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A Firenze la prima mostra italiana dedicata a Isadora Duncan

 

Un evento unico di immenso valore artistico: dal 13 aprile al 22 settembre 2019 Firenze ospiterà la prima mostra italiana dedicata a Isadora Duncan, a cura di Maria Flora Giubilei e Carlo Sisi. La mostra ‒ promossa da Fondazione CR Firenze e da Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, con il patrocinio del Comune di Firenze ‒ consta di 170 pezzi, che saranno esposti tra Villa Bardini e il Museo Stefano Bardini: dipinti, sculture e documenti, fra i quali fotografie inedite, che ripercorreranno il legame dell’artista con l’Italia.

Nata a San Francisco, ultima di quattro figli, da madre irlandese e padre scozzese, fu educata sin da bambina allo spirito di libertà e di indipendenza. La sua esistenza fu molto travagliata, segnata profondamente da delusioni personali ed eventi luttuosi, tra cui la morte prematura dei due figli Deirdre e Patrick, che nel 1913, a 7 e 3 anni, annegarono nelle acque della Senna insieme alla loro governante. Il destino fu inclemente con lei fino alla fine della sua esistenza, che fu spezzata da un tragico incidente: il 14 settembre 1927, a Nizza, morì strangolata dalla lunga sciarpa che indossava che si impigliò fatalmente nei raggi della ruota posteriore dell’auto sulla quale viaggiava.

Isadora Duncan fu la pioniera delle “danze libere”, in radicale rottura con i rigidi schemi della danza accademica, a favore della totale espressività dei movimenti e dell’interpretazione emotiva. Nei suoi spettacoli abolì le scarpette da punta, da lei considerate innaturali e i pomposi costumi indossati dalle ballerine del XIX secolo, per scegliere abiti essenziali e leggeri, che ricordavano il peplo dell’antica Grecia, danzando a piedi nudi.

Nonostante le difficoltà incontrate sul suo percorso per la sua danza “rivoluzionaria”, la Duncan con la sua potenza espressiva e i suoi ideali plastici riuscì a conquistarsi un posto di grande rilievo nel panorama artistico internazionale, suscitando interesse e approvazione nelle platee di tutto il mondo e dando il via a nuove tecniche a una innovativa concezione della danza teatrale che ha aperto la strada ai suoi successori. Questa mostra è davvero un gradito regalo che offriamo agli amanti delle arti e della danza – afferma il Presidente della Fondazione Bardini e Peyron Jacopo SperanzaUno sforzo scientifico e organizzativo non indifferente per le nostre due istituzioni, che si inserisce nel percorso di valorizzazione e, in molti casi, di conoscenza, del legame tra la nostra città e grandi figure del passato, nelle varie espressioni artistiche. Per l’occasione collaboriamo con piacere col Museo Bardini per favorire un ‘incontro’ ancora più ampio e completo con una personalità così straordinaria.

Lorena Coppola

www.giornaledelladanza.com

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