”

Il 30 ottobre 2025, al Kinneksbond – Centre Culturel Mamer di Lussemburgo, andrà in scena Landless, il nuovo lavoro del coreografo greco Christos Papadopoulos, interpretato da Georgios Kotsifakis. Figura di spicco della danza contemporanea europea, Papadopoulos continua a stupire per la precisione e la profondità della sua ricerca sul movimento. In questo nuovo lavoro, il coreografo esplora l’origine stessa del gesto, trattando il corpo come un’architettura vivente: uno spazio da costruire e da decostruire, dove ogni micro-movimento diventa un atto poetico e una rivelazione. Ispirandosi all’architettura (post)moderna, Landless indaga il legame tra struttura e libertà, organicità e artificio, presenza e smarrimento.

Il titolo, Landless, letteralmente “senza terra”, evoca una condizione di sradicamento e ricerca. Papadopoulos guarda al corpo come a uno spazio architettonico: un luogo da plasmare, ordinare, attraversare, in cerca di un luogo, di un’identità, di un nuovo equilibrio. L’ispirazione all’architettura (post)moderna si traduce in una danza che indaga i principi di costruzione, equilibrio e frammentazione. Come un architetto che organizza lo spazio urbano, il coreografo modella il corpo del danzatore, esplorandone la struttura, le tensioni interne, le simmetrie e le rotture. Ne nasce una gestualità ibrida, a metà strada tra l’organico e l’artificiale, tra il moto naturale e la costruzione estetica. Il corpo diventa un paesaggio da esplorare, un territorio in cui ogni articolazione, ogni vibrazione, ogni respiro partecipa a una geografia sensibile in continuo.

È la danza di chi ha perduto le proprie coordinate, di chi tenta di ritrovare nel corpo una nuova casa, un nuovo senso di appartenenza. In questa prospettiva, il lavoro di Papadopoulos assume anche una dimensione filosofica: l’assenza di una “terra” diventa metafora di una condizione umana contemporanea, in bilico tra la perdita e la ricostruzione di sé. Con la sua estetica essenziale e ipnotica, Papadopoulos invita il pubblico a un viaggio sensoriale e intimo, alla scoperta del corpo come territorio da riscoprire e reinventare.

Figura di punta della scena coreografica contemporanea, Papadopoulos è noto per la precisione quasi microscopica del suo linguaggio, costruito attorno a movimenti minimi, impercettibili, che aprono squarci di significato inattesi. In questa creazione solistica, interpretata da Georgios Kotsifakis, l’artista approfondisce la sua ricerca sull’origine stessa del gesto: da dove nasce un movimento? E come, da una semplice pulsazione interna, può emergere un intero universo coreografico? Kotsifakis, interprete d’intensa presenza scenica, traduce questa tensione in una fisicità misurata, essenziale, ma densa di significati. Ogni gesto è una micro-rivelazione, un atto di resistenza contro l’immobilità, un frammento di un linguaggio in divenire.

La poetica di Papadopoulos è riconoscibile per la sua sobrietà formale e la capacità di generare emozione attraverso la ripetizione, la variazione minima, la progressiva trasformazione del gesto. In Landless, questa estetica raggiunge una nuova maturità: la danza si fa quasi meditazione, un lento scavo nell’intimità del corpo e nel mistero del movimento. L’esperienza per lo spettatore è ipnotica: la lentezza, la precisione e la sospensione creano una dimensione temporale dilatata, dove ogni micro-movimento risuona come un’eco universale.

Con Landless, Christos Papadopoulos ci invita a riscoprire il corpo come luogo di conoscenza e di memoria, come territorio di libertà ma anche di vulnerabilità. È una danza che non cerca di raccontare, ma di rivelare; che non mostra, ma fa emergere. In un mondo in cui il corpo è spesso sovraesposto e al tempo stesso alienato, Papadopoulos ci restituisce la possibilità di osservarlo di nuovo, fragile, umano, infinitamente complesso.

ORARI & INFO

30 ottobre 2025, ore 20:00

Kinneksbond

Centre Culturel Mamer

Um Kinneksbond, L-8210 Mamer – Lussemburgo

info@kinneksbond.lu

kinneksbond.lu/fr

Lorena Coppola

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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