Il debutto di registi internazionali come Peter Sellars, Romeo Castellucci e Calixto Bieito, oltre al ritorno a Roma di Richard Jones, Deborah Warner, Valentina Carrasco e Pierre Audi. L’omaggio a celebrati coreografi come John Cranko, Pierre Lacotte e Roland Petit. La riproposta di capolavori creativi di Renato Guttuso ed Emanuele Luzzati. L’eccezionale impegno del direttore musicale Michele Mariotti, che propone quattro diverse produzioni operistiche e due concerti. Bacchette come quelle di James Conlon, Henrik Nánási, Rinaldo Alessandrini, Roberto Abbado, Omer Meir Wellber. Grandi voci della lirica come Anna Netrebko, Eleonora Buratto, Angela Meade, Luca Salsi, Corinne Winters, Yusif Eyvazov, Gregory Kunde, Gaëlle Arquez, Erwin Schrott e Ian Bostridge, affiancati da nuove star come Anastasia Bartoli, Mariangela Sicilia, Carlo Vistoli, Mattia Olivieri, Maria Kataeva e Joshua Guerrero. Danzatori come Nicoletta Manni, Friedemann Vogel, Madison Young, Julian MacKay, Javier Rojas, Olga Smirnova, Iana Salenko e Igor’ Cvirko. Titoli del grande repertorio come Simon Boccanegra, Carmen, Tosca, L’italiana in Algeri e Lucrezia Borgia. La prima volta a Roma di un capolavoro barocco come Alcina di Händel. Spazio al Novecento e al contemporaneo con Il prigioniero di Dallapiccola, celebrato nei cinquant’anni dalla scomparsa, e The Turn of the Screw di Britten, oltre alla prima rappresentazione in Italia di Adriana Mater di Kaija Saariaho. Titoli poco frequentati come Il re pastore di Mozart o Il diario di uno scomparso di Janáček proposti al Teatro Nazionale. Concerti sinfonici con direttori come James Conlon, l’emergente Diego Ceretta ed Esa-Pekka Salonen, ospite con la Philharmonia Orchestra di Londra.
È la stagione 2024/25 della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, la cui immagine è stata affidata a un grande artista figurativo come Francesco Vezzoli, scelto in collaborazione con il MAXXI, che ha realizzato una serie di evocative opere volte a rappresentare con la sua dirompente poetica i titoli in cartellone.
«Con la scorsa stagione abbiamo “sconfinato” in territori inesplorati e avvincenti – dice il Sovrintendente Francesco Giambrone -. Con la prossima il nostro sguardo si propone di cogliere nuove sfide e superare nuovi confini, seguendo il fil rouge “Volti del potere”, come suggeriscono le belle e forti immagini create da Francesco Vezzoli. Una proposta artistica che attraversa quattro secoli, dal Barocco ai giorni nostri, esplorando i linguaggi della scena contemporanea, i capolavori del Novecento ma anche il grande repertorio, con una particolare attenzione per il recupero di quella tradizione artigianale che ha reso il nostro teatro e l’arte scenografica italiana celebri nel mondo. Questa nuova stagione si conferma inoltre come un investimento sempre maggiore: più titoli di opera e di balletto, più concerti, più serate di apertura del Costanzi, oltre a eventi in spazi alternativi di straordinaria bellezza come la Nuvola e le Terme di Diocleziano, cui si affianca il Teatro Nazionale. Un teatro in ottima salute, con un bilancio solido e in attivo ormai da tanti anni, con una media di riempimento della sala che supera il 90%, e con tantissime serate sold out, che ci hanno spinto a riaprire dopo anni la vendita dei posti di solo ascolto. Un progetto culturale fondato sulla curiosità e che punta a creare un luogo di riflessione, uno spazio di pensiero critico e libero».
Il cartellone si presenta quindi con 11 nuove produzioni, di cui 9 d’opera e 2 di danza, per un totale di 12 titoli operistici, 7 balletti e 6 concerti. Tre titoli di opera, uno di danza, un concerto e 17 serate complessive in più rispetto allo scorso anno. La stagione sarà seguita, nell’anno del Giubileo, dal festival estivo, la cui programmazione è interamente affidata a Damiano Michieletto: una nuova sfida e un’inedita forma di collaborazione per il regista e il Teatro dell’Opera di Roma, che tra i titoli proposti vedrà una nuova produzione di West Side Story di Bernstein diretta da Mariotti con la regia dello stesso Michieletto.
Sempre molto proficua la collaborazione con la Rai: Rai Cultura riprenderà il Simon Boccanegra inaugurale proponendolo in diretta e il Dittico formato da Suor Angelica di Puccini e Il prigioniero di Dallapiccola, mentre Radio3 trasmetterà tutta la stagione d’opera e di concerti.
«La Fondazione Teatro dell’Opera di Roma propone un cartellone ricco di produzioni nuove e di sfide importanti anche in vista del Giubileo. – dichiara Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma e Presidente della Fondazione – Davvero una programmazione di grande rilievo, che valorizza il livello di eccellenza del nostro patrimonio teatrale nel campo dell’Opera, del Balletto e della Concertistica. Rendere la programmazione teatrale accessibile a tutti è una priorità che il Teatro dell’Opera porta avanti con convinzione, scommettendo su progetti per rendere la cultura sempre più partecipata e volta all’inclusione. I teatri stimolano infatti la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e culturale di un territorio, raggiungono varie tipologie di pubblico e diventano collegamento tra generazioni e culture differenti. E, avvicinando la città, sperimentano modi innovativi di fruire dell’arte e di diffonderla. Un importante compito che valorizzando la filiera creativa incoraggia un consumo culturale vivace, diffuso e di qualità».
BALLETTO
Lo schiaccianoci per Natale
È il tradizionale balletto delle feste natalizie ad aprire la stagione di danza. Dal 15 al 24 dicembre torna Lo schiaccianoci di Čajkovksij nella visione coreografica di Paul Chalmer. Gli elementi oscuri e psicologici della trama originale lasciano il posto a una favola amata da grandi e piccoli che racconta di come, allo scoccare della mezzanotte di un magico Natale, i sogni e i desideri della giovane Clara inizino a realizzarsi. Assieme alle stelle romane, i ruoli dei protagonisti sono affidati a Madison Young e Julian MacKay, principals del Bayerische Staatsballett al loro debutto al Costanzi. Per la prima volta sul podio romano la direttrice Andrea Quinn.
Il pipistrello a capodanno
Per capodanno arriva invece Il pipistrello, il balletto umoristico creato nel 1979 da Roland Petit e tratto dall’operetta di Johann Strauss jr., ambientato nella frizzante atmosfera della Belle Époque. Con la supervisione coreografica di Luigi Bonino, l’occasione celebra Petit nel centenario della sua nascita. Nel ruolo della seducente Bella si alternano l’étoile Rebecca Bianchi e la prima ballerina Federica Maine. Dirige l’orchestra Alessandro Cadario. In scena dalla vigilia di capodanno, con repliche fino al 5 gennaio.
La Carmen firmata da Bubeníček
Terzo titolo della stagione di danza è Carmen, proposto dal 26 al 31 gennaio nella lettura di Jiří Bubeníček, commissionato da Eleonora Abbagnato nel 2018 e vincitore del Premio migliore produzione coreografica EuropainDanza 2019. Noto per essere stato uno dei ballerini icona di John Neumeier, il coreografo ceco torna alle origini letterarie di questa storia di passione e morte con novità sui personaggi ma anche sul piano musicale, e con l’inserimento di brani di flamenco eseguiti dal vivo. In scena con il Corpo di Ballo del Teatro, Javier Rojas del Birmingham Royal Ballet, al suo debutto al Costanzi. Sul podio Manuel Coves.
Trittico Contemporaneo alla Nuvola
Forte del successo delle ultime stagioni, la formula del Trittico di danza, tenacemente voluta da Eleonora Abbagnato, quest’anno raddoppia. Il primo appuntamento è alla Nuvola dell’EUR dal 2 al 5 marzo, con una nuova creazione e due lavori del 2023 che arrivano in Italia per la prima volta. La serata si apre con In Esisto di Vittoria Girelli, un lavoro in cui la coreografa italiana ha rivelato la sua matura padronanza del vocabolario coreutico. Si prosegue con S di Philippe Kratz, vincitore del Premio Danza&Danza 2019 come miglior coreografo. La serata si chiude con la creazione di Francesco Annarumma che, sulla Sonata n.1 “The 12th Room” di Ezio Bosso, costruirà le sue Creature.
Nicoletta Manni e Friedemann Vogel per Onegin di Cranko
Torna al Costanzi dopo quasi 30 anni di assenza, il capolavoro di John Cranko tratto nel 1965 dall’omonimo romanzo di Puškin. Onegin, il balletto in tre atti su musica di Čajkovskij, è l’esempio perfetto di “dramma in danza” per genialità narrativa e spessore drammatico. A far rivivere una grande storia d’amore infelice, attraverso passi a due di straordinaria potenza espressiva, per la prima volta al Costanzi l’étoile del Teatro alla Scala Nicoletta Manni con Friedemann Vogel. Dopo la prima del 3 aprile, repliche fino al 9. Sul podio Philip Ellis.
Dawson / Lightfoot – León / Ekman
Il secondo trittico, in programma al Costanzi dal 20 al 25 maggio, porta già nel titolo tre grandi firme della scena contemporanea: Dawson / Lighfoot – León / Ekman. Composto sul ciclo di Lieder di Richard Strauss, Four Last Songs è un lavoro del 2023 di David Dawson che dice di aver “sempre immaginato che i ballerini scendessero all’interno della cupola di una cattedrale, come se fossero angeli” dando corpo alle idee della vita, dell’amore e della morte. Subject to Change è invece una creazione del 2003 di Paul Lightfoot e Sol León. Sull’avvincente musica di Schubert, sei danzatori in un balletto pieno di emozioni, che varia da un duetto opprimente a una vorticosa danza di gruppo. Creato nel 2010, Cacti è il pezzo di maggior successo di Alexander Ekman: un’allegra e sagace parodia degli eccessi nella danza contemporanea. Benjamin Pope dirige per la prima volta l’Orchestra dell’Opera di Roma.
Marco Spada nella ricostruzione di Lacotte
La stagione di danza si chiude con un omaggio a Pierre Lacotte, grande ricostruttore del repertorio, scomparso lo scorso aprile. Dal 25 al 31 ottobre 2025 è in scena Marco Spada, che Lacotte aveva ricreato nel 1981 proprio per l’Opera di Roma con Rudolf Nureyev nel ruolo del protagonista. Balletto del 1857 su musica di Auber con libretto di Scribe, era scomparso dal repertorio dopo la prima a Parigi. Ospiti di questa produzione saranno Olga Smirnova dell’Het Nationale Ballet di Amsterdam, Igor’ Cvirko del Teatro Bol’šoj e Iana Salenko dello Staatballett Berlin. L’Orchestra dell’Opera è diretta da David Garforth.
Sara Zuccari
Foto Fabrizio Sansoni
www.giornaledelladanza.com