Due giorni fa, il 31 ottobre, all’Arena del Sole di Bologna sono andati in scena consecutivamente due spettacoli della compagnia danese Granhøj Dans, Rose: Rite of Spring – Extended 2 (ore 19:30) e Rite of Spring – Extended (ore 21), nell’insieme denominati Double Rite e in cartellone per l’edizione 2015 del Gender Bender Festival. Fonte d’ispirazione musicale e contenutistica è stata La Sagra della Primavera di Igor’ Fëdorovič Stravinskij, celeberrimo balletto del primo Novecento allestito, sin dalle origini, nelle modalità più disparate e originali. In entrambe le performance della serata il coreografo e direttore artistico Palle Granhøj ha voluto incentrare l’attenzione sul concetto di perdita dell’innocenza, proponendo una visione femminile e una maschile di quelli che gli antropologi chiamano “riti di passaggio” (dalla fanciullezza all’età adulta). Rose vede la presenza di sole donne, precisamente otto: cinque danzatrici “mature”, due più giovani e una pianista, per null’affatto estranea all’azione scenica. Altalenando, infatti, da un pianoforte bianco a mezza coda ad uno verticale a muro trasportabile (avvolto in un telo rosso scarlatto), l’esecutrice sonora attraversa spesso l’intero palcoscenico con aria scrutatrice, come a controllare che tutto proceda nel modo giusto. E probabilmente sono proprio queste le intenzioni: ogni volta che agita magistralmente ...
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