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Étoile d’eccellenza: intervista ad Eleonora Abbagnato [ESCLUSIVA]

Étoile d’eccellenza: intervista ad Eleonora Abbagnato [ESCLUSIVA]

Eleonora Abbagnato (Danseuse Étoile, Ballet de l’Opéra National de Paris e Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma) inizia a studiare danza classica all’età di quattro anni in Italia, poi frequenta la scuola di Marika Besobrasova a Monte Carlo. Scelta da Roland Petit per essere “Aurora bambina” nella sua versione de La Bella addormentata nel bosco, Eleonora continua la sua formazione al Centro di Danza Rosella Hightower a Cannes (1991) ed entra l’anno seguente alla scuola di Danza dell’Opéra di Parigi. Qui frequenta i suoi corsi, partecipa alle tournée e agli spettacoli. Eleonora Abbagnato è scritturata nel balletto dell’Opéra di Parigi nel 1996 partecipando a numerosi spettacoli del repertorio classico e di quello contemporaneo (da George Balanchine a Rudolf Nureyev, Roland Petit e Pina Bausch). Coryphée nel 1999 e Sujet nel 2000, Eleonora è Solista nelle creazioni di Rudolf Nureyev (Don Chisciotte, La bella addormentata nel bosco, Cenerentola, La Bayadère, Raymonda, Lo schiaccianoci), Martha Graham (Temptations of the Moon), Pierre Lacotte (La Sylphide), Roland Petit (Clavigo e Le jeune homme et la mort) e George Balanchine (Emeralds), ecc. È promossa a “Première Danseuse” nel 2001 a soli ventidue anni. Da quel momento Eleonora Abbagnato amplia notevolmente il suo repertorio interpretando le creazioni dei più grandi maestri della coreografia come Roland Petit, Pina Bausch, William Forsythe, John Neumeier, Jiri Kylian, Jerome Robbins, Maurice Béjart, George Balanchine, Yuri Grigorovitch, Serge Lifar, Angelin Preljocaj, José Montalvo ecc… Eleonora riceve il “Prix Danse Europe” (1990), il “Prix du Cercle Carpeaux” per i risultati nel corso della stagione 1998-99, il Premio Positano, il Premio del Pubblico conferito dall’ AROP nel 2000, il Premio Internazionale Gino Tani nel dicembre del 2001 e il Premio Barocco (Lecce 2007). Appare in diversi spettacoli televisivi e debutta sul grande schermo nel 2008 con il film “Il 7 e l’8” di Ficarra e Picone, ricoprendo con grande spigliatezza il ruolo della sorella di Tommaso (Ficarra). Nel 2009 Paolo Bonolis la invita a Sanremo per affiancarlo nella conduzione del Festival della canzone italiana, dove conquista il pubblico con la sua grazia ed eleganza. Sempre nel 2009, le viene attribuito il riconoscimento di “Siciliana dell’anno 2008” dal Presidente della Regione Sicilia e vince il Premio italiano “Danza&Danza” come migliore interprete dell’anno 2008. Dal 2009 al 2011 è consulente artistica del Teatro Petruzzelli di Bari, per il rilancio di questo storico teatro. Nell’autunno del 2009 Vasco Rossi la sceglie come interprete ideale, per evocare le diverse sfaccettature della figura femminile nel suo nuovo video “Ad ogni costo”, che diventa in poche settimane un cult. Eleonora affronta anche l’esperienza teatrale, diretta da Maurizio Scaparro, nello spettacolo “Polvere di Baghdad” dove recita e balla. Questo spettacolo rappresentato in diverse città italiane – tra cui Venezia, Milano, Roma, Firenze – costituisce il momento conclusivo della Sezione Teatro della Biennale di Venezia. Nel novembre 2009 la Rizzoli presenta l’autobiografia di Eleonora, nella quale la ballerina racconta la sua vita di ieri e di oggi: un percorso straordinario, costruito con entusiasmo e tenacia, che “l’ha portata proprio dove voleva essere”. Libro che è subito un successo in poche settimane. Il 31 dicembre 2009 Eleonora corona anche un altro grande sogno: ballare in occasione del Concerto di Capodanno a Vienna, trasmesso in mondovisione, con i costumi disegnati appositamente per lei da Valentino. A giugno 2010 riceve, con lettera ufficiale dal Presidente Nicholas Sarkozy, il prestigioso riconoscimento di “Chevalier dans l’ordre National du mérite” per i meriti acquisiti all’Opéra di Parigi. Il 27 marzo 2013, dopo aver danzato Carmen di Roland Petit, viene nominata “Étoile”, prima italiana a raggiungere questo traguardo all’Opéra di Parigi. Regolarmente invitata a danzare all’estero, Eleonora Abbagnato si è esibita in Italia, Giappone, Germania, Austria, Svizzera, Russia, Stati Uniti e Canada. Ad aprile 2015 viene nominata Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.

Gentile signora Abbagnato, com’è avvenuto il suo primissimo incontro con l’arte della danza?

Risale alla mia prima infanzia. Sopra il negozio di mia madre a Palermo c’era la scuola di danza di Marisa Benassai e appena potevo, salivo le scale per osservare le bambine più grandi di me, mentre si esercitavano e rimanevo incantata ore ed ore… Marisa Benassai è stata la mia prima insegnante ed è tutt’ora una grande amica.

Il balletto classico è stato, fin da subito, un colpo di fulmine?

Sì. Passavo i pomeriggi a guardare le video cassette di tutti i balletti, cercando di carpire i segreti delle ballerine più importanti.

Perché poi ha scelto l’Accademia di Monte Carlo per proseguire la sua formazione?

Mi venne consigliata per la serietà e la fama di cui godeva.

Quali sono stati i maggiori insegnamenti ricevuti dalla direttrice Marika Besobrasova?

Direi che l’impegno e la serietà vengono sempre ricompensati.

Attualmente è passata dal palcoscenico anche alla direzione del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, che tipo di emozione prova nel stare dietro le quinte?

Il palcoscenico regala un’emozione diretta, immediata. La direzione del Balletto comporta sicuramente una responsabilità più grande e la consapevolezza di poter dare il proprio contributo alla danza.

Quali sono le sue linee guida per la crescita e l’evoluzione del Corpo di Ballo dell’Opera di Roma?

Cerco di applicare quanto ho imparato nei lunghi anni di esperienza e di duro lavoro all’Opéra de Paris, soprattutto infondendo fiducia e sicurezza nei più giovani, motivandone la determinazione nelle scelte e la perseveranza nel seguire la strada intrapresa.

Cosa la gratifica in particolare nelle vesti di Direttrice?

Veder crescere l’interesse verso la danza e i risultati del mio lavoro.

Quali sono i punti di forza della Compagnia?

La coesione e l’entusiasmo per questa esperienza che viviamo insieme.

Stasera debutta sul palcoscenico del Teatro Costanzi di Roma con “Robbins / Preljocaj / Ekman”, com’è strutturata la serata?

La serata è un viaggio nella danza contemporanea e si compone di tre titoli di tre grandi coreografi molto diversi tra di loro. Apre l’ironico “The Concert” di Jerome Robbins, un cammeo del 1956 straordinariamente attuale, segue un duetto di grande poesia “Annonciation” di Angelin Preljocaj che ballo con Rebecca Bianchi da me nominata prima ballerina e si conclude con il brioso “Cacti” del genio della danza del futuro, Alexander Ekman.

Da dove parte la sua personale ricerca artistica in sala prove o nella pianificazione del programma?

Dalla mia esperienza, maturata soprattutto dalla collaborazione con alcuni tra i più grandi coreografi del Novecento.

Che idea si è fatta, in Francia, del pubblico e delle istituzioni verso il supporto alla disciplina della danza?

In Francia da sempre la danza è una disciplina che gode di largo consenso fra il pubblico e per queste ragioni è sempre stata supportata dallo Stato francese.

Quali ricordi conserva dell’incontro con Roland Petit per il ruolo di Aurora bambina nella sua Bella?

Non posso dimenticare il suo rigore e la sua intransigenza che a volte mi feriva ma che poi si trasformava in qualcosa di cui non avrei più potuto fare a meno. È stato un incontro fondamentale per la mia vita personale ed artistica, che ha dato inizio ad una collaborazione finita solo da pochi anni, dopo la sua scomparsa. Anzi, da un certo punto di vista, questa collaborazione continua ancora, attraverso le sue coreografie.

La Sua primissima volta in palcoscenico, sia in veste di allieva che in quella di professionista in quale occasione è avvenuta?

Fu proprio con Roland Petit, nel ruolo di Aurora bambina per la sua Bella Addormentata nel bosco.

Che aria si respirava al Centro di Danza Rosella Hightower a Cannes?

Era un centro di formazione unico al mondo. La Hightower che seguiva personalmente tutte le novità nell’ambito della danza, aveva saputo rendere l’insegnamento moderno e multidisciplinare. Si respirava un’aria innovativa ed entusiasmante.

Mentre alla scuola di Ballo parigina?

Sono stata la prima allieva italiana ad essere ammessa alla prestigiosa scuola dell’Opéra de Paris, nella quale era molto difficile entrare. Ho dovuto affrontare gelosie, diffidenza e difficoltà di ogni genere compresa la lontananza dalla mia famiglia, ma la mia determinazione mi ha dato la forza di superare ogni ostacolo.

In seguito ha ricevuto la prestigiosa nomina ad Étoile interpretando tutti i ruoli più importanti del repertorio classico, neoclassico e contemporaneo. Cosa ha significato per lei questo traguardo artistico?

La nomina ad étoile per ogni ballerina rappresenta una grande soddisfazione. È il traguardo sognato fin dall’inizio ma anche un nuovo punto di partenza per la maggiore responsabilità che si avverte pure nei confronti del pubblico, che non deve essere mai deluso.

Tra i vari premi ricevuti uno tra i più ambiti è stato il riconoscimento di “Chevalier dans l’ordre National du mérite” per i meriti acquisiti all’Opéra di Parigi. Si sente appagata dal punto di vista artistico e quanto le ha dato la danza come arricchimento personale?

Sì mi sento appagata sia dal punto di vista artistico che umano, visto che per me vita e danza coincidono. La danza è stata una grande scuola di vita, che ha sicuramente contribuito a formare il mio carattere e devo proprio alla danza ciò che sono diventata.

Roma, Palermo, Parigi… tre città a lei molto care. C’è un filo che le accomuna nel suo immaginario?

Il filo che lega le tre città è costituito dalle emozioni legate alla mia vita, alle sue diverse fasi: è naturale che sia molto legata a tutte tre proprio per ciò che rappresentano.

Durante un’audizione o un esame d’ammissione, quale tipo di ballerino/a la colpisce oltre alla tecnica?

Difficile rispondere: ogni ballerina possiede caratteristiche sue proprie e generalizzare non è semplice. Devo dire però che sono attratta dal coinvolgimento emotivo.

In conclusione, gentile signora Abbagnato, un suo pensiero per definire la nobile arte tersicorea?

Per me danza e vita, come ho già affermato, sono la stessa cosa. La danza è il mio modo di essere, di esprimermi, di interagire con il mondo che mi circonda.

Michele Olivieri

Foto di Fabio Lovino 

www.giornaledelladanza.com

 

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