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Tag Archives: Danza

“1 meter CLOSER”, prima videocreazione coreografica in quarantena creata da Aterballetto

Si può creare a “distanza di sicurezza”? O addirittura ciascuno confinato in quarantena a casa? Ci provano un coreografo da Milano e una regista video da Torino, con la collaborazione dei danzatori (quasi tutti a Reggio Emilia) e di un musicista a Londra. È stata pensata in video, e debutta su il 29 aprile, in occasione della Giornata internazionale della danza, la nuova produzione di Fondazione Nazionale della Danza/ Aterballetto 1 meter CLOSER, creazione coreografica dettata dalla contemporaneità che stiamo vivendo. Come funziona? Il coreografo dà le indicazioni anche via web, la regista può scegliere le inquadrature anche a distanza. Fondazione Nazionale della danza/Aterballetto si affida, per questo progetto, al coreografo residente Diego Tortelli e alla videomaker Valeria Civardi, per una produzione alla quale siamo tutti invitati per una vera e propria “prima”: il 29 aprile alle 20.55 e alle 24.00 su RAI 5. Una creazione sicuramente “non ordinaria”, ma specchio dei momenti che stiamo vivendo. Ma pur sempre una modalità per celebrare la danza, nel “suo” giorno. I danzatori in scena sono: Saul Daniele Ardillo, Damiano Artale, Estelle Bovay, Hektor Budlla, Martina Forioso, Clément Haenen, Arianna Kob, Philippe Kratz, Ina Lesnakowski, Grace Lyell, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini, Roberto Tedesco, ...

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I più bei costumi della danza nella storia del cinema: un incontro tra arte e moda

Quando la danza incontra la moda non può che nascere un binomio vincente. E quando il tutto viene trasportato sul grande schermo allora diviene leggenda. Quante volte siamo rimasti incantati di fronte ad alcune pellicole che ci hanno colpito anche grazie alle mise dei protagonisti? Il Giornale della Danza ripercorre insieme a voi alcuni film che hanno saputo stupirci grazie ai costumi di danza. Mouline Rouge con Nicole Kidman Il film vincitore di due premi Oscar nel 2002, per la migliore scenografia e per i migliori costumi che sono di Catherine Martin e Angus Strathie. I creativi per questo capolavoro hanno realizzato oltre 450 abiti di scena! La pellicola è ambientata a Parigi nel 1899. Satine, Nicole Kidman, è l’étoile del Moulin Rouge, noto locale notturno di Montmartre. La cortigiana è la più desiderata ed è anche pronta a vendere i propri favori al miglior offerente. Finché un giorno arriva il giovane e timido scrittore Christian che si innamora di lei. Interessato a Satine è anche un ricchissimo Duca di Monroth che è pronto, pur di averla in esclusiva, a farla diventare un’attrice. L’atmosfera della pellicola tra l’esotico, il parigino più puro e il moderno look da soubrette colpì anche la moda. Nel 2001, anno di uscita ...

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Sasha Riva: la passione? Non lasciare mai che si spenga

In un momento così difficile per tutti, noi artisti dobbiamo tenere la nostra passione sotto controllo ma di sicuro non lasciare mai che si spenga… No, perché una volta che tutto si risolverà saremo ancora più felici di tornare a danzare! Lasciamo che questo periodo smuova in noi delle nuove emozioni e ambizioni, facciamoci ispirare da tutte le piccole cose e di sicuro la passione per la nostra arte non potrà che crescere… aspettando che il sipario si riapra presto di fronte a noi. Sasha Riva Principal Grand Theatre de Geneve www.giornaledelladanza.com

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Jia Ruskaja. Tra storia e mito Omaggio a cinquant’anni dalla morte, di Flavia Pappacena

Jia Ruskaja, Chiaro di luna, cor. J. Ruskaja, Siracusa, 1930 Il 19 aprile 1970 si spegneva Jia Ruskaja, fondatrice e direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza. Personaggio complesso, Ruskaja svolse la sua attività nell’arco di cinquant’anni attraversando periodi diversi e anche difficili della storia italiana (dal primo dopoguerra alla seconda guerra mondiale fino al ’68). Il suo fu un percorso lungo, costellato di successi ma anche di sconfitte, ciò nonostante unitario negli obiettivi programmatici. Osservandolo nel suo complesso, vi si riconosce un costante impegno volto al recupero dei valori profondi, antichi, della danza, arte che l’artista considerava non solo nella sua espressione spettacolare, ma anche come strumento mirato all’educazione e all’affinamento della persona nel segno di quell’equilibrio armonico tra mente, corpo, emozione che erano alla base della sua estetica. Uno strumento non riservato a «pochi privilegiati», ma esperienza «accessibile alla massa», come lei stessa scrive nel 1958. Il valore educativo e culturale della danza costituì il perno della sua politica di sviluppo della scuola che avviò nel 1928 e potenziò nell’arco di un ventennio fino a conquistarle, con la riforma dell’istruzione pubblica varata nel secondo dopoguerra (1948), lo status di accademia nazionale. Sin dall’inizio, la scuola ruskajana non si pose in ...

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È in uscita il documentario “Sergei”. Sergei Polunin in un film di Shailendra Singh

È in uscita il documentario Sergei, cioè Serghei Polunin, un film di Shailendra Singh, regista e imprenditore indiano, grande amico del danzatore ucraino. Le musiche saranno di Bharamji. Continua dunque il percorso cinematografico di Polunin, che ha già fatto parte dei cast dello Schiaccianoci e i quattro regni di Disney (2018), regia di Lasse Hallström e Joe Johnston (dove appare anche Misty Copeland); di Nureyev – The white crow (2018), regia di Ralph Fiennes; di Red Sparrow (2018), diretto da Francis Lawrence; di Assassinio sull’Orient Express (2017), regia di Kenneth Branagh; di Dancer (2016), il documentario sulla sua vita curato da Steven Cantor. Inoltre, Polunin ha interpretato il giovane Rudolf Nureyev nel documentario della BBC Rudolf Nureyev: From Russia With Love (2007). La sua fama sugli schermi è esplosa nel 2014 grazie al video di David LaChapelle, in una coreografia dell’amico Jade Hale-Christofi, su Take Me to Church di Hozier. Redazione www.giornaledelladanza.com

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Francesco Mariottini: mi preoccupa il futuro, quello che accadrà dopo tutto questo

L’esperienza terribile che stiamo vivendo in questo periodo è una di quelle che la mia generazione, ma credo anche quella dei miei genitori, non conoscevano. Improvvisamente tutto si è fermato, città deserte, parchi vuoti, silenzio assordante ovunque, rotto solo dal suono sinistro di sirene. Un piccolo virus sconosciuto e invisibile ha dichiarato guerra al mondo e improvvisamente l’uomo si è scoperto piccolo, fragile, indifeso. In questa situazione strana, chiuso in casa come tutti, penso alle persone che sono al “fronte” a combattere negli ospedali, ma anche a quelle che purtroppo non ce l’hanno fatta. Mi preoccupa il futuro, quello che accadrà dopo tutto questo, i tempi saranno purtroppo molto lunghi e alcuni pensano già che niente sarà più come prima. L’arte, la cultura, la danza, come, ma soprattutto quando, potranno ripartire? I teatri, i cinema, i musei saranno certamente tra gli ultimi a riaprire le porte, e questo è normale perché sono luoghi di assembramento. Sono convinto però che siano importanti per la crescita umana almeno quanto altri beni cosiddetti di prima necessità. Tuttavia cerco di restare positivo pensando che da ogni tragedia può nascere anche qualcosa di buono. La gente adesso non ha più tanta fretta di correre ovunque ...

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La prevenzione degli infortuni nella danza: ecco cosa non fare

La danza è una disciplina meravigliosa ma esigente che richiede sforzo, determinazione e perseveranza. L’infinita ripetizione di passi e sequenze destinata a raggiungere la perfetta fusione tra corpo e gesto artistico, infatti, può provocare infortuni di varia natura, in particolare a carico dell’apparato osteo-articolare. Quando praticata a livello amatoriale, la danza solitamente non genera patologie particolari, a eccezione degli infortuni connessi a una tecnica errata. Se svolta a livello professionistico, invece, sono svariati e differenti i fattori scatenanti la comparsa di importanti patologie, a partire dal ritmo di allenamento che può provocare un affaticamento muscolare da sovraccarico con conseguente aumento del rischio di cadute o movimenti errati. Le principali parti del corpo maggiormente esposte a tali problemi sono chiaramente ginocchia, caviglie, articolazione coxofemorale e colonna vertebrale, che spesso risentono di surmenage o stress da iperattività. Quali accorgimenti possiamo dunque adottare per prevenire gli infortuni? Si tratta in realtà di poche e semplici regole: praticare la danza in un luogo adatto, destinare un tempo congruo a riscaldamento e stretching, apprendere la tecnica corretta da seri professionisti, imparando così a mantenere il giusto allineamento delle diverse parti del corpo senza caricare eccessivamente zona lombare e cervicale. E’ fondamentale imparare ad ascoltare il ...

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Vincenzo Cositore: “Il mio video con 100 artisti per rilanciare la danza”[INTERVISTA ESCLUSIVA]

Fermarsi e non sapere quando poter ripartire, accantonare per un attimo i propri sogni nella speranza di poterli inseguire nuovamente al più presto. Nel frattempo non arrendersi ma cercare di far sentire la propria voce al mondo intero. Il Giornale della Danza ha intervistato Vincenzo Cositore, tra i più talentuosi fotografi italiani di danza, teatro e spettacolo. L’artista napoletano si è formato nella prestigiosa Accademia Teatro alla Scala ed ha collaborato con le più importanti compagnie italiane ed estere. Cositore, in questi giorni, ha dato il via all’iniziativa “Rindanzeremo”, un video che mette in luce il dolore dei ballerini professionisti costretti, a causa del coronavirus, ad un arresto forzato delle proprie attività. L’iniziativa vuole essere anche un messaggio di speranza nel poter ripartire con la danza al più presto. Partiamo subito dal video “Ridanzeremo” ci racconti da dove nasce questa sua idea? Mi ha spinto l’esigenza di ascoltare e dare voce allo sconforto degli addetti ai lavori del mondo della danza. Questa realtà è già abituata a lavorare con fondi che scarseggiano, come i teatri e le compagnie di ballo, anche se allo stesso tempo è sempre una segmento artistico attivo e propositivo. Il mio sconforto e quello di tutti ...

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Rebecca Bianchi: Oggi come mai la danza mi manca molto!

Oggi come mai la danza mi manca molto.. perché l’arte è per me completa espressione di noi stessi e rivela tutte le sfumature dell’ anima.. attraverso l’arte apro stanze buie nascoste nel cuore, lei riesce a far sprigionare in me energia e vita in un modo unico .. la danza mi aiuta a mostrare la bellezza di Dio. Sì, mi manca la danza. perché infondo sento che mi manca una parte di vita, quella parte in cui metto in gioco me stessa e mi confronto col mondo, con le sue sfide, a volte dure, a volte avvincenti, con le sue affascinanti strade e le sue ricompense inaspettate.. ma ora è momento d’attesa, anche per la danza, nessuno balla.. cos’è la danza se non sfogo, divertimento, libertà, aggregazione, poesia, ritmo, contatto.. e anche se provo a tenermi allenata con qualche esercizio, in realtà il mio corpo vorrebbe scoppiare in una danza piena di vita, piena di passi, piena di tocchi, di respiri e movimenti intrecciati tra ballerini e musica. Allora la cerco, cerco la danza nella calma, nella musica, la cerco nell’immaginazione e la sogno in un futuro vicino.. è così che quella mancanza diventa un motore, un’ispirazione: trasformare la giornata ...

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I tre consigli utili da prendere in considerazione di Sylvie Guillem

Sylvie Guillem, una fra le più celebri danzatrici contemporanee, vanta con una carriera impressionante che l’ha vista entrare a 11 anni alla Scuola di Balletto dell’Opéra di Parigi e quattro anni dopo nel corpo di ballo. A soli 19 anni viene promossa da Rudolf Nureyev al ruolo di étoile e da allora la danzatrice lavora con le principali compagnie, dal Royal Ballet al Tokyo Ballet, dall’American Ballet Theatre alla Scala, interpretando ruoli da protagonista nei balletti di grandi coreografi come Kenneth MacMillan, Maurice Béjart, William Forsythe e Mats Ek. CONOSCERSI BENE, STUDIARE SEMPRE AL MASSIMO E APPROFONDIRE Ballare, per me, è sempre stato dire chi sono. Perché sul palco non si può essere solo uno strumento, occorre portare la vita. In scena dobbiamo dare tutto quello che abbiamo, pensieri e cuore. Ogni volta che ero in sala prove a lavorare su un personaggio mi chiedevo come io Sylvie avessi potuto reagire se fossi stata Giulietta o Manon. Ho sempre approfondito i personaggi che dovevo interpretare, leggendo, informandomi per poterli trasmettere al meglio e perché non potevo raccontare una storia se non era chiara per me. Forse sarebbe stato più facile limitarsi a eseguire passi, ma così non avrei raccontato la vita . SOGNARE SEMPRE… DEDIZIONE E IMPEGNO Col tempo ho imparato a essere meno ...

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