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Le Talisman (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

Creato in quattro atti e sette scene su coreografia di Marius Petipa con musica di Riccardo Drigo (libretto di Konstantin Augustovich Tarnovsky e Marius Petipa) il balletto fantastico Le Talisman (sottotitolo “La fille en l’air”) venne presentato nel 1889 al Teatro Imperiale Marinskij di San Pietroburgo con protagonisti Elena Cornalba, Marie Petipa, Pavel Gerdt, Enrico Cecchetti, Anna Johansson, Alfred Bekefi.

L’interpretazione del Maestro Cecchetti nel ruolo di Uragan gli diede la giusta visibilità per consacrare al meglio la futura danza maschile in Russia. Petipa sfruttò al massimo il potenziale virtuosismo di Cecchetti per mostrare l’incredibile talento, contribuendo a far uscire il ballerino dall’ombra della ballerina.

La trama è ambientata nell’antica India dove la splendida dea Ella, figlia di Amravati, la Regina dei Cieli, scende sulla Terra con il suo guardiano, Uragan, il dio del vento, per testare se riesce a resistere alle tentazioni dell’amore mortale. Se fallisce, perderà il suo diritto all’immortalità. Amravati ha donato a sua figlia un talismano sacro che le permetterà di tornare a casa finché rimarrà in suo possesso, perché se lo perdesse, non potrebbe tornare in Paradiso. Durante la loro visita sulla Terra, Ella e Uragan incontrano il giovane Maharajah, Noureddin, che si innamora di Ella, nonostante sia fidanzato con la principessa Damayanti, figlia del re Akdar. Noureddin entra in possesso del talismano e, dopo aver appreso il segreto dietro l’oggetto sacro, è determinato a far sì che Ella rimanga sulla Terra e diventi sua moglie e regina. Ella e Uragan ricorrono a grandi misure per recuperare il talismano da Noureddin in modo che Ella possa tornare da sua madre. Tuttavia, Ella si rende presto conto che l’immortalità e le delizie celestiali non possono eguagliare la felicità che Noureddin le offre con il suo amore e alla fine sceglie di rimanere con lui sulla Terra come donna mortale.

Purtroppo il balletto originale, a serata intera, è andato perduto. Per fortuna sopravvive “Il Talisman pas de Deux”. Lo si ricorda danzato dal “Royal Ballet” negli anni Novanta con Yoshida e Mukhamedov. Ma è bene sottolineare che questo pas de deux non è opera di Marius Petipa e non ha nulla a che fare né con la sua produzione originale del 1889 né con la sua ripresa del 1895. Si tratta, infatti, di una creazione sovietica realizzata da Pyotr Gusev nel 1955. La musica utilizzata per questo pas de deux è mix brani tratti da Riccardo Drigo, Cesare Pugni e dal compositore sovietico Aleksandr Bocharov.

Per il Corpo di ballo del Teatro alla Scala il coreografo Luigi Tornelli allestì una ripresa con il titolo Le Porte-bonheur nel 1908.

Da menzionare anche un ritorno al passato con la versione di Paul Chalmer e Ileana Citaristi per il “Balletto del Teatro Filarmonico di Verona” nel 1997 in onore del 150° anniversario della nascita di Drigo, al Teatro Verdi di Padova (città natale di Drigo), con interpreti Carla Fracci (Niriti), Alessandro Molin (Vayou, il dio del vento), Stéphane Fournial (Nouriddin), Ileana Citaristi (Amravati), Simona Mangani (Damayanti). La grande étoile Carla Fracci all’epoca aveva 61 anni. Per la coreografia e l’allestimento non si trattò di un restauro ma di una riuscita stilizzazione dell’epoca.

Si ricordano inoltre due revival: uno a firma di Marius Petipa per il Balletto Imperiale, con Riccardo Drigo che ebbe modo di rivedere la sua partitura, in scena il 4 novembre 1895 al Teatro Imperiale Mariinsky con protagonisti Pierina Legnani, Pavel Gerdt e Aleksandr Gorskij; il secondo, rifatto in epoca pre-sovietica, portava la firma di Nikolai Legat (basato sulla coreografia originale di Petipa) per l’Imperial Ballet, con la revisione e riorchestrazione di Drigo dalla sua partitura originale, in scena il 12 dicembre 1909 al Teatro Imperiale Mariinsky con Olga Preobrajenska, Vaslav Nijinksy, Nikolai Legat, Pavel Gerdt e Mathilda Felixovna Kshessinska.

Il balletto ebbe uno scarso successo al debutto, ciò che affascinò maggiormente pubblico e critica fu la partitura di Drigo. L’illustre Alexander Benois raccontò nella sua autobiografia dal titolo Mémoirs della venerazione personale per questo spartito: “Fu la musica semplice e affascinante di Drigo ad attrarre sia Valetchka che me verso ’Il Talismano’ di Petipa. In effetti, ne eravamo rimasti così entusiasti alla prima che la nostra rumorosa approvazione aveva attirato l’attenzione, e sembrava scandalizzare, l’allora piuttosto popolare Governatore Generale di San Pietroburgo Grösser… il quale si voltò (dal suo posto fisso in prima fila), fingendo un’espressione severa, e ci scosse il dito contro. Il mio entusiasmo era così grande, tuttavia, che non riuscii a smettere di applaudire e mi sentii persino costretto ad esclamare “Mais puisque, Excellence, c’est un chef d’œuvre!” al che Sua Eccellenza si degnò di assegnarmi un sorriso paterno”.

Una curiosità ci riporta al medesimo titolo Il talismano che è un’opera lirica in tre atti di Antonio Salieri e Giacomo Rust su libretto di Lorenzo Da Ponte, tratto dalla commedia omonima di Carlo Goldoni. La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro della Canobbiana di Milano il 21 agosto 1779.

Michele Olivieri

Foto di Pierluigi Abbondanza

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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