Per il terzo Balletto della stagione 2015/2016 il Teatro alla Scala di Milano s’inebria di un’aria spagnoleggiante col ritorno in palcoscenico del Don Chisciotte, su musiche di Ludwig Minkus, orchestrazione e adattamento di John Lanchbery.
La programmazione intercorre tra il 6 marzo e il 1° aprile, prevedendo messinscene solo serali (ore 20) tranne per la prima in pomeridiana alle ore 15.
La coreografia è quella di Rudolf Nureyev, supervisionata da Laurent Hilaire e plasmata appositamente per il Corpo di Ballo del Teatro e gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia scaligera, accompagnati dai due artisti ospiti Alina Somova (Principal Dancer al Mariinsky Ballet di San Pietroburgo) e Leonid Sarafanov (Principal Dancer al Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo), entrambi in scena nelle date del 6, 8 e 10 marzo.
In repertorio alla Scala dal 1980, il Don Chisciotte lascia il segno per la sprizzante energia e il coinvolgente divertimento, intriso di fascino iberico, danze gitane, matadores e le simpatiche avventure dell’omonimo protagonista e il fido scudiero Sancho Panza. Una cornice popolare intorno alla più tradizionale storia d’amore osteggiata, quella tra la giovane Kitri e il barbiere Basilio.
Alla direzione dell’Orchestra del Teatro il M° David Coleman, di formazione salisburghese sia presso l’Orff Institut sia presso il Mozarteum, stabile all’Opéra di Parigi e precedentemente al London Opera Centre. Le scene, peculiari per il restyling dell’opera ballettistica, sono di Raffaele Del Savio, scenografo salentino di fama internazionale. I costumi sono della compianta Anna Anni (costumista teatrale e cinematografica vincitrice di un Oscar nel 1987) con la supervisione di Irene Monti. Le luci sono di Marco Filibeck, light designer in attivo da più di trent’anni nel campo delle arti performative.
Questa versione mostra il modo in cui Nureyev ha diretto i grandi movimenti sul palcoscenico ancor più chiaramente: i numeri degli Spagnoli vorticano intorno all’enorme piazza del villaggio e formano un’ingegnosa diversità di configurazione intenta a dimostrare i passi caratteristici iberici. Sebbene la sequenza puramente classica della “visione” di Dulcinea e le Driadi venne performata nella sua interezza – esattamente come permase dalla tradizione Kirov – Nureyev la fece precedere da una scena coinvolgente un accampamento gitano come pretesto per istigare l’incontro amoroso tra Kitri e Basilio: un pas de deux illuminato dalla luna sotto le vele di un gigante mulino a vento. Rudolf Nureyev abbreviò inoltre il balletto in tre atti con prologo: i gitani, i mulini a vento e il teatro delle marionette divennero tutti un’unica scena, seguiti dall’apparizione delle Driadi. Nureyev espanse considerevolmente l’apparato della commedia. Nella sua versione egli introduce lo spirito della Commedia dell’Arte, dove il Don Chisciotte vorrebbe essere Pantalone, Kitri la Colombina e Basilio l’Arlecchino, un brillante, velocissimo e saltellante maestro di cerimonie, che corre da un estremo all’altro del palcoscenico. (A. Bland).
L’ennesima motivazione per gustarsi un capolavoro nel santuario teatrale della danza classica in Italia.
ORARI & INFO
6 marzo – 1 aprile
Teatro alla Scala
Via dei Filodrammatici, 2 – Milano
Tel: +39 02 88 79 1
www.teatroallascala.org
Marco Argentina
www.giornaledelladanza.com
Don Chisciotte © Brescia e Amisano
Leonid Sarafanov / Don Chisciotte © Brescia e Amisano