Tuffarsi nella magia di un Balletto senza tempo provoca sempre una grande emozione, soprattutto quando la performance è riprodotta fedelmente rispetto al libretto, ai costumi e alle scene originali. È il caso de La Bella Addormentata del Balletto di Mosca “La Classique”, andata in scena lo scorso 21 gennaio alle ore 21 presso il Teatro Il Celebrazioni di Bologna.
Le intramontabili note di Čajkovskij hanno reso le più di due ore di spettacolo assai briose, commoventi e in qualche modo travolgenti, stimolando una costante percezione del pathos drammaturgico che sottende il libretto dell’opera. Una partitura musicale poliedrica costellata da un’altrettanta sinfonia di colori, gestualità, dinamismi così convincente da riuscire a catapultare lo spettatore in un’immagine della “vecchia scuola” russa, rigorosa e impeccabile.
Naturalmente, data la reale contemporaneità dell’esecuzione, quest’immagine a tratti è apparsa lievemente sfocata, tanto per esigua esperienza in palcoscenico quanto per grande emozione dettata dalla giovanissima età di alcuni componenti del Corpo di Ballo. Ciononostante, il risultato finale è stato più che decoroso e ogni applauso notevolmente meritato.
Merito di ciò va soprattutto ai Solisti, inappuntabili sul piano tecnico ed espressivo: la Principessa Aurora, dai lineamenti dolci e spumeggianti, ha dimostrato sin dal primo ingresso in scena la sua verve vigorosa e intraprendente, persino nel momento clou della puntura col fuso, in cui all’immagine di una fanciulla svampita si è accavallata quella di una giovane donna curiosa del mondo; il Principe Désiré – forse un po’ troppo efebico – trasportato dall’amore per la sua bella, nonostante l’abbia “incontrata” per la prima volta solo in sogno, non fa riserva al pubblico in sala di una precisione accademica nei grandi salti, giri e manège in grand jeté; la Fata dei Lillà, così affascinante in ogni piccolo gesto da far credere sul serio all’esistenza di una polvere magica nella sua bacchetta; tutte le altre fatine, sia del I sia del II Atto, impeccabili in ogni variazione, seppur – in alcuni momenti – meno emozionanti perché intente a “rincorrere” la partitura musicale; infine, i personaggi fiabeschi, ironici al punto giusto e virtuosisticamente formidabili, in particolar modo la coppia dell’Uccellino Azzurro e della Principessa Florin.
Accanto a loro, d’altro canto, i personaggi del Re Florestan, del maestro di cerimonie Catalabutte e nondimeno della strega Carabosse, nell’indubitabile intento di impreziosire l’azione scenica, sono pericolosamente scivolati lungo il confine tra la recitazione pantomimica e quella macchiettistica, risultando protagonisti di alcune gag a tratti profondamente fuori luogo.
Fortunatamente – come un po’ nella realtà quotidiana – i festeggiamenti nuziali di chiusura hanno reso sfumate queste “bucce di banana”, incorniciando l’unione della principesca coppia innamorata con un candore costumistico scintillante e una fine eleganza che contrassegna lo stile russo senza alcuna riserva.
Marco Argentina
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Balletto di Mosca “La Classique” / La Bella Addormentata © Michele Baruffi