Balletto classico preferito?
Romeo e Giulietta coreografato da Sir Kenneth MacMillan.
Balletto contemporaneo preferito?
Revelations di Alvin Ailey.
Il teatro del cuore?
Del mio cuore… Metropolitan Opera House, New York City.
Un romanzo da trasformare in un balletto?
Beloved di Toni Morrison.
Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto?
Call Me By Your Name.
Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito?
Apollo e il Principe Sigfrido.
Quale colore associ alla danza?
La danza è un’espressione così varia e ogni stile, emozione e movimento porta con sé il proprio colore e la propria energia. Il balletto può essere caratterizzato da tenui colori pastello o da un audace bianco e nero. Il contemporaneo può essere caratterizzato da blu profondi o toni terrosi, e qualcosa di gioioso e passionale può esplodere in rossi, arancioni o ori brillanti. La danza, per me, è tutto questo!
Che profumo ha la danza?
La danza ha un odore misto di polvere di colofonia, sudore, un leggero odore di gomma dei pavimenti in studio, il calore delle luci del palcoscenico, il trucco e la lacca per capelli.
La musica più bella scritta per il balletto?
Sono un grande fan di Chopin, Čajkovskij e Prokofiev.
Il film di danza imperdibile?
Billy Elliot, White Nights, Fame.
Due “miti” da sfatare sulla danza del passato, maschile e femminile?
Un mito sulle ballerine che si identificano come donne è che debbano essere alte, estremamente magre e avere un aspetto fisico “perfetto” per avere successo. Un mito sui ballerini che si identificano come maschi è che ballare non sia maschile, o che i ballerini uomini non siano così forti o atletici. In realtà, ballerini di tutti i sessi si sottopongono ad un rigoroso allenamento fisico e mentale nel corso degli anni, e il successo si basa sull’abilità, l’espressione e la dedizione, non solo sull’aspetto o su obsoleti stereotipi di genere.
Il tuo “passo di danza” preferito?
Grand jeté.
Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico?
Romeo. Ha vissuto e amato con tanta passione.
Chi era il genio per eccellenza dell’arte coreografica?
Twyla Tharp, George Balanchine, Alonzo King, Alexei Ratmansky.
Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Grazie per averci ispirato a raggiungere la grandezza.
Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Costante, Istruttiva, Universale.
Come ti vedi oggi allo specchio?
Accettando me stesso, in evoluzione, più equilibrato!
Michele Olivieri
Foto di Karolina Kuras / Quinn Wharton
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