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Margot Fonteyn la prima ballerina assoluta partner di Rudolf Nureyev

Margot Fonteyn  consegue brillanti risultati per la grazia e per l’eleganza messe a servizio dell’impareggiabile senso artistico in tutti i ruoli interpretati. Indimenticabile partner di Rudolf Nureyev.

Margaret Evelyn Hookham, il vero nome di Margot Fonteyn, ha genitori inglesi ed irlandesi, ma è figlia illegittima dell’uomo d’affari brasiliano Antonio Fontes. All’inizio della sua carriera, Margaret trasforma il cognome Fontes in Fonteyn e il nome Margaret in Margot, da qui il nome d’arte, rivelatosi fortunatissimo per la raffinata ballerina inglese. La Fonteyn studia danza a Londra. A 14 anni supera un’audizione per il Vic-Wells-Ballet, il futuro Rojal Ballet. Nel 1935 Margot Fonteyn diventa la star della compagnia e la musa ispiratrice di tanti balletti del coreografo Sir Frederick Ashton: “Ondine“, “Daphnis and Chloe” e “Sylvia”. Rimane nella storia la sua interpretazione, a 26 anni, di Aurora ne “La bella addormentata” di Cajkovskij. 

Rudolf Nureyev, il partner di Margot Fonteyn: un binomio intenso e struggente

Tra Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn c’è un’alchimia unica, i due formano una coppia di ballerini affascinanti. Nel 1961, il ballerino russo è in tournée per la prima volta in Europa con il Balletto “Kirov”. Proprio in quel frangente chiede asilo politico alla Francia e abbandona l’Unione Sovietica.

Il 21 febbraio 1963, Rudolf e Margot appaiono sul palco, per la prima volta insieme, in una rappresentazione di “Giselle” a Londra.

Ed è subito un successo. Nureyev, a fine spettacolo, si inginocchia davanti alla Fonteyn e le bacia, in segno di riverenza, la mano. Il pubblico è in delirio. I celebri danzatori sanciscono un’unione che dura una vita intera, sia sul palco che fuori.

Da quella volta nasce il mito della coppia tersicorea più bella del mondo, invitata negli anni a seguire sul palcoscenici più prestigiosi e dai coreografi più in voga.

Nonostante la differenza di storia personale, temperamento e i quasi vent’anni d’età, sono amici leali l’uno all’altra fino alla fine. La coppia diventa famosa per le ripetute chiamate alla ribalta e per i lanci di bouquet di fiori da parte del pubblico ad ogni rappresentazione. Gli anni Sessanta e Settanta sono strepitosi, i due offrono il meglio in coppia, la carriera di Margot Fonteyn si allunga ben oltre i limiti che si credevano o speravano nelle migliori delle ipotesi.

Debuttano nel celebre “Romeo e Giulietta” di Kenneth MacMillan, anche se quest’ultimo lo aveva in verità pensato per Lyn  Seymour in coppia con Christopher Gable. Quel cambio porta evidentemente immensa fortuna tanto al coreografo, quanto ai due interpreti! Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev danzano insieme anche la versione filmata de “Il Lago dei cigni”, ulteriore vessillo del loro monopolio in ogni angolo del pianeta. Tuttavia il mito della danzatrice inglese ha resistito al logorio di questi venticinque anni dalla sua scomparsa, anche e soprattutto, per il suo essere donna speciale, amica di tutti i colleghi.

Margot Fonteyn e’ famosa per la sua professionalità e per la sua lealtà verso colleghi e amici.

Nel suo modo di danzare emerge per il lirismo, la grazia, la passione e la musicalità. Non è tecnicamente molto dotata, ma ha in sé qualcosa di magico che, in palco, la rende speciale. Nel 1954 è nominata “Dame” dall’Ordine dell’Impero Britannico. Negli anni Quaranta ha una lunga storia d’amore con il compositore inglese Constant Lambert. Nel 1955, Fonteyn sposa Roberto Arias, un diplomatico. Il matrimonio è burrascoso a causa delle infedeltà del marito e della sua attività politica contro il governo. Nel 1965, un rivale politico gli spara, lasciandolo paralizzato. Per pagare le spese mediche del marito, Margot è costretta a danzare fino a 60 anni, nonostante dei forti dolori al piede.

Quando si ritira dalle scene, nel 1979 viene nominata dal Royal Ballet “prima ballerina assoluta”, un titolo che poche volte è stato attribuito ad una ballerina.

Va a vivere a Panama per stare accanto al marito paralizzato. Ammalatasi di cancro, muore lì nel 1991.

Nelle parole di Alberto Testa, in un articolo pubblicato su La Repubblica il 22 febbraio 1991, il giorno successivo alla morte della grande danzatrice, emerge un delicato ricordo dell’immagine di una donna straordinaria, di una semplicità e di una purezza senza pari: «La Fonteyn non voleva stupire, non ricercava effetti pirotecnici; la sua tecnica era equilibratissima, misurata, purissima, favorita dalle squisite proporzioni fisiche e dalle linee musicalissime. La sua Aurora era veramente un aprirsi alla giovinezza, alla vita, un personaggio che interpretò ancora avanti negli anni con grande, inimitabile stile».

Margot Fonteyn, rivive oggi nel libro pubblicato in Gran Bretagna nel 1978. Si intitola «A dancer’s world. An introduction» ed è un ritratto autentico dell’artista e una miniera di sapere a disposizione di chiunque voglia avvicinarsi al mondo della danza.

Il volume è dedicato alla memoria di Grace Bosustow, la prima insegnante di danza di Margot Fonteyn. Indice di un legame mantenuto nel tempo e segnale di quanto, in questa disciplina, il rapporto maestro-allievo sia decisivo. In questo caso è un affetto ricambiato. La maestra Grace Bosustow comprende subito di avere a che fare con una bambina speciale. Così descrive la piccola Margot: «Sin dall’inizio ho pensato che era una bimba dolce e molto originale…le sue maniere erano assai serie e in qualche modo distaccate. Non era affatto vivace, e qualunque cosa facesse era calma e determinata».

 

Elena Parmegiani

www.giornaledelladanza.com 

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