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“I am beautiful” di Roberto Zappalà debutta al Comunale di Ferrara

“I am beautiful” di Roberto Zappalà debutta al Comunale di Ferrara

  Esistono svariati modi attraverso cui l’arte tersicorea riesca a mostrare la sua bellezza, dalle virtuosistiche evoluzioni del balletto alle interpretazioni più intense della danza contemporanea. Eppure, al giorno d’oggi c’è chi sente il bisogno di riattribuire alla bellezza il suo senso più genuino, quello legato alla semplicità, senza orpelli, senza finzione drammaturgica. Da questo assunto nasce I am beautiful, l’ultima creazione della Compagnia Zappalà Danza, in scena in prima assoluta il prossimo 18 marzo alle ore 21 al Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara (in replica il 21 marzo alle ore 21 al Teatro Ristori di Verona). L’idea primigenia del coreografo Roberto Zappalà prende spunto dall’omonima scultura di Rodin, sublimemente descritta da un verso di Baudelaire come un “sogno di pietra”. Nella figura scultorea Zappalà rivede una visceralità palpabile, la quale rende assai concreto il concetto di bellezza e, perciò, non può essere che apprezzata. A partire dal corpo, tutto incomincia e tutto si consuma ed esaurisce; e la bellezza del corpo considerato come santuario laico dell’umanità è un “pensiero” da difendere e incoraggiare in una contemporaneità dove bellezza, corpi e laicità sono sempre più oltraggiati. (compagniazappala.it). La partitura coreografica, dunque, persegue questo fil rouge – oserei dire – ...

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La compagnia NDT torna al Valli di Reggio Emilia

  La bellezza di alcune rinomate compagnie internazionali è raramente apprezzabile nel nostro Bel Paese, ma fortunatamente tra pochissimi giorni al Teatro Valli di Reggio Emilia un piccolo miracolo avrà luogo. Precisamente il 16 marzo alle ore 20:30 a calcare il palcoscenico reggiano è il Nederlands Dans Theater, che presenta in prima ed esclusiva nazionale tre fra i grandi successi del proprio repertorio: Shoot the Moon, The Missing Door e Stop-Motion. Nel primo caso, datato 2006, la coreografia nasce dalla fusione dei geni di Sol León e Paul Lightfoot, pietre miliari della compagnia, il cui intento è quello di catapultare gli spettatori in una dimensione surrealista. A patrocinare la loro impresa è la musica di Philip Glass, nello specifico Moviment II tratto dal Tirol Concerto per piano e orchestra: un autentico capolavoro della cosiddetta minimal music. Scene e costumi sono curati dagli stessi León e Lightfoot, mentre delle luci il merito va a Tom Bevoort. In Shoot the Moon è possibile vedere di sfuggita la storia d’amore di tre diverse coppie. Pareti roteanti con straordinari sfondi in bianco e nero danno vita a tre stanze separate, ognuna contenente la propria storia d’amore. La porta sembra essere sempre aperta sull’altra stanza ...

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La Dufrayer Dance Company gioca con la danza e le geometrie

  Il 12 e 13 marzo la Dufrayer Dance Company va in scena nell’Agorà del Centro Culturale Altinate/San Gaetano di Padova con due spettacoli di danza contemporanea, rispettivamente performati nelle due giornate in pomeridiana: Gioco (ore 19) e Punto, cerchio, retta, ecc (ore 16). Il primo lavoro è una new entry nel repertorio della compagnia, frutto di un’intensa ricerca artistica votata all’ideazione di nuovi formati coreografici attraverso cui vengono proposti modelli espressivi del corpo ancora sconosciuti e, soprattutto, una più attiva partecipazione del pubblico: “non una semplice rappresentazione ma come il tuo corpo reagisce e si trasforma da una sensazione”, come recita il comunicato stampa. E per far sì che l’esperimento funzioni perfettamente, la compagnia invita gli spettatori a portare in sala prima dello spettacolo un brano musicale di proprio gusto, che le danzatrici utilizzeranno poi durante la performance. Vengono, dunque, superate le barriere di passività tra il pubblico e l’esecutore, nel tentativo di affidare al primo la creazione di una partitura scenica per il secondo. Il secondo lavoro, invece, è datato 2012 e presenta – come suggerisce lo stesso titolo – una sorta di “geometria in forma di danza”, per utilizzare le esatte parole del coreografo Sylvio Dufrayer, artefice ...

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Aterballetto triplica al Comunale di Ferrara

  Martedì 24 febbraio alle ore 21 il cartellone del Teatro Comunale di Ferrara presenta una tripletta di lavori coreografici della compagnia Aterballetto firmati Cristina Rizzo e Michele Di Stefano (compagnia mk), rispettivamente Tempesta/The Spirits per lei, e-ink e Upper-East-Side per lui. Nel primo caso la “tempesta” che intitola la creazione è cessata, o almeno in apparenza: i performer della compagnia reggiana danzano alla ricerca di un rinnovamento, di un riappropriarsi d’identità, ancora immersi nel turbine di forti consapevolezze. TEMPESTA/THE SPIRITS è un balletto per 6 danzatori, tre coppie che formano un gruppo, una specie di tribù che nel suo gioco coreografico articola una danza fatta di ingaggi subitanei, di abitazioni epidermiche e di corpi volatili agganciati in una continua e reciproca torsione di uno nell’altro. (aterballetto.it). Sin dalla sua prima messinscena a Reggio Emilia nel luglio del 2013, la coreografia di Rizzo – come ogni altra sua creazione – lascia senza fiato e stupisce ogni volta di più, tenendo conto inoltre del suo essere frutto di un percorso autonomo di produzione (intrapreso dall’artista a partire dal 2008). e-ink è il lavoro di debutto della compagnia mk, riallestito per Aterballetto nel 2015. Prodotto nel 1999 e interpretato originariamente da Damiano ...

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“Opus Cactus”: natura e onirismo nell’universo dei Momix

  Sonorità tribali a sipario chiuso: questo il benvenuto agli spettatori del Teatro Europauditorium di Bologna la sera del 3 febbraio scorso, poco prima dell’inizio di Opus Cactus della compagnia Momix. Il titolo suggerisce infallibilmente l’ambiente, l’atmosfera e l’immaginario da cui il coreografo Moses Pendleton ha tratto ispirazione per questo successo, sulle scene dopo dieci anni di stand-by: il deserto, con la sua calura eccitante e disarmante al contempo, con la sua desolazione abitata da creature fuori dalla realtà. Ma, come di consueto, il genio del coreografo va ben oltre la geografia e la biologia per stuzzicare le menti in platea. Aprono le danze tre cowboy in jeans, frange e cappello da rodeo, impegnati a cavalcare il palcoscenico su dei piccoli trampoli, prolungamento di una sola gamba. Il tutto sulle note di Santa Maria (Del Buen Ayre) dei Gotham Project. Quale modo più intrigante di associare al machismo americano la passione latina, attraverso una sequela di gag e equilibrismi sfortunatamente mal eseguiti dai performer in scena. Seguono rovi luminosi, molleggianti lungo tutto il proscenio: un chiaro esempio di come la natura possa abbandonare il proprio status originario per mutare in qualcos’altro, qualcosa di straordinariamente diverso, artefatto appositamente per stupire anche ...

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San Valentino “across the border” al Piccolo Bellini

  Il weekend di San Valentino si vive a passi di danza al Piccolo Bellini di Napoli, in particolare grazie alla messinscena di Across The Border / storie di confine, spettacolo prodotto da Interno5 danza / collettivo NaDa, diretto e coreografato da Antonello Tudisco. Per l’occasione sono previste tre date di rappresentazione, due serali (12 e 13 febbraio ore 21:15) e una pomeridiana (14 febbraio ore 18:30). Il focus d’indagine è la barriera di confine, intesa maggiormente come punto di partenza che d’arrivo: “attraversare i confini che lo spazio disegna, vivere i limiti che il contatto con l’altro ci pone, venirne fuori cercando di restare fedeli alla bellezza”, queste le parole con cui il collettivo descrive il lavoro di ricerca quotidiano per affrontare al meglio il tema dello sconfinamento. Molte figure ci hanno accompagnato in questo percorso, forme diverse dell’arte che hanno fatto loro stesse dell’idea del limite un loro fondamento: la fotografia di Mapplethorpe, il quale continuamente nel suo percorso cerca di catturare la bellezza in corpi statuari, immobili in spazi disegnati alla perfezione e I prigioni di Michelangelo, dove scorgiamo in tutta la grandezza dello scultore corpi imprigionati nel marmo che non riescono a fuoriuscire da quello che ...

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Amore e libertà: l’ARB danza al Piccolo Bellini

  Nei prossimi due giorni al Piccolo Bellini di Napoli vanno in scena contemporaneamente due produzioni della ARB Dance Company datate 2015, vale a dire Mezzo Nero, Rosso Mezzo e A piedi nudi, rappresentate precisamente il 30 gennaio alle ore 21:15 e il 31 gennaio alle ore 18:30. Due lavori differenti, narranti le storie di emozioni profondamente divergenti, ma ciononostante legati dal filo rosso della libertà conquistata e celebrata persino in una condizione di (apparente) prigionia. Nel primo caso la coreografia di Fernando Suels Mendoza parla di una storia d’amore, senza alcuna specifica connotazione spazio-temporale, senza la minima caratterizzazione dei personaggi. È piuttosto il sentimento alla base che padroneggia l’azione scenica, la sua capacità di unire indissolubilmente le anime di due persone sconosciute e di dare conseguentemente vita a una nuova essenza parimenti straordinaria. Mezzo Nero, Rosso Mezzo è una celebrazione… Celebrazione dell’incontro tra due anime gemelle; due metà che fanno un intero, due archi che fanno un cerchio. Il cerchio, non avendo inizio né fine, simboleggia l’eterno e l’assoluto. Il cerchio si chiude su se stesso, con il suo ritmo ed il suo eterno movimento. La più naturale delle forme, un simbolo di accoppiamento e di protezione. (arbdancecompany.it). Il ...

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“Tristano e Isotta” di Joëlle Bouvier: il Romanticismo degli anni Duemila

  Mercoledì 27 gennaio alle ore 21 al Teatro Comunale di Ferrara va in scena in prima nazionale Tristano e Isotta del Ballet du Grand Théâtre de Genève, coreografato da Joëlle Bouvier. Il Ballet torna a calcare il palcoscenico ferrarese dopo ben 12 anni, arricchendo enormemente il già corposo cartellone della sezione danza. Il lavoro s’ispira fortemente all’opera di Richard Wagner ed è a dir poco intrigante il sottotitolo che Bouvier attribuisce, “Salutami il mondo!”, quasi come se la stessa protagonista della storia lo esclamasse. Tristano e Isotta: uno dei grandi miti della letteratura medievale dove l’Amore, inevitabile, è al contempo devastante e liberatore. Le sofferenze e gli antagonismi trovano soluzione nella notte, nella morte. L’odio affianca la passione estrema e la musica, capolavoro del teatro musicale tedesco, riunisce gli amanti. (G. Clai). Una meravigliosa riproposizione, in chiave contemporanea, di un classico del Romanticismo: una pratica ormai assai comune nella nuova generazione di coreografi internazionali, dediti a rispolverare le opere appartenenti al repertorio di tradizione per donare loro una luce nuova, uno spirito più energico, una partitura scenica perfettamente al passo coi tempi. L’obiettivo è sempre quello di lanciare un messaggio chiaro, netto, senza orpelli, votato a innalzare i sentimenti ...

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La Batsheva Dance Company danza la semplicità delle emozioni

  Il 22 gennaio alle ore 21 il Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” di Modena ospita in cartellone in esclusiva italiana lo spettacolo Tre della Batsheva Dance Company, la più famosa compagnia di danza contemporanea d’Israele diretta da Ohad Naharin. La Company prende il nome dalla sua fondatrice, la Baronessa Batsheva de Rothschild, che nel 1964 decise di costituire quella che – ben presto – sarebbe stata la compagine di repertorio israeliano più famosa e riconosciuta a livello mondiale. Nel medesimo anno la titolata ottenne la supervisione artistica da parte di Martha Graham, delle cui coreografie la Company è – a tutt’oggi – la prima autorizzata a portarle in scena. Il lavoro presentato al Comunale di Modena è l’insieme di tre coreografie, Bellus, Humus e Secus, strutturate secondo una partitura scenica e musicale assai differente l’una dall’altra: nel primo caso, sono le note di Johann Sebastian Bach a scivolare tra i movimenti dei danzatori; nel secondo, è la musica ambient dell’album Neroli del compositore britannico Brian Eno; infine, nel terzo, il mix sonoro è formato dalle musiche di Chari Chari (nome d’arte del dj e produttore giapponese Kaoru Inoue), del venezuelano Miguel Trost-Depedro (alias Kid606), del tedesco Markus Acher in arte ...

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Shen Wei dipinge la tela della danza contemporanea

  Il continuo evolversi della danza contemporanea comporta in alcune occasioni il missaggio di diverse discipline dell’arte apparentemente distanti l’una dall’altra. Questo è proprio il caso della Shen Wei Dance Arts, la compagnia newyorkese diretta dall’omonimo coreografo di origine cinese. Il 16 gennaio alle ore 20:30 al Teatro Ariosto di Reggio Emilia ne viene data dimostrazione con la messinscena di due lavori coreografici di ultima creazione, Excerpts from Connect Transfer and Collective Measures (presentato in prima europea) e Untitled No. 12 – 2 (in prima assoluta). La prima opera, come suggerisce il titolo stesso, è l’insieme di estratti dalle due versioni di Connect Transfer (datate 2004 e 2008) e di Connective Measures (2013): nel primo caso Wei introduce nella partitura performativa l’elemento predominante della pittura, anch’essa palesata “in the motion”, giungendo fino alla trasformazione del palcoscenico in una gigantesca tela; nel secondo caso, l’indagine del coreografo si dirige verso il mondo contemporaneo e la prossimità spaziale in cui ogni essere umano vive. La seconda opera trae ispirazione dalla creazione site-specific Untitled No. 12 – 1, presentata al Miami Dade College Museum of Art + Design. La particolarità della performance? I danzatori si sono esibiti tra i dipinti della serie Black, ...

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