Spesso l’insegnante di danza ricorre a ‘esempi immaginativi’ per spiegare un passo. Incoraggia i ballerini ad allungare la colonna vertebrale immaginando un filo attaccato alla testa che li solleva delicatamente, per esempio, oppure spiega di concentrarsi sulla rotondità delle braccia immaginando di tenere in mano una palla. L’immaginazione quindi è uno degli strumenti che permette il raggiungimento degli obiettivi nella danza. Può essere usata per migliorare la tecnica, la coreografia e l’espressività del danzatore. L’immaginazione ha un’influenza positiva soprattutto nei bambini, attiva la fantasia, la creatività e l’indipendenza emotiva. L’uso dell’immagine nella danza risale agli inizi del 1900, in particolare al lavoro di Mabel Elsworth Todd fondatrice dell’ideokinesis, una forma di rieducazione posturale volta a migliorare l’allineamento e la fluidità del movimento attraverso immagini guidate, che divenne popolare negli anni ’30 tra i danzatori. Nel suo libro Il corpo pensante, Todd promuoveva la comprensione delle forze biomeccaniche alla base del movimento umano e dell’allineamento del corpo. Mente e corpo sono un’unica struttura. Da questa globalità scaturiscono l’arte e la capacità di trasmettere le proprie emozioni mentre si danza. Quindi, l’immaginazione mentale è anche strettamente collegata alla psicologia della danza, può ridurre l’ansia e migliorare le prestazioni. Durante la preparazione di una ...
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A teatro con i più piccoli: il Vascello presenta “Pulcinella” di Aurelio Gatti
Il teatro Vascello apre le porte ai più piccoli e presenta Pulcinella, spettacolo creato dal noto drammaturgo e coreografo Aurelio Gatti. Coadiuvato dalle intense musiche di Marco Schiavoni, l’Opera per Danza e Maschera racconta la storia della famosa figura partenopea: Pulcinella, servo-signore e simbolo di Napoli, è protagonista di un breve viaggio in cui l’immaginazione si trasforma in antidoto e spirito di sopravvivenza per reagire ai limiti e alle delusioni del mondo reale. Lo spettacolo, adatto a ragazzi dai dieci anni in su, racconta un viaggio bellissimo e fantastico, caratterizzato da strani incontri: il protagonista, viatico personaggio, si aggira inizialmente in un deposito di casse abbandonate da tempo, dalle quali sbucano personaggi animati goffi‚ incerti e indefiniti‚ dalla maschera ironica‚ piangente‚ talvolta incredula e sarcastica. Pulcinella viene avvolto da questi strani fardelli bianchi e si immerge in un sogno, in questo bellissimo viaggio immaginario che agli spettatori ricorda immediatamente il viaggio della coscienza: la poesia si trasforma in azione, gli osservatori si catapultano e ci si ritrova increduli davanti alla vita, immensa ed incredibile sorpresa. Al termine di questo viaggio fantastico, Pulcinella, custode ignaro di memorie e testimonianze oramai dimenticate, si ferma a riflettere e ad ascoltare il respiro del ...
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