William Forsythe torna alla Scala e con un inedito per la Compagnia scaligera prosegue la sua esplorazione nel tessuto musicale di James Blake. Dopo aver rappresentato nel corso delle passate Stagioni alcuni dei suoi più famosi pezzi storici, il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, diretto da Manuel Legris, diventa parte del suo sviluppo creativo. Serata William Forsythe – Blake Works V, in scena dal 10 al 30 maggio è il coronamento di un progetto iniziato sette anni fa con Blake Works I, creato per il Balletto dell’Opera di Parigi nel 2016. Ognuno dei quattro Blake Work successivi è stato un progetto unico, con differenti selezioni musicali, coreografie e dimensioni degli ensemble con cui Forsythe ha lavorato. La produzione per il Teatro alla Scala è la prima versione completa di questo lavoro.
E fervono le prove in sala ballo in questo nuovo e stimolante incontro con le nuove generazioni di ballerini, con la straordinaria opportunità di lavorare con il grande coreografo, dalla creatività sempre in evoluzione e premiata con prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Leone d’Oro della Biennale di Venezia e il premio teatrale tedesco Der FAUST, entrambi alla carriera. William Forsythe è attivo come coreografo da oltre 45 anni e il suo lavoro ha riorientato la pratica del balletto dalla tradizionale identificazione con il repertorio classico a forma d’arte dinamica del XXI secolo. Il suo profondo interesse per i principi fondamentali dell’organizzazione lo ha portato a produrre un’ampia gamma di progetti, tra cui installazioni, film e creazioni basate sulle tecnologie digitali. Forsythe ha danzato con il Joffrey Ballet e successivamente con lo Stuttgart Ballet, dove è stato nominato coreografo residente nel 1976. Nel 1984 ha iniziato un mandato ventennale come direttore del Balletto di Francoforte, dopo il quale ha fondato e diretto la Forsythe Company fino al 2015. Le sue installazioni sono presentate a livello internazionale in mostre e musei, mentre il suo lavoro per il palcoscenico è presente nel repertorio delle maggiori compagnie a livello mondiale.
Il primo tributo della Scala risale al 1998, protagonista il Ballett Frankfurt (al Piermarini con Hypothetical Stream 2, Enemy in the Figure e Quintett) e la compagnia scaligera con Quartetto (in prima assoluta), Approximate Sonata e In the Middle, Somewhat Elevated, quest’ultimo ripreso anche nel 2001 e nel 2010, in una “Serata Forsythe” che vide anche, per la prima volta alla Scala e con i ballerini della Scala Herman Schmerman e Artifact Suite. Dopo oltre dieci anni, la firma di William Forsythe è tornata nei cartelloni scaligeri nel luglio 2021 con The Vertiginous Thrill of Exactitude, creata per il Ballet Frankfurt nel 1996, per la prima volta alla Scala all’interno della “Serata Contemporanea”.
Il programma concepito da Forsythe per questa nuova e inedita serata è una suite di balletti costruiti su musiche del compositore britannico James Blake, con pezzi che spaziano dell’inizio della sua carriera fino a composizioni più recenti . Un compositore, sottolinea lo stesso coreografo, dalla solida base di studi classici e che rivela armonie straordinarie e sofisticate, contrappunti, capace di spaziare con piacevolezza tra strutture avvicinabili alle grandi composizioni classiche per balletto e i generi più contemporanei. Il tessuto sonoro per la creazione di Prologue, una ouverture, è la canzone Lindesfarne I, ripetuta più volte nel corso del lavoro e ogni volta con una diversa interpretazione coreografica. Il secondo momento della serata vedrà per la prima volta gli artisti del Ballo scaligero in The Barre Project, concepito al culmine della pandemia come omaggio alle schiere di ballerini che hanno cercato di mantenere le loro capacità professionali facendo esercizi a casa. Creato con Tiler Peck, Lex Ishimoto, Brooklyn Mack e Roman Mejia, fu filmato e trasmesso nel 2021 in streaming a un pubblico globale, affrontando le restrizioni sulla performance dal vivo di quel momento. “La coreografia di Barre Project – commenta Forsythe – non è una tradizionale o quotidiana disposizione di sequenze accademiche. È piuttosto un’esposizione rigorosa della logica cinetica di avvolgimento e svolgimento che sta alla base degli elementi più fondamentali del vocabolario del balletto classico”. Chiude la serata Blake Works I: mai interpretato prima dagli artisti della Scala, con un organico di 21 artisti su sette brani dall’album The Colour in Anything, rimanda, nei costumi, alla tradizione accademica e esplora le molteplici angolature di questa tradizione, che sta alla base di tutta la tecnica del balletto, ma dall’altro lato – come sottolinea il coreografo – “celebra la deliziosa tensione che nasce dall’introduzione di un’eccezione coreografica alle regole convenzionali del balletto”.
Sara Zuccari