Al via la diciassettesima edizione di Equilibrio, il festival dedicato alla danza contemporanea, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, che dal 7 al 25 febbraio 2022 porterà all’ Auditorium Parco della Musica il meglio della coreografia internazionale e italiana.
Per il secondo anno di seguito, e dopo il successo di pubblico riscontrato nella scorsa edizione, la curatela del Festival è stata affidata a Emanuele Masi che ha selezionato nomi di spicco della scena europea per continuare a tracciare il rapporto della città con la coreografia contemporanea.
“Il programma di Equilibrio 2023 – spiega Masi – mostra quanto possa essere viva, varia, inimmaginabile la materia con la quale coreografi e coreografe possono dare forma ai propri spettacoli. Sotto molteplici forme celebriamo quindi il concetto di riappropriazione culturale, inteso come approccio cosciente, frutto di studio e rispetto per il passato, che manipolando l’esistente forgia nuove opere rivolte al futuro. Le fonti di questo processo creativo potranno essere colonne sonore fatte di musica, dalle partiture barocche di Bach e Vivaldi al rock di Jimmy Hendrix, o del ritmo della voce del filosofo Philippe Deleuze. Potranno essere dodecasillabi alessandrini della tragedia francese che si trasformano in un incedere frenetico di passi o gli scritti filosofici di Spinoza. Potranno essere la mitologia greca e i vizi capitali della cristianità, ma anche e soprattutto danza, magari riscritta a sua volta, e poco importa se si tratti di una classicissima Bayadere o dei balli tradizionali tirolesi.”
Equilibrio presenta per il 2023 un programma che si espande nella durata a tre settimane, e che sarà composto da 11 serate, 15 coreografe e coreografi, 4 prime italiane, due performance per famiglie e una Notte all’Auditorium per bambini e bambine, e poi ancora flash mob, talk e video.
Si rinnova quindi la collaborazione con il Teatro di Roma anche quest’anno per la co-realizzazione del ritorno nella capitale del coreografo greco Dimitris Papaioannou, che presenterà una nuova versione del suo spettacolo Ink (2020) play for two al Teatro Argentina dal 16 al 19 febbraio. Nuova invece la collaborazione con Orbita – Spellbound / Centro di Produzione Nazionale di Danza, grazie alla quale è possibile realizzare un Focus sull’opera più recente di Virgilio Sieni e portare in scena i suoi ultimi lavori,entrambi con musica dal vivo, uno in Teatro Studio e l’altro al Teatro Palladium. Si rinnova infine anche la collaborazione con l’Accademia Nazionale di Danza, i cui Studenti del Biennio Compositivo della Scuola di Coreografia metteranno in scena, la sera dell’inaugurazione del Festival, nella Cavea dell’Auditorium, Ouverture un estratto dalla coreografia FOLK-S firmata dal Leone d’Oro Alessandro Sciarroni sulle musiche di Pablo Esbert Lilienfeld.
Il ricco cartellone inaugurerà in Auditorium martedì 7 febbraio con un appuntamento imperdibile, che vedrà la Gauthier Dance eseguire le coreografie di un set di prestigiosi artisti internazionali. La compagnia, per la prima volta a Roma, ha infatti commissionato a sette coreografi europei la trasposizione coreutica dei sette peccati capitali per lo spettacolo The Seven Sins: si inizia dalla Pigrizia affidata alla canadese Aszure Barton, per poi passare all’Avidità che invece è indagata da Sidi Larbi Cherkaoui, e all’Invidia esplorata da Sharon Eyal. E ancora Golosità rappresentata da Goecke e l’Orgoglio da Marcos Morau. La Lussuria esplode letteralmente nella rappresentazione che ne dà Hofesh Shechter, così come prorompe l’Ira, affidata a Sasha Waltz.
Per il secondo appuntamento la Compagnia di Virgilio Sieni presenta giovedì 9 febbraio lo spettacolo Le tue labbra, musicato dal vivo da Daniele Roccato e ispirato al Cantico dei Cantici, nel quale lo spettatore resta abbagliato non solo dalla luce, ma dalle minime risonanze dei riflessi che dal buio collaborano alla nascita del movimento, in un clima notturno che viene interrotto dai gesti che provengono da zone abissali e tenebrose. Intorno ai corpi regna il vuoto e solo le misure della luce riflessa tracciano una mappa sensibile di avvicinamenti e adiacenze. L’infinito che si raggruma nello spazio minimo dei due corpi appare inesauribile.
Lo spettacolo di Sieni si inserisce nel focus dedicato all’importante coreografo italiano che prosegue e si sviluppa al Teatro Palladium con un altro spettacolo inserito nella stagione di Orbita, Satiri, in scena venerdì 10 febbraio. Satiri è la nuova produzione della Compagnia Virgilio Sieni che vede in scena i due danzatori Jari Boldrini e Maurizio Giunti accompagnati dalla musica di Johann Sebastian Bach eseguita dal vivo al violoncello da Naomi Berrill. I due danzatori sono contagiati dall’interno, investiti dalla contemplazione rivolta al gesto simile, adiacente, simmetrico che si apre a una disposizione musicale. Le danze segnano lo spazio della materia inebriante che parla con il corpo.
Il Festival prosegue in Auditorium sabato 11 febbraio con la Bayadére – Il regno delle ombre contemporanea che Michele di Stefano ha riscritto per la Compagnia Nuovo Balletto di Toscana, dando vita a una nuova visione di uno dei titoli preferiti delle platee ottocentesche. La coreografia, la cui musica originale viene riproposta grazie alla atemporalità dei suoi ingredienti esotici, melodrammatici e sontuosi. Per questa creazione Michele Di Stefano guarda al solo terzo atto dell’opera, il cosiddetto Regno delle Ombre, dove le anime impalpabili apparse in sogno al guerriero Solor dopo aver fumato il narghilé salgono le pendici dell’Himalaya.
Equilibrio si sposta poi al Teatro Argentina dal 16 al 19 gennaio per la versione rinnovata di Ink di Dimitris Papaioannou, già premio Ubu 2020-21 come migliore spettacolo presentato in Italia. Tra i maggiori protagonisti della scena internazionale grazie al suo talento visionario e alla sua capacità evocativa, Papaioannou crea in questo spettacolo un mondo unico, del tutto originale, in cui antichi miti sono evocati e visti attraverso una lente contemporanea. Lo spettatore è trasportato in un mondo dove l’acqua, materia primaria, regala immagini e suoni magici, facendo da sfondo a un incontro/scontro tra due personalità molto diverse per età, colori, storie personali.
Dopo il successo dello scorso anno, torna la Notte a Teatro, il laboratorio prodotto e realizzato dalla Fondazione Musica per Roma, grazie al quale sabato 18 un gruppo di bambini e bambine tra i 7 e i 12 anni potrà trascorre un’intera notte dormendo in sacco a pelo in Auditorium. Quest’anno lo spettacolo abbinato per il workshop di movimento e gli esperimenti di tecnica teatrale è Giro di Pista di Ambra Senatore e Marc Lacourt, in scena il giorno successivo in duplice replica in Teatro Studio Borgna. Prima italiana, questa creazione di Senatore e Lacourt viene giocata su un palcoscenico trasformato in una pista da ballo, dove i danzatori invitano i bambini – e i genitori – a creare gradualmente un momento gioioso di danza condivisa. Lo spazio vuoto del palcoscenico si riempie gradualmente di corpi, movimenti ma anche di disegni e sorrisi, fino a una grande esplosione di risate contagiose.
Grande attesa per la prima italiana dello spettacolo di Angelin Preljiocaj che presenterà lunedì 20 febbraio questa creazione pop e concettuale al tempo stesso, dal titolo Deleuze/Hendrix, con la quale testimonia ancora una volta la sua attrazione per la filosofia. Ossessionato da temi legati alla trascendenza dei corpi, Preljiocaj utilizza le registrazioni audio dei corsi su Spinoza tenuti da Gilles Deleuze all’Università di Parigi VIII a Vincennes negli anni ’80 e le intreccia con la musica potente, sensuale e rivoluzionaria di Jimi Hendrix. Dal punto di vista coreografico Angelin Preljocaj esplora un nuovo territorio di ricerca in cui il corpo, come oggetto universale che tutti conosciamo, diventa un medium che solleva le domande del nostro mondo.
Mercoledì 22 sarà poi la volta di un altro grande coreografo, Olivier Dubois che presenterà in prima italiana Tragedie, new edit, un poema coreografico per 18 danzatori, riallestito a dieci anni di distanza dalla sua creazione con un casting internazionale, realizzato e prodotto in collaborazione con Fondazione Musica per Roma e Mattatoio. Una danza ipnotica, incessante e ossessiva, in cui figure completamente nude e immerse in un’oscurità a tratti quasi assoluta da cui appena si percepiscono, si muovono fantasmatiche su una sequenza di dodici passi: una pulsazione sonora che scandisce il ritmo del dodecasillabo alessandrino della tragédie francese. Una coreografia sulla mobilità dell’incoscienza, della natura che ci guida, sull’istinto naturale. Che ci conduce dal buio della notte verso un possibile sole.
Equilibrio 2023 chiude con un evento eccezionale, in prima italiana: il Ballet de l’Opéra de Lyon eseguirà una nuova versione della coreografia di FOLK-S firmata dal Leone D’Oro Alessandro Sciarroni. Nel 2012 il coreografo italiano ha creato questo pezzo ispirato allo Schuhplatter, una danza popolare bavarese che consiste nel colpire le scarpe, le cosce e i polpacci con le mani – producendo contemporaneamente una body percussion e una danza di gambe e braccia. Per la sua riscrittura all’Opéra, Sciarroni ha prodotto The Collection, trasmettendo questa tecnica molto antica ai danzatori di uno dei più importanti corpi di ballo d’Europa. Da una sequenza ritmica inquietante, ripetuta all’infinito, emergono figure che seguono una propria logica. Il gruppo si trasforma come una materia organica che viene sempre ricostituita. Tra costrizione e autonomia, gioco e trance, The Collection offre un’esperienza percettiva estrema sulle molteplici declinazioni di una forma tradizionale, fino al suo esaurimento.
Il programma del Festival sarà inoltre arricchito da due appuntamenti di video-danza: una creazione filmica originale e un documentario.
Il primo, previsto sabato 11 febbraio, è un trittico di cortometraggi dal titolo Radix ad opera di Cristiano Leone: alla sua prima presentazione integrale, il film esplora tre luoghi iconici, come le Terme di Caracalla, il Tempietto del Bramante e la Galleria Borghese animati dalla partecipazione dei coreografi e interpreti Iván Pérez, Iratxe Ansa e Igor Bacovich, in un progetto sostenuto dall’Ambasciata di Spagna in Italia.
Sabato 25 febbraio la proiezione del documentario di Matteo Maffesanti Will you still love me tomorrow, racconta la storia del lavoro FOLK-S di Alessandro Sciarroni: la voce del coreografo e quella degli interpreti tracciano il filo narrativo, raccontando il viaggio intrapreso insieme, dalla riflessione sui fenomeni popolari di danza folk antica sopravvissuti alla contemporaneità, che porterà alla creazione della coreografia ispirata allo Schuhplatter.
La traccia audio della coreografia FOLK-S di Sciarroni sarà anche una installazione sonora all’interno del progetto ormai decennale Sound Corner, uno spazio che la Fondazione Musica per Roma dedica al design del suono.
Sara Zuccari