Si è conclusa la XIV edizione di Danzainfiera, l’appuntamento più importante dell’anno per gli appassionati di danza. Molteplici gli artisti presenti alla grande kermesse, che quest’anno si è svolta a Fortezza da Basso a Firenze dal 21 al 24 febbraio 2019, e tanti gli eventi di rilievo, tra cui l’esclusivo Omaggio a Lindsay Kemp organizzato dal Giornale della Danza in collaborazione con la Fondazione Léonide Massine e Danzainfiera per ricordare il grande artista dopo sei mesi dalla sua scomparsa. Il Padiglione Spadolini ha ospitato per tutta la durata di Danzainfiera la mostra di Paolo Bonciani, tra i più affermati fotografi di danza a livello nazionale ed internazionale. Un’esposizione che in quindici immagini ha saputo tratteggiare sapientemente la figura artistica di Lindsay Kemp ricordando i momenti più salienti della sua carriera e in particolare il suo legame con la Toscana, terra da lui sempre amata.
La mostra è stata accompagnata da un convegno che si è tenuto Sabato 23 febbraio 2019 presieduto da Sara Zuccari ‒ giornalista, critico e storico di danza, direttore del Giornale della Danza e di Velvet Mag ‒ al quale hanno partecipato Lorena Coppola, Fondatrice e Presidente della Fondazione Léonide Massine, Vicedirettore del Giornale della Danza, e Daniela Maccari, ballerina, coreografa e storica assistente di Lindsay Kemp. Il convegno ha ripercorso le tappe biografiche dell’artista, incentrando l’attenzione sulle sue esperienze di teatro-danza totale e sul suo stile unico e innovativo che ha dato luogo ai suoi indimenticabili spettacoli di grande effetto visivo ed emotivo. Paolo Bonciani ha arricchito l’evento con una chicca esclusiva: una raccolta di immagini inedite in bianco e nero tratte dalla sua collezione privata. Ampio spazio è stato dato ai ricordi di Lindsay Kemp, l’uomo, oltre che l’artista, raccontati da chi ha avuto modo di incontrarlo sul suo cammino e di dividere con lui importanti momenti artistici e di vita.
Sara Zuccari ha aperto l’incontro ringraziando Danzainfiera e Sonia Ciaranfi per aver dato la possibilità di ricordare e omaggiare un grande artista che aveva ancora tanto da dare. Come giornalista l’ho seguito spesso e ho avuto modo di intervistarlo più volte. Mi sento privilegiata, non solo per questo ma anche perché Lindsay Kemp mi aveva dato la possibilità, in occasione di una recita di “The Illusionist” al Teatro dell’Opera di Roma, di assistere al momento in cui si truccava prima dello spettacolo, cosa che non concedeva mai a nessuno. Sono stata fortunata e mi sento davvero onorata – ha affermato Sara Zuccari, che, durante il convegno ha mostrato un estratto di un suo servizio a Sky TG24 dedicato all’artista e ha ricordato che, in un’intervista del 2000, alla domanda “Cos’ è per lei la danza?”, il Maestro rispose: È qualcosa di straordinario, è lo spirito che parla attraverso il mio corpo, ma non basta, bisogna avere anche una forte tecnica e il corpo sempre allenato, io quando danzo è come se volassi.
Daniela Maccari ‒ che, oltre ad essere sempre al fianco di Lindsay Kemp ed interpretare molte sue coreografie come artista della Lindsay Kemp Dance Company, è stata anche da lui prescelta per tramandare le sue opere ‒ ha affermato: Nel portare avanti quest’eredità artistica sento una grande responsabilità, ma soprattutto grande onore e grande gioia. Con David Haughton, l’altro collaboratore storico di Lindsay, e con gli altri membri della compagnia, stiamo facendo di tutto per continuare a spargere la luce e il lavoro di Lindsay. Stiamo portando a termine il compito lungo e difficile di realizzare un archivio online, che possa essere visto il più possibile e attraverso ogni forma, divulgazione, workshop, spettacoli dal vivo, stiamo cercando di continuare il suo lavoro. Io la sento come una missione… far di tutto per portare avanti il suo lavoro con umiltà e grande amore.
Lindsay ci ricordava sempre di danzare con gioia, incredulità e sorpresa, come se fosse sempre la prima volta, ma soprattutto come se fosse l’ultima ‒ ha aggiunto Daniela Maccari ‒ danzare sempre al meglio delle proprie possibilità, dando il massimo dell’energia. Questo era il suo insegnamento per tutti, ma era soprattutto il modo in cui lui stesso danzava, totalmente, fino in fondo, vivendo al massimo ogni istante. Ricordo che diceva sempre: “Voglio vedere il vostro spirito che danza, fate uscire la vostra luce interiore e riempite l’universo di luce ma accompagnato sempre dalla tecnica”. L’ultimo giorno della sua vita ha fatto i suoi esercizi e la sbarra, per lui la concentrazione, il rigore era tutto. Nonostante fosse all’apice della sua carriera, si è sempre messo in discussione fino all’ultimo, cercando sempre nuovo nutrimento, ispirazione, facendo sempre riferimento alle sue fonti fondamentali, la pittura, Picasso, Mirò, Nijisky, Les Ballets Russes, il Giappone e soprattutto la musica.
Un altro aspetto fondamentale per Lindsay – continua Daniela Maccari – era il rispetto totale del pubblico. Il pubblico per lui era sacro. Sosteneva che noi artisti, noi danzatori a cui basta chiudere gli occhi e abbandonarci alla musica per essere trasportati in un altro mondo, noi che godiamo di questa libertà abbiamo la grandissima responsabilità di sollevare lo spirito degli spettatori, di “prenderli” letteralmente dalle loro poltrone in teatro e trascinarli nel nostro mondo, aiutare gli altri a liberarsi dalle loro inibizioni fisiche, mentali, ideologiche. Per lui era importantissimo lasciare un messaggio, lasciare sempre “beautiful memories”, bellissimi ricordi dietro di noi e sperare di aver contributo anche in minima parte a rendere il mondo migliore.
Lorena Coppola ‒ che è stata molto vicina a Lindsay Kemp, poiché agli inizi della sua carriera di danzatrice e coreografa è stata una sua allieva ‒ ha ricordato con grande emozione i momenti in cui studiava con il Maestro e ha concluso il suo intervento con una delle frasi che lui le ripeteva sempre: “Show your medals”, ogni artista deve mostrare le sue “medaglie” e danzare con orgoglio, ricordando che in ogni istante della vita, non solo sul palcoscenico, c’è sempre qualcuno che ci guarda. Quando non sono gli spettatori a guardarci dalla platea, intorno a noi ci sono sempre gli “angeli”, tema ricorrente in tutta la poetica artistica di Lindsay Kemp.
Paolo Bonciani ha ricordato così l’artista: Lindsay Kemp mi ha sempre entusiasmato perché ogni volta che sono andato da lui è sempre stato disponibile. Tengo regolarmente dei corsi di fotografia di scena al Teatro Goldoni ed è sempre stato per me sorprendente vedere che i miei allievi, quando si andava a fotografare Lindsay Kemp, erano talmente affascinati dalla sua personalità e dal suo modo di trasmettere le emozioni e le sensazioni che talvolta smettevano di fotografare e restavano rapiti ad ascoltare le parole di questo grande Maestro dal carisma eccezionale. L’evento è stato seguito in diretta e ha potuto contare sulla presenza dei giornalisti di RAI3, nonché sulla collaborazione di Loredana Adinolfi e Renato Fabiani. Il servizio fotografo esclusivo è stato realizzato da Cristiano Colombi.
Redazione
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Photo Credits: Paolo Bonciani e Cristiano Colombi