Nonostante l’aumento di conoscenza e informazioni riguardanti la salvaguardia fisica dei danzatori, il tasso di infortuni connessi alla danza è ancora molto elevato. L’infortunio comporta non solo problemi di natura fisica che in alcuni casi si possono protrarre, ma può diventare anche un elemento psicologicamente frustrante, causa di abbandono delle lezioni di danza, in particolar modo nel caso dei ballerini amatoriali.
Vediamo alcuni degli errori più diffusi che possono sfociare in un infortunio.
Iniziare la lezione con una seduta di allungamento statico è uno degli sbagli più comuni e pericolosi. Studi recenti hanno dimostrato che lo stretching statico o passivo prima di un’attività diminuisce forza e potenza muscolare.
Jennifer Gamboa, presidente di Body Dynamics, Inc., e medico sportivo del Washington Ballet, paragona la conseguenza dell’allungamento statico a quello prodotto su una catena. Se si mantiene costantemente tirata, la catena si deforma, ed è ciò che accade alle fibre muscolari che perdono mobilità, agilità e coordinamento con ripercussioni anche sull’altezza dei salti.
Meglio riservare lo stretching passivo al termine dell’allenamento che dovrebbe invece iniziare con movimenti dinamici di bassa intensità e a un ritmo moderato, come gli affondi per esempio, che fanno fluire il sangue, aumentano la frequenza cardiaca e riscaldano il corpo, preparandolo a ballare.
Un altro errore atavico e piuttosto diffuso è la forzatura dell’en dehors. Una posizione eccessivamente innaturale produce ripercussioni su anche, ginocchia, caviglie e zona lombare, generando una lordosi e predisponendo al valgismo dell’alluce, con ricadute sull’intera catena cinetica.
Camminare quotidianamente con i fianchi e i piedi ruotati all’infuori, andatura che contraddistingue il ballerino classico, crea un notevole stress che arriva a colpire il ginocchio mediale, influendo di conseguenza sulla stabilità della rotula. E’ dunque molto più efficace e salutare migliorare l’apertura lavorando sulla flessibilità dei legamenti ileo-femorali, per esempio ricorrendo all’esercizio della conchiglia che potenzia rotatori esterni dell’anca, usufruendo anche all’ausilio di un Thera-Band per aumentare la resistenza.
Un altro errore spesso trascurato è l’errata posizione della mano sulla sbarra, di lato anziché leggermente in avanti, con conseguenze sull’intero asse corporeo. Se la mano esce dalla visione periferica, infatti, c’è il rischio che sia spostata troppo indietro e che anche la posizione del gomito sia eccessivamente arretrata, con conseguenze sull’area scapolo-toracica della schiena, che può a sua volta essere provocare sublussazioni della spalla.
Errore atavico numero quattro: auto-medicamento e mancato riposo. Sappiamo bene che il danzatore è stoico e tende a trascurare i sintomi dell’affaticamento, quindi ricorre spesso ad antinfiammatori che riducono la sensazione di dolore senza tuttavia agire sulle cause che l’hanno scatenato. E’ importante ascoltare questo messaggio del corpo piuttosto che sopprimerlo e concedersi il riposo necessario per guarire.
Trascurare l’attività aerobica è un altro limite di molti ballerini, specialmente quando si parla di stili con un ridotto impatto aerobico, come la danza classica. In realtà, tra i vari benefici del lavoro aerobico, ci sono non solo la riduzione del rischio di lesioni, ma anche il miglioramento delle prestazioni estetiche. I ballerini più allenati e forti si affaticano meno e danno vita a performance più aggraziate e piacevoli da guardare.
In conclusione, il livello e il numero di lesioni in cui incorrono i danzatori, professionisti e non, è ancora troppo elevato. La qualità dell’insegnamento continua a migliorare, grazie alle crescenti opportunità di formazione degli insegnanti e alla maggiore conoscenza dell’anatomia.
Anche dal punto di vista medico c’è maggior attenzione all’attività della danza, tuttavia, permangono ‘tare’ nell’eredità tecnica che creano problemi di considerevole impatto fisico. Il danzatore deve imparare a conoscere il proprio corpo, deve rispettare i suoi limiti fisici e lavorare con attenzione e cura per ridurne l’incidenza sulla sua danza.
Come abbiamo visto, basta poco. Un cambiamento per esempio nella postura, nel modo di camminare o la posizione delle mani alla sbarra, possono fare una grande differenza per danzare in sicurezza, con più gioia e più a lungo.
Stefania Napoli
www.giornaledelladanza.com