L’infortunio è uno dei problemi più sentiti e temuti dai ballerini, sia professionisti che amatori. Questi incidenti di percorso, infatti, comportano una temporanea interruzione dell’attività, evento che può far perdere tempo prezioso, opportunità lavorative o semplicemente interrompere fino a data da destinarsi il benessere procurato dalla danza. E’ dunque evidente che ogni infortunio genera ripercussioni non solo sul corpo del danzatore ma anche sul suo stato psicologico. Nadine Kaslow, ex danzatrice, ora Professoressa di Psicologia all’Emory University di Atlanta e psicologa dell’Atlanta Ballet, dichiara che molti danzatori trovano nella danza la loro identità psicologica e sociale. Perdendola si sentono come se avessero perso tutto, in loro nascono l’insicurezza nelle proprie capacità e un doloroso senso di vuoto. Il ballerino è talmente concentrato sulla danza, infatti, che accantona ogni altro pensiero o preoccupazione, ed è considerato da tutti (e da se stesso) quasi infallibile. Dopo un infortunio però il danzatore si scontra con la cruda realtà: è un essere umano, e i sentimenti e le paure che vivono comunemente le persone affiorano anche in lui che si trova a doverli affrontare senza poter contare su ciò che gli dona forza e sicurezza, e che lo aiuta a ridurre lo stress quotidiano, ...
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