Il 15 maggio, alle ore 20, in streaming sul sito e sulle pagine Facebook e YouTube del Teatro ‘Serata Grandi Coreografi‘. Grandi coreografi del passato e del presente, un viaggio tra gli stili attraverso estratti di noti ed ispirati balletti per una serata ricca di suggestioni e di coinvolgimento emotivo, per trasportare il pubblico in una dimensione fatta di energia, colori, vitalità ma anche di elevazione, eleganza e lirismo.
Verve e brio riscalderanno la scena, con pescatori e matadores, con il torero Espada e la Ballerina di strada dal primo atto del Don Chisciotte di Rudolf Nureyev nelle calde tinte di un folklore spagnolo stilizzato, così come nel turbinio del virtuosismo di Gopak, danza nazionale ucraina di cui l’assolo coreografato da Rostislav Zakharov in Taras Bulba resta uno dei più famosi esempi e gran prova di bravura.
Colori forti, quelli tipici del sud, nel passo a due da Cantata, celebre coreografia di Mauro Bigonzetti che con gestualità passionale e viscerale rievoca una bellezza mediterranea e selvaggia, attraverso una danza istintuale e vitalissima per inscenare il rapporto uomo-donna. La seduzione, la passione, le schermaglie, la gelosia.
Danza pura e brillantezza convivono nel Passo a tre (Thème Varié) e nella Mazurka da Suite en blanc di Serge Lifar, creata nel 1943, su estratti musicali dal balletto Namouna di Édouard Lalo, per il Balletto dell’Opéra di Parigi di cui era direttore, e che nel 1951 portò anche alla Scala, lui stesso in scena nell’adagio con Liane Daydé.
L’omaggio ai grandi coreografi del Novecento porta sul palcoscenico altri passaggi, di grande afflato e emozione, che solo lo stile dei grandi maestri sa trasmettere attraverso la danza. Torna L’histoire de Manon di Kenneth MacMillan nell’appassionante passo a due del primo atto (scena seconda) e, per la prima volta, un assolo e un passo a due di grande suggestione e rapimento da Spring and Fall di John Neumeier. Creato nel 1991 per Manuel Legris e Gigi Hyatt è ispirato dalla Serenata per archi in mi magg. op. 22 di Antonín Dvořák.
Nel decennale della sua scomparsa, l’originalità di un altro grande del Novecento, Roland Petit, viene celebrata in due diversi momenti. Da uno dei suoi magistrali successi, Proust, ou les intermittences du coeur, l’evocativo duetto maschile Le combat des anges, sull’Elégie op.24 per violoncello e pianoforte di Gabriel Faurè, già apprezzato sul nostro palcoscenico, e da un titolo mai presentato prima alla Scala, Debussy pour sept danseurs, creato nel 1990 su diverse composizioni per pianoforte di Claude Debussy. Sarà il passo a due sulla Sarabande da Pour le Piano, eseguita al pianoforte da Fabio Ghidotti, ad essere interpretato dai nostri artisti, lirico, elegante e delicato ma non privo della modernità di Petit.
A suggellare la serata, a riunire le anime di questo tributo ai grandi coreografi, Marius Petipa e Paquita, produzione che rompendo il clichè del Ballet blanc romantico si incentra su una vicenda realistica e una protagonista in carne ed ossa. In una pittoresca Spagna del XIX secolo, la trama articolata – l’amore contrastato dell’ufficiale francese Lucien d’Hervilly e della zingara Paquita, coronato da giuste nozze dopo varie avventure – è al servizio di una entusiasmante vetrina di grande danza, per i solisti e il corpo di ballo, qui impegnati nel Grand Pas e nelle variazioni del secondo atto, tra i risultati più alti mai raggiunti dell’arte di Petipa.